Dopo 3 settimane dalle gare di andata la Champions League è scesa in campo e tra le italiane coinvolte nelle sfide degli ottavi c’è stata l’Inter, che ha eliminato il Porto grazie allo 0-0 ottenuto all’Estadio Do Dragao, in virtù del successo nerazzurro per 1-0 a San Siro. La squadra di Simone Inzaghi ha sofferto le iniziative dei portoghesi soprattutto nel finale, ma grazie ad uno straordinario Onana e alle prestazioni di alcuni calciatori come Matteo Darmian si è portata a casa la qualificazione.

L’approccio dei nerazzurri è stato abbastanza difensivo e nel primo tempo sono emerse le difficoltà offensive dei padroni di casa, mentre nel secondo tempo forse la stanchezza ha colpito l’Inter, che ha resistito agli attacchi del Porto con più di qualche brivido nel finale. La statistica sul possesso palla vede favoriti i portoghesi con il 65%, a dimostrazione di come l’approccio dei ragazzi di Inzaghi volesse lasciare iniziativa agli uomini di Conceicao, per cercare poi di colpire in contropiede.
Conceicao e il suo Porto: pochi riferimenti e tanti cross
Conceicao ha cambiato il Porto rispetto alla gara del Meazza, oprtando per il solito 4-4-2 ma con alcuni giocatori fuori ruolo. Tra i pali il solito Diogo Costa, con Marcano e Cardoso come centrali affiancati da Zaidu a sinistra e Pepe adattato come terzino destro, per dare spinta da quel lato. In mezzo al campo schierati Grujic ed Uribe, con Galeno a sinistra ed Eustaquio adattato a destra al posto dello squalificato Otavio. In avanti invece la coppia Taremi–Evanilson.

La vera novità per il Porto è stata la fascia destra, occupata da Eustaquio e Pepe, due giocatori adattati. L’idea di Conceicao era quella di mettere il canadese così da consentirgli di accentrarsi per giocare la palla e liberare spazio al portoghese, sempre pericoloso con i suoi cross. Nonostante ciò il primo tempo si è giocato prevalentemente sulla fascia sinistra dei padroni di casa, con Taremi che spesso si allargava per ricevere palla ed Evanilson che entrava in area insieme a Grujic, per sfruttare un eventuale cross.
L’Inter di Inzaghi: un approccio difensivista
Inzaghi ha confermato il 3-5-2 per l’Inter, schierando Onana tra i pali supportato da Acerbi, Bastoni e Darmian, uno dei migliori in campo, come terzetto difensivo. Sulle fasce Dumfries e Di Marco mentre in mezzo al campo hanno agito Cahlanoglu, Barella e Mkhitaryan, davanti invece la coppia Dzeko–Lautaro. I nerazzurri si sono adattati per limitare i padroni di casa, senza pressare particolarmente alti e mettendo in evidenza le difficoltà offensive avversarie, soprattutto nel primo tempo.

L’approccio tattico dell’Inter di Inzaghi è stato di tipo difensivista, schierando praticamente una difesa a 5 dal primo minuto, limitandosi ad assorbire il Porto, cercando di colpire in contropiede. Fino ai minuti finali i nerazzurri avevano mantenuto grande solidità e solo nelle ultime fasi di gara la stanchezza ha consentito agli uomini di Conceicao di creare più di qualche pericolo. Da segnalare le prestazioni di Onana e Darmian, fondamentali nel successo dei milanesi.
Il Porto pericoloso con palle alte e tiri da lontano: Grujic faro per Conceicao
Sin dal primo palleggio il Porto cerca di giocare la palla, alzando molto i due terzini Pepe e Zaidu, costringendo la difesa nerazzurra, in particolare gli esterni, a rimanere molto bassa. Diogo Costa ha dimostrato grande qualità con i piedi e spesso la soluzione era quella di trovare uno dei due centrocampisti, che si abbassava molto e conduceva palla nella metà campo avversaria. In particolare questo lavoro è stato fatto bene da Grujic, il migliore dei suoi, mentre Uribe ha avuto qualche difficoltà.

Il Porto ha trovato più di qualche difficoltà a trovare soluzioni palla a terra per bucare una difesa chiusa come quella dell’Inter, mentre si è reso pericoloso con le soluzioni da lontano e i cross. Dimostrazione di ciò sono sia il tentativo di Uribe nel primo tempo che tutta la seconda frazione di gioco, dove Conceicao ha concentrato il gioco sulla fascia di Pepe, che ha messo spesso palloni pericolosi e difficili da leggere per la difesa nerazzurra. Anche in questo caso Grujic è stato fondamentale, provando spesso la conclusione dalla lunga gittata e mandando in affanno la difesa ospite con i propri centimetri sulle palle alte.
A livello difensivo invece Conceicao ha preparato una partita di grande intensità, cercando il recupero del pallone quasi immediato e bloccando la prima costruzione milanese. La soluzione si è rivelata abbastanza efficace, tranne in un paio di occasioni dove i due mediani si sono fatti trovare statici e sono stati superati da dei filtranti, che hanno dato contropiedi pericolosi all‘Inter. Il Porto ha anche spesso lasciato l’1 contro 1 tra i due centrali e le due punte nerazzurre, che non sono riuscite a prevalere sulla difesa di casa.

Dal canto suo l’Inter si è affidato ad Onana, che ha respinto straordinariamente le offensive avversarie e ha accettato di lasciare i propri esterni molto bassi, quasi sulla linea dei difensori. La fortuna sicuramente è stata dalla parte di Inzaghi, che è stato graziato da un palo e una traversa nel finale. Fin lì tuttavia l’approccio aveva pagato e le occasioni del Porto erano arrivate solamente da lontano e quasi mai con scambi palla a terra.
Conclusioni
Il Porto ha dimostrato grande difficoltà quando si tratta di gestire il pallino del gioco nei match più importanti e si era reso molto più pericoloso all’andata con un approccio attendista. Merito comunque ai ragazzi di Conceicao per averci creduto fino alla fine e sicuramente la sfortuna ha anche giocato la sua parte. Se la partita fosse andata ai supplementari con un gol nel finale probabilmente i portoghesi avrebbero addirittura potuto spuntarla.

L’Inter ha passato il turno difendendo in maniera abbastanza agevole le iniziative del Porto, almeno fino ai minuti finali, ma alcuni calciatori di Inzaghi hanno giocato al di sotto delle aspettative. Tra questi Lautaro, Barella e Di Marco, anche Dumfries non ha brillato, ma ha salvato sulla linea un’occasione negli ultimi istanti di gara, salvando la porta nerazzurra. I nerazzurri si sono qualificati, ma questo tipo di approccio potrebbe non bastare ora che si entra nelle fasi calde della Champions League.