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La Premier League percorre le orme della Serie A con un finale di stagione all’insegna delle incertezze in programma domenica 22 maggio dalle 17. Guardiola, dopo la cocente eliminazione del suo Manchester City nella disfatta del Santiago Bernabeu, proverà a regalare l’ottavo titolo d’Inghilterra ai propri supporters, ma il Liverpool di Klopp non mollerà di un centimetro fino al triplice fischio finale. A qualche gradino di distanza, Antonio Conte è sempre più vicino ad un’impresa che qualche mese fa aveva dell’impossibile. Il Tottenham, infatti, è ad un passo dal ritorno in Champions League, con l’Arsenal a due lunghezze di distanza. Il morale è diametralmente opposto in casa Manchester United, i Red Devils sono reduci da una stagione decisamente al di sotto delle aspettative. Dopo la mancata qualificazione all’Europa che conta, infatti, gli uomini di Ralf Rangnick dovranno dare il tutto per tutto per assicurarsi quantomeno la prossima Europa League, con il West Ham pronto ad approfittare di ulteriori passaggi a vuoto. Le emozioni, comunque, non mancano neanche a bassa quota, a suggellare definitivamente il fascino del campionato più bello del mondo. I tifosi di Leeds e Burnley probabilmente vivranno i giorni della vigilia tra preghiere e scongiuri, visto che sulle loro squadre – appaiate a 35 punti – aleggia l’ombra della Championship.
Premier League, Manchester City-Liverpool per il testa a testa finale: occhio a Steven Gerrard
L’ultima partita della stagione vedrà il Manchester City ospitare l’Aston Villa, una vittoria garantirebbe ai Citizen la certezza del titolo, ma sulla panchina avversaria siede l’uomo-simbolo del Liverpool: Steven Gerrard. L’ex capitano dei Reds non andrà all’Etihad Stadium nel ruolo di vittima sacrificale e certamente caricherà i suoi calciatori per tenere alte le motivazioni, sebbene i villains non abbiano più nulla da chiedere al loro campionato. Proprio Stevie G conserva nella sua mente un ricordo amarissimo del Manchester City: un suo scivolone da ultimo uomo, infatti, in quel nefasto 27 aprile 2014, spianò la strada al Chelsea di Mourinho che si impose con un definitivo 0-2 ad Anfield. Quel risultato, di fatto, consegnò la Premier League ai Citizen di Manuel Pellegrini, rimandando titoli e ambizioni Reds all’era Klopp. Sono passati tanti anni e Gerrard ha comunque vinto diversi titoli prestigiosi in carriera, ad eccezione del campionato inglese. Chissà che, sulla rotta di Manchester, quel 27 aprile non diventi un incentivo per rovinare la festa al City, al momento primo in classifica a quota 90 punti. Nessuno regalerà nulla, ma questo Pep Guardiola lo sa molto bene. Il Liverpool, appena sotto con 89 punti, ospiterà il Wolverhampton, autore di una prima parte di stagione decisamente al di sopra delle aspettative. I Wolves hanno lottato per l’Europa nell’arco di questa stagione, ma alla fine potranno aspirare massimo all’ottavo posto, appena sotto la posizione utile per l’ingresso in Conference League. Gli uomini di Bruno Lage, inoltre, non vincono da ormai sei giornate, il netto calo di prestazioni lascia pensare ad un impegno in discesa per il Liverpool.
Premier League, due coppe per due campi: la Premier programma il gran finale
Un campionato così incerto fino all’ultimo istante genera, per forza di cose, anche qualche piccola complicazione dal punto di vista organizzativo. Sotto quest’aspetto, come racconta The Telegraph, Richard Masters presenzierà all’Etihad Stadium con il trofeo originale da consegnare al Manchester City in caso di vittoria. A Liverpool, invece, verrà portata una fedelissima replica del trofeo originale, così da garantire a entrambe le squadre i migliori festeggiamenti in caso di successo.
