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Quando sembrava ormai rassegnarsi al deludente risultato di un pareggio a reti inviolate in occasione del match di UEFA Nations League contro il Portogallo, la Spagna ha tirato fuori il coraggio, lottando con il coltello tra i denti aggrappandosi all’ultimo minuto ad una vittoria di straordinario prestigio ottenuta a Braga. Questo trionfo di misura, non solo spinge la Roja alla fase finale finale del torneo ma serve anche ai calciatori per acquisire fiducia e capacità competitiva a meno di due mesi dalla Coppa del Mondo. Infatti, i giocatori e lo staff tecnico di Luis Enrique hanno celebrato questo risultato come se fosse un titolo. La Spagna aveva masticato la partita più e più volte, cercando di filtrare attraverso il muro portoghese, ma senza fortuna finché all’88’ minuto una grande azione collettiva ha permesso a Morata di trovarsi solo davanti alla porta. Il giocatore dell’Atletico Madrid ha fatto gol ed i tifosi spagnoli presenti a Braga sono scoppiati di gioia.
Portogallo-Spagna: il film della partita

In pochi prevedevano un risultato del genere, d’altronde la Spagna non ha prodotto una partita particolarmente brillante a Braga ma di certo sapeva come competere, si è difesa con un ottimo Unai Simón, impeccabile in tutti i suoi interventi. Ha preso il testimone del gioco e ha cercato ancora e ancora un modo per aprire il campo per avvicinarsi al gol da insaccare nella porta di Diogo Costa. Era un dominio più territoriale che reale, senza grossi problemi per la squadra portoghese; con Rodri schierato come perno del centrocampo, la Spagna sposta la palla da una parte all’altra, ma è una squadra troppo orizzontale, gli esterni non si muovono nel modo giusto, né Ferran Torres a destra né Sarabia a sinistra, e Morata vive isolato. Proprio l’attaccante dell‘Atleti, in una lunga lotta con Rúben Dias e Danilo, è riuscito a prendere una palla morta al 7′ servendo il pallone a Sarabia, che dalla seconda linea si è unito pronto a segnare, ma il suo tiro è stato respinto di Diogo Costa senza particolare fatica. Per la Spagna è stato comodo avere palla e il Portogallo ha dimostrato che il pareggio gli sarebbe servito ed andato bene, la partita ad un certo punto infatti è entrata in una fase di torpore, anche il pubblico dello stadio di Braga è stato contagiato: dopo un quarto d’ora di gioco si sono iniziati a sentire i fischi, reazione meritata per entrambe le squadre: la Spagna, per essere una squadra troppo piatta ed il Portogallo, per mancanza di ambizione.
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I portoghesi hanno sottoscritto spudoratamente la tecnica del contropiede, d’altronde anno giocatori adatti per farlo, al di là di un Cristiano Ronaldo che è già accompagnato dall’immancabile etichetta crepuscolare, anche se si tratta ancora di un giocatore straordinario non è più quell’extraterrestre immortale che risolveva le partite in un batter d’occhio. In compenso, il Portogallo è ora una squadra più corale, ha Bernardo Silva, che si muove come un angelo tra le nuvole in mezzo al campo e può contare anche su uno straripante Diogo Jota, lavoratore instancabile e talentuoso attaccante del Liverpool. Proprio il campione dei Reds sigla l’azione più pericolosa del primo tempo, quando tira fuori dalla manica un tiro che Unai Simón risolve e disinnesca con una parata. Mentre gli spagnoli sembravano avanzare lentamente perseguendo i loro piani, cercando di penetrare il muro portoghese, compatto come la pietra che fiancheggia lo stadio, il Portogallo si è adattato perfettamente a un copione più semplice basato su contropiedi e tiri dalla media distanza. Ci ha provato anche Bruno Fernandes, poco prima dell’intervallo, ma il suo tiro è andato a lato della porta difesa da Unai Simon.
Il secondo tempo di Portogallo-Spagna

