Porte girevoli, da Gollini a Navas: la Serie A mischia i numeri 1

Un mercato estivo più acceso che mai coinvolge anche i portieri. A sole tre settimane dallo start del campionato, la Serie A si rende protagonista di quello che è, a tutti gli effetti, un rimescolamento dei numeri 1: da Gollini a Navas, passando per Di Gregorio e Martinez, le porte non smettono di girare, in attesa di essere definitivamente chiuse

Lorenzo Ferrai A cura di Lorenzo Ferrai
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Caccia al colpo! Così si potrebbe riassumere il calciomercato estivo 2024, tanto entusiasmante quanto imprevedibile. L’arrivo di Mbappé al Real Madrid è stato il trasferimento più fragoroso, ma i colpi di scena non mancano nemmeno in Serie A, protagonista in questo mese di luglio, in entrata e in uscita. Da Calafiori a Soulé, passando per Buongiorno e Douglas Luiz, le squadre italiane non si stanno certo risparmiando, né stanno badando a spese, ove possibile.

Primo non prenderle

Il periodo del calciomercato è sempre il più vivace, visto che i tifosi (sfegatati o meno) non attendono altro che vedere un loro idolo con indosso i colori della propria squadra. Questo concetto vale per i calciatori di movimento, come per i portieri, anch’essi protagonisti in una Serie A che si avvia a mescolare i numeri 1, le fondamenta da cui spesso derivano le ambizioni di ogni squadra.

Di Gregorio, Martinez, Gollini, per poi chiudere con Reina e Keylor Navas. L’Italia torna a essere la patria dei numeri 1. Pochi italiani, per la verità, ma avere tanti portieri di livelli è già un buon inizio per riacquisire solidità, in un paese dove, parafrasando Trapattoni, la prima preoccupazione è sempre stata quella di “Non prenderle“.

Di Gregorio scatena il domino

A dispetto di quanto si potesse pensare, le porte di Serie A erano tutt’altro che definite per la stagione 2024/25. Se le big sembravano relativamente tranquille, con i propri giganti tra i pali, ci ha pensato la Juventus a smuovere le acque, finalizzando in brevissimo tempo il trasferimento di Michele Di Gregorio. Un autentico blitz, per strappare al Monza il miglior numero 1 dello scorso campionato.

Una mossa repentina, che ha scatenato un vero e proprio domino, visto che i lombardi si sono di colpo ritrovati senza la propria saracinesca. Si sa, quando la Juve chiama, è complicato rifiutare e Di Gregorio ha avuto ben pochi dubbi. Al passaggio del portiere in bianconero, è seguita l’esclusione di Szczesny, col Monza che ha cercato il colpo alla Galliani. Ma il Condor si è dovuto arrendere di fronte all’ingente ingaggio richiesto dal polacco.

Martinez e Gollini

Se la Juventus è stata la promotrice di questo domino dei portieri, anche l’Inter ha scelto di fare spesa nel ricco market dei numeri 1. I nerazzurri hanno sistemato la porta del futuro, fiondandosi su Josep Martinez, muro del Genoa nell’annata appena conclusa. Dunque, anche per i liguri si è creata la necessità di trovare un nuovo estremo difensore.

Gollini con la maglia dell'Atalanta
Gollini con la maglia dell’Atalanta

I primi indizi portavano a David de Gea, svincolato di lusso dopo l’avventura non troppo entusiasmante al Manchester United. Ma l’accordo fra i rossoblù e lo spagnolo non è mai arrivato. Con un vuoto da colmare, il Genoa ha spostato le proprie attenzioni su Pierluigi Gollini, che però era già impegnato in un’altra trattativa.

Difatti, Gollini sembrava a un passo dal Monza, ma in un gioco di specchi degno di Orson Welles, la trattativa fra le due parti è saltata di colpo, a seguito del mancato accordo fra l’Atalanta e i biancorossi. Così, Galliani ha mollato l’ex Napoli, chiudendo un accordo-lampo con Keylor Navas. A quel punto, il Genoa ha avuto campo libero, arrivando a mettere le mani sul portiere classe 1995.

Silvestri libera Scuffet

Il dedalo dei numeri 1 riguarda quasi tutte le squadre del Bel Paese. Neanche il Milan fa eccezione. Difatti, i rossoneri hanno dovuto far fronte all’infortunio alla mano di Sportiello, per uno stop che dovrebbe aggirarsi intorno ai due mesi, scrive La Gazzetta dello Sport. Le condizioni fisiche di Maignan, perlomeno guardando la stagione appena trascorsa, hanno indotto la dirigenza a fiondarsi sul mercato, in cerca di un vice affidabile.

Tutte le strade portano a Cagliari, con il Milan che avrebbe chiesto informazioni per Simone Scuffet. Il classe 1996 è rinato in Sardegna, ergendosi a grande protagonista della volata salvezza rossoblù. E se Radunovic è in partenza verso Bari, i sardi sono costretti a correre ai ripari. Sky Sport segnala che l’obiettivo di Bonato sarebbe Marco Silvestri, scivolato indietro nelle gerarchie all’Udinese dopo l’affermazione di Okoye.

Fiorentina al bivio: Musso o de Gea?

Intreccio terminato? Assolutamente no. Manca la Fiorentina all’appello. L’avvento di Palladino sulla panchina viola implica un cambio di rotta, anche tra i pali. Con Di Gregorio alla Juve, l’obiettivo del tecnico viola è quello di assicurarsi un estremo difensore in grado di destreggiarsi col pallone fra i piedi, una qualità manifestata brillantemente dall’attuale portiere della Vecchia Signora, allevato dal campano al Monza.

Dunque, Terracciano è sempre più in bilico. Le richieste di Palladino potrebbero portare a Juan Musso, secondo di Carnesecchi all’Atalanta. L’alternativa all’argentino può diventare invece David de Gea, che rimane un profilo appetibile sul mercato a parametro zero. Lo spagnolo non è particolarmente dotato con i piedi, ma conserva grandi capacità di leadership ed esperienza internazionale da vendere. Caratteristiche che la Fiorentina non disdegnerebbe, visto che c’è una Conference League da inseguire.

L’importanza del numero 1

Per una volta, le attenzioni del mercato in Serie A si spostano sui portieri. Quello del numero 1 è un ruolo particolare, spesso dimenticato ma estremamente delicato. Specialmente in Italia, in cui le difese da sempre fanno la differenza rispetto agli attacchi. C’è un motivo se, nonostante l’ossessione della costruzione dal basso e il gioco più spregiudicato, negli ultimi 17 anni, per 16 volte il campionato italiano è stato vinto dalla squadra con la retroguardia meno battuta.

Giocare a calcio e rischiare, senza mai buttare la palla, è giusto, ci mancherebbe. Ma avere una retroguardia granitica e, soprattutto, un numero 1 affidabile, probabilmente è ancora più decisivo. Perché gli attacchi fanno vincere le partite, ma le difese vincono i campionati. E in fin dei conti, si sa, il portiere è il vero ministro della difesa.

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