Premier League, Conte sempre più leader: il Tottenham sogna la Champions League
Antonio Conte, per l’ennesima volta, è l’artefice di un vero e proprio capolavoro calcistico. Il tecnico salentino ha vinto scudetti con Juventus e Inter, riportandole ai vertici del campionato italiano dopo stagioni difficili. Quest’anno, Conte è subentrato alla guida del Tottenham, prendendo il posto di Nuno Espirito Santo. A novembre, gli Spurs erano al nono posto in Premier League, con 15 punti conquistati dopo 10 partite. L’ex CT della Nazionale ha cambiato completamente marcia dal giorno del suo arrivo. Lavoro e sacrificio, ma soprattutto la disponibilità dei giocatori che non è tardata ad arrivare. Dopo qualche difficoltà iniziale, il Tottenham ha letteralmente spiccato il volo verso la Champions League e il 3-0 rifilato all’Arsenal è stata un’autentica prova di forza a danno degli uomini di Arteta, riflesso del temperamento dell’allenatore e della fame di vittorie che da sempre ne caratterizza l’operato. Gli Spurs sono quarti con 68 punti, una vittoria sul campo del retrocesso Norwich garantirebbe loro la qualificazione alla prossima edizione della Champions League. Nel derby londinese a distanza, l’Arsenal – inchiodato a 66 punti – ha diversi rimpianti, specie al netto del 2-0 maturato sul campo di un Newcastle ormai privo di ambizioni. Adesso, per non lasciare nulla d’intentato, i giovanissimi Gunners sono chiamati ad una reazione d’orgoglio in occasione del prossimo e ultimo impegno che vedrà i nord-londinesi ospitare l’Everton all’Emirates.
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Premier League, il Manchester United sfida il baratro: 90 minuti per non sprofondare definitivamente
Se il Tottenham di Conte rappresenta una vera e propria sorpresa in positivo, specie per le acque tormentate in cui navigavano gli Spurs, il Manchester United è invece la vera delusione di un campionato che rischia di diventare disastroso. Il 4-0 rimediato contro il Brighton poteva offrire un passivo ancora più ampio, ma rappresenta comunque solo la punta di un iceberg ben radicato. Ralf Rangnick è subentrato a Ole Gunnar Solskjær, ma il cambio di guida tecnica non ha sortito gli effetti desiderati, anzi i Red Devils spesso hanno dato l’impressione di essere spaesati in campo e poco coesi come gruppo. La stagione è stata deludente sotto ogni aspetto, ma prima di assistere alla rivoluzione che porterà Erik Ten Hag, futuro allenatore del Manchester United, i ragazzi di Rangnick devono vincere sul difficile campo del Crystal Palace per assicurarsi la qualificazione alla prossima Europa League. Il West Ham, infatti, a quota 56 punti dista solo due lunghezze dai Red Devils e proverà ad espugnare il campo del Brighton per tenere fino all’ultimo il fiato sul collo dei diretti concorrenti.
Premier League, Burnley e Leeds è duello serrato: lotta per scacciare lo spettro della Championship
Sono tanti, dunque, i verdetti da decretare nella massima divisione inglese. Burnley e Leeds sono appaiate a 35 punti e per una delle due il destino sarà amaro al termine degli ultimi 90 minuti di gioco effettivo. Entrambe le squadre sfideranno avversari che ormai non hanno più niente da chiedere a questa Premier League. Il Burnley, però, conterà sulla spinta del proprio pubblico nella partita casalinga contro il Newcastle, un dettaglio che potrà risultare determinante quando sarà il momento di tirare le ultime somme. Al Leeds il pareggio raggiunto in extremis potrebbe aver dato ritmo e fiducia in vista dell’ultimo impegno stagionale, ma non ha comunque mosso più di tanto la classifica. I 78 gol subiti, oltre due di media a partita, sono un dato preoccupante che evidenziano i limiti difensivi di una squadra che avrebbe potuto ottenere qualche punto in più con una maggiore solidità da parte della sua retroguardia.
Premier League, calcoli e criteri: ecco cosa c’è da sapere
Gli ultimi 90 minuti della Premier League ci racconteranno molto di questa stagione, ma cosa succederebbe nel caso in cui due squadre arrivassero appaiate a pari punti? In tal caso, si procederebbe con il calcolo della differenza reti generale per poi considerare il numero dei gol segnati. Manchester City e Liverpool lottano per il titolo, se arrivassero con la stessa differenza reti e lo stesso numero di reti all’attivo, ipotesi remota ma comunque non impossibile sulla carta, il titolo verrebbe assegnato tramite uno spareggio finale tra le due squadre coinvolte.