Nella ripresa il match è stato scosso con Luis Enrique ha fatto entrare in campo Busquets e ha riportato Rodri in posizione centrale. Il Portogallo, sentendo l’odore di sangue, ha organizzato soluzioni offensive senza però trovare la rete, Ronaldo è riuscito ha far partire un tiro verso la porta di Unai Simón ma il portiere basco è andato bene a terra per respingere il suo tentativo. La Spagna, in fase difensiva, ha saputo raffreddare il bollente spirito del Portogallo, ma non ha risposto con la stessa potenza di fuoco offensiva, per questo Luis Enrique ha optato per un triplo cambio: sono entrati Pedri, Gavi e Yéremi Pino, alla ricerca di più creatività a centrocampo e un po’ più di pepe in attacco. Ancora una volta Ronaldo di rende pericoloso contro Unai Simon ma nel momento in cui prova a controllare la palla, Gayà lo anticipa, il portoghese non avrebbe fallito un’azione del genere cinque anni fa. L’ultimo proiettile di Luis Enrique scagliato verso il Portogallo è stato Nico Williams, in definitiva decisivo.
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Il giovane del Bilabo è stato pura effervescenza ed ha incoraggiato fortemente l’attacco della Spagna. Dopo che Morata ci ha provato con un tiro dalla distanza, ben respinto da Diogo Costa, sembrava che la partita stesse andando verso il pareggio a reti inviolate, ma la Spagna ha dimostrato di saper competere fino all’ultimo respiro. Il momento climax della gara arriva quando Carvajal si aggira sulla fascia destra e riceve palla da Rodri facendo partire un cross verso il secondo palo dove non è apparso alcun difensore centrale portoghese così che il giovane Nico Williams, con un colpo di testa, ha lasciato il pallone in regalo a Morata che all’88’ minuto ha segnato finalmente il gol che ha sbloccato la gara portando in vantaggio le Furie Rosse facendo esplodere la panchina della Spagna. In seguito è bastato sopportare un paio di spinte senza troppa precisione del Portogallo e aspettare il fischio finale per rendersi conto che la Roja ha dimostrato di non mollare mai approdando alle finali della Nations League.
Il premio per la Spagna

La Spagna ha ottenuto anche un premio extra vincendo a Braga contro il Portogallo infatti, oltre a conquistare un posto nelle “final four” della UEFA Nations League, si assicura di essere inserita in un girone di 5 squadre anziché 6, dunque un gruppo più piccolo, in vista di Euro 2024. Il 9 ottobre a Francoforte si terrà il sorteggio per decidere i gironi di qualificazione al prossimo Campionato Europeo e le 53 squadre europee (Russia esclusa) saranno suddivise in dieci gironi: sette gruppi da cinque squadre e i restanti tre, di sei. Le quattro finaliste di Nations League, Italia, Olanda, Croazia e Spagna, si assicurano, per questione di calendario, di avere un girone di cinque squadre e inoltre, grazie alla loro buona prestazione nel torneo UEFA per nazionali, tutti e quattro le squadre finaliste sono teste di serie. È sorprendente che Inghilterra e la Francia, che hanno prodotto una campagna di Nations League molto deludente, non siano tra le prime teste di serie nel sorteggio: entrambe partiranno infatti dalla seconda fascia. Il prossimo grande evento del calendario spagnolo sarà il sorteggio di Euro 2024, che si terrà in Germania, da lì in poi la Spagna punterà già sul Mondiale in Qatar, in cui debutterà il 23 novembre contro il Costa Rica senza dimenticare che la Roja giocherà le fasi finali della Nations League nel giugno 2023, nei Paesi Bassi.
Luis Enrique: l’uomo delle finali

