Serviva soltanto la conferma ufficiale per ciò che circolava da ormai un po’ di tempo tra i corridoi di Via Aldo Rossi. Stefano Pioli, a seguito della partita contro la Salernitana, lascerà la panchina del Milan dopo quasi cinque anni. Club e allenatore hanno infatti trovato un accordo per la risoluzione del contratto con un anno di anticipo, un addio che sarà emozionante per tutti i tifosi rossoneri che, checchè se ne dica, devono al tecnico parmigiano la risalita del Diavolo negli alti ranghi della classifica di Serie A, rispolverando posizioni a cui storicamente il Milan è sempre appartenuto.
I cinque anni di Stefano Pioli al Milan possono essere racchiusi in due tappe fondamentali, fasi che tra vari alti e bassi hanno portato i tifosi e gli addetti ai lavori a discutere sul bilancio finale della sua avventura sulla panchina del club meneghino. Tema principale del dibattito è la discontinuità della squadra, divisa tra momenti esaltanti, con prestazioni al limite dello spettacolare, e situazioni difficili da districare, con sconfitte deludenti soprattutto in quei match decisivi e nei derby, dove vincere è l’unica cosa che conta.
Pioli is on fire, la prima tappa al Milan
#Pioliisonfire, l’hashtag che diventato virale in tutta internet e motivetto risuonato in tutte le discoteche italiane a suon di Freed From Desire, tanto da lasciare senza fiato anche un artista internazionale come Bob Sinclar. Tutto questo perché proprio con Stefano Pioli, arrivato in sordina in un momento il cui il Milan di Giampaolo non riusciva ad ottenere risultati, il club rossonero ha trovato in lui un tecnico senza pressioni mediatiche e da cui ripartire per avere maggiore certezze, certificate dalla crescita della squadra e dei suoi singoli, risultati comunque arrivati con il tempo.
Mentre il calcio italiano andava in affanno con l’ondata del Covid-19, il Milan è riuscito a prendere il meglio dalla situazione per poter dimostrare ai tifosi, impossibilitati ad entrare allo stadio, di avere voglia di modificare il proprio destino, diventando quasi improvvisamente una squadra migliore, con la crescita di Rafa Leao, l’esperienza di Zlatan Ibrahimovic e con il talento mostrato da Brahim Diaz e Theo Hernandez. Con questi giocatori, per la prima volta in 7 anni, Pioli riesce a riportare la qualificazione alla Champions League sulla sponda rossonera del Naviglio.
Per il cambiamento reale però bisogna attendere la stagione 2021-2022, annata in cui il Milan riabbracciò i propri tifosi allo stadio e riuscì a sfatare anche il tabù contro l’Inter, vincendo in rimonta, nella famosa notte che ha aperto le speranze verso la vittoria dello Scudetto, arrivato poi in maniera incredibile a Reggio Emilia, contro il Sassuolo che si fece stendere per 3-0. Insomma il miracolo di Stefano Pioli era compiuto, facendo diventare il tecnico un vero e proprio idolo della folla rossonera.
#Pioliout, la fase di declino del Milan
Neanche il tempo di festeggiare lo Scudetto e di ribadire i nuovi propositi per il nuovo anno, che la sessione di calciomercato ha portato a Milanello diversi giocatori, sui quali sono state riposte le più floride delle aspettative, non rispettate o almeno non valorizzate come nel caso di Charles De Ketelaere. La fase crepuscolare del Milan inizia proprio con la preparazione atletica (spesso presa di mira vista la quantità di infortuni muscolari subiti nel corso del tempo da parte dei giocatori rossoneri).
Pioli all’inizio del nuovo campionato sembra non avere più dalla sua parte l’entusiasmo della stagione precedente, con strategie viste e riviste, con letture sbagliate delle partite e con una manovra lontano dall’essere coinvolgente. La partita persa per 3-0 in Supercoppa Italiana segnò l’inizio del declino dell’ex Parma, preso nuovamente di mira dai tifosi che sui social impazzano con l’hashtag #Pioliout. Il percorso, seppur con diversi intoppi procede, fino ad arrivare in semifinale di Champions League, traguardo incredibile per l’epoca moderna rossonera. Dal derby europeo ci si aspettava grande spettacolo, occasione però sciupata dai rossoneri in favore dell’Inter di Simone Inzaghi.
Altra sessione di calciomercato, altri drammi societari e con l’addio di Paolo Maldini, Stefano Pioli si ritrova solo ed esposto al tran-tran mediatico. L’esito del campionato, seppur positivo con il secondo posto raggiunto, ha diviso totalmente l’opinione pubblica, a cui alla fine, la società ha deciso di dare retta, definendo concluso un ciclo arrivato senza ombra di dubbio alla sua naturale fine.
Il futuro del Milan e di Pioli: Fonseca alla porta
Il futuro del Milan dunque ora sembra tutto da scrivere, ma dopo aver valutato le scelte più interessanti sul panorama internazionale, la scelta di Furlani e Moncada hanno individuato in Paulo Fonseca il giusto profilo per il nuovo progetto rossonero, anche contro la volontà dei tifosi che invece speravano piuttosto nell’arrivo di Antonio Conte o di qualche nome di rilievo. Già nelle prossime ore però il tecnico ex Lille dovrebbe firmare, secondo quanto riportato da Sport Mediaset, un contratto da 4.5 milioni di euro a stagione, con un biennale ed un progetto fondato principalmente sulla valorizzazione dei giovani.
Ed invece proprio con Antonio Conte che si intreccerà il destino di Stefano Pioli, che potrebbe mettersi subito alla ricerca di una nuova avventura calcistica. La panchina del Napoli, ad ora, sembra quella più quotata, anche se neanche Aurelio De Laurentiis pare avere ancora le idee chiare. Non tarderà però ad arrivare la scelta definitiva per la panchina, con il tecnico parmigiano pronto a dimostrare che l’esperienza e l’idillio vissuti al Milan non sono solo frutto di una pura casualità.