“Man mano che la partita andava avanti, era più chiaro che avremmo segnato”, ha detto Luis Enrique in sala stampa allo stadio del Braga, pochi minuti dopo che il gol di Morata ha sancito una vittoria particolarmente importante per la Spagna si per quello che significava sportivamente la classifica finale delle Nations League sia per il valore della gara in termini di umore dei giocatori. Le parole di Luis Enrique svelano anche un carattere particolarmente competitivo che l’allenatore asturiano ha saputo trasmettere ai suoi uomini. Al di là del fatto che molte delle sue decisioni sono soggette a un controllo costante, o che i suoi modi davanti alla stampa irritino più di qualcuno degli addetti ai lavori, l’allenatore ha fatto della Spagna una squadra, se non brillante come nel viaggio d’oro (2008-2012), almeno competitiva contando il fatto che l’ex tecnico balugrana ha fatto giungere ancora una volta la Roja tra le migliori nazionali del continente nonostante non abbia tra i suoi uomini nessun candidato al Pallone d’Oro. Tutto ciò lo ha dimostrato ancora una volta piazzando la Spagna nella finale della Nations League, la seconda consecutiva; solo Olanda (2019 e 2023), Italia (2021 e 2023) e Spagna (2021 e 2023) possono vantare di essere state in due finali del nuovo torneo UEFA. Il carattere e la competitività di Luis Enrique hanno assicurato alla Spagna un posto d’onore tra le migliori del continente nonostante abbia un elenco di giocatori molto più giovane rispetto ad altre grandi squadre e contando il fatto che tra le sue convocazioni non compaia il nome di nessuna grande star internazionale.
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Le Furie Rosse per ora si stanno confrontando con il loro miglior momento da quando Luis Enrique è subentrato alla guida della nazionale. L’allenatore spagnolo ha fatto brillare la sua rosa piazzando la Spagna nella finale delle Nations League del 2021, in cui solo una controversa decisione arbitrale lo ha separato dalla vittoria contro la Francia e l’ha fatta risplendere ancora di più mesi dopo, firmando una grande percorso in Euro 2020 competizione in cui la Spagna non ha giocato la finale, ma è caduta in semifinale ai rigori contro il futuro campione italiano. Luis Enrique si è ripetuto di nuovo in questa edizione del nuovo torneo UEFA vincendo contro ogni pronostico in Portogallo. Erano passati 19 anni da quando la Spagna aveva vinto nel paese vicino finalmente è tornata a trionfare e lo ha fatto in maniera straziante, con un gol all’88’ad opera di Morata, che rafforza il piano dell’allenatore per il Mondiale. Il sentimento dell’allenatore con le finali era già evidente ai suoi tempi da allenatore del Barcellona con cui ha disputato nove finali vincendone otto: ha giocato una finale di Champions League, una di Supercoppa Europea, una del Mondiale per club, tre di Copa del Rey e tre di Supercoppa di Spagna, le ha vinte tutte, ad eccezione della Supercoppa di Spagna che ha perso contro l’Atletico Bilbao nell’estate del 2015.
Nico Williams brilla di luce propria

Sono bastati due piccoli momenti da subentrante a Nico Williams per guadagnarsi il biglietto per la Coppa del Mondo, gli scampoli di partita con Svizzera e Portogallo. La brillante e decisiva apparizione nel match di Braga contro i portoghesi mette il tecnico Luis Enrique nella meravigliosa condizione di essere costretto a convocarlo nella lista finale per il Qatar. Nico Williams è stata l’ultima modifica apportata da Luis Enrique. Al 72′ minuto entra al posto di Ferran Torres, la sua presenza ha regalato alla Spagna verticalità, profondità, velocità, slanci, sicurezza di sé per affrontare gli avversari, audacia e coraggio, tanto che i suoi compagni di squadra lo cercavano costantemente per dargli la palla e tanto che l’attaccante 20enne del Bilabo l’ha giocata spesso uno contro uno. Contro la Svizzera invece, il giorno dell’esordio, Nico è entrato sulla fascia destra, come è solito fare nel club basco, nella gara contro il Portogallo invece, come si è visto in occasione dell’assist servito a Morata, è entrato occupando la fascia sinistra. Yeremy Pino era incaricato dunque di occupare il lato destro del campo.
La Spagna aveva il 70% di possesso palla, ma non aveva tirato nemmeno una volta tra i pali, nei primi 60 minuti del tempo di gioco Luis Enrique ha utilizzato Gavi, Pedri e Yeremy Pino, dieci minuti dopo è entrato Nico Williams e la percentuale di possesso palla delle Furie Rosse è scesa al 67%, ma sono allo stesso tempo arrivati tutti e cinque i tiri in porta della Roja. La scintilla scatenata dagli ingressi in campo di Yeremy Pino e Nico ha devastato e creato scompiglio nella difesa avversaria, molto più di Ferran Torres e Sarabia nel primo tempo. In pochi giorni di convivenza, Nico ha conquistato i suoi compagni di squadra.“Morata mi ha detto che l’obiettivo è mio “, ha detto ieri Nico nelle dichiarazioni dopo la partita, aggiungendo:“È un onore aiutare la squadra e ottenere un posto nelle Final Four. A poco a poco sto crescendo come giocatore e come persona. L’allenatore mi ha detto di essere coraggioso, di affrontare. Essere nel Mondiale è una decisione dell’allenatore”. Luis Enrique deciderà ma il verdetto dei tifosi è chiaro ed unanime: Nico deve essere parte della rosa per la spedizione Mondiale.