Qatar 2022, Duke trascina l’Australia: dal Giappone con la voglia di riscatto

Non sono mancate le emozioni e lo spettacolo in questo avvio di Mondiale, un edizione all’insegna della novità e delle sorprese. In questa prima frazione di competizione, tra le tante candidate alla vittoria finale, le squadre ad aver avuto la meglio sono proprio le outsider. Un termine che riassume al meglio tali compagini, etichettate come squadre materasso ma che invece stanno dando filo da torcere alle numerose corazzate. Arabia Saudita, Giappone e Corea del Sud, queste le nazionali che hanno collezionato risultati unici, vittorie storiche per puntare in grande senza paura. Ad aggiungersi a questo speciale trenino, anche l’Australia, alle prese con il suo girone di ferro contenente Tunisia, Francia e Danimarca.

Due delle migliori compagini europei ed una delle migliori del continente africano, per un ritorno al Mondiale più complicato del previsto. Nonostante la batosta subita alla prima giornata con i galletti, gli uomini di Graham non si sono arresi, tenendo vivi i sogni di qualificazione con il trionfo contro i tunisini. Vittoria di misura decisa dal gol di Mitchell Duke, vero trascinatore dei socceroos in questo inizio. La prima rete dell’attaccante australiano arriva da lontano, un gol spettacolare per un giocatore militante nella seconda lega giapponese, una voglia di riscatto immensa in via di sfogo in questo nuovo Mondiale.

Qatar 2022, la carriera di Duke: il giramondo australiano

La carriera di Mitchell Duke parte da lontano, un viaggio immenso iniziato ovviamente nella sua Australia. Cresciuto nei Central Coast Mariners, debutta in prima squadra all’età di 19anni, mettendo a referto il suo primo gol nel suo debutto assoluto. Un gol che ha portato in discesa la sua ascesa nel calcio australiano, tanto da farsi spazio come titolare già nella stagione successiva. La sua esperienza con i mariners si chiude con 13 reti in 66 presenze, numeri che lo conducono una volta per tutte lontano da casa. Nel 2015 si sposta così in Giappone, più precisamente con la maglia dello Shimizu.

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Esperienza quella con il club nipponico che lo ha visto giocare tra prima e seconda serie, non riuscendo mai aa incidere quanto dovuto. Con un povero bottino di tre gol in 89 presenze, Duke ritorna così nella mansione oceanica, stavolta con i colori del Sydney Wanderers. Una mossa tanto criticata quanto giusta, due stagioni con i capitolini che lo hanno reso grande anche fuori dal territorio di casa. Le statistiche parlano chiaro, 18 reti in 37 presenze, un ritorno in Australia che ha fruttato così tanto da farlo muovere fino in Arabia Saudita.

Approdato nel campionato arabo nel 2020, Duke firma con l’Al-Taawon per una cifra pari a 750 mila euro. Il suo secondo trasferimento fuori dalla terra australiana è simile al primo, o forse anche peggio. Con gli arabi, Duke chiude la stagione senza alcuna rete ne assist in 12 presenze, tante aspettative dunque spente in modo così rapido e doloroso. Costretto per l’ennesima volta al ritorno in Australia, Duke sbarca per la seconda volta nella capitale, dando vita alla sua seconda esperienza con i Sydney Wanderers.

Qatar 2022, la scommessa giapponese: il ritorno in Nazionale

Nel 30 giugno del 2021, Duke torna così a vestire la maglia dei Sydney Wanderers per la seconda volta nella sua carriera. Il suo impatto con i capitolini è più che positivo, così come la sua prima esperienza. Al termine dell’annata, Duke segna sei reti in 17 presenze, un deja-vu o qualcosa di tanto simile; un ambiente quello dei Wanderers che sembra quasi remunerare le sue qualità. Nell’estate dello stesso anno, si ripresenta l’occasione di trasferirsi in Giappone, un trasferimento molto simile a quello fatto nel lontano 2015. Non ci pensa due volte Duke, accettando così le pretese del Fagiano Okayama nel 2021.

Questa volta più di tutte, le caratteristiche tecniche dell’australiano vengono a galla, senza paura con una voglia di riscatto mai vista prima. Non importa se prima o seconda serie, Duke riesce ad ogni modo a conquistare il cuore dei tifosi nipponici a suon di gol e giocate d’autore. Le sue due stagioni con l’Okayama, si concludono con 50 presenze e 11 reti, numeri che aiutano i club asiatico ad arrivare sino allo spareggio per la promozione, poi perso per mano dello Yamagata.

Quest’ultima sconfitta non macchia di certo l’esperienza complessiva di Duke, divenuto in poco tempo il beniamino dei tifosi. Le sue prestazioni e la sua costanza, fanno sì che venga convocato dalla nazionale australiana a distanza di due anni dall’ultima volta, potendosi così giocare le sue carte nelle partite di qualificazione al Mondiale qatariota della sezione asiatica.

Qatar 2022, la qualificazione Mondiale: brilla una stella

Tornato così in nazionale alla vigilia della stagione del 2022, Duke si prepara assieme ai suoi compagni per le qualificazioni per la Coppa del Mondo. Il percorso australiano termina con 15 punti in 10 uscite, per una classifica finale che li ha visti concludere al terzo posto ad una lunghezza dall’Oman. Sicuri di un posto ai play-off per staccare un biglietto direzione Qatar, il vero mattatore della rosa è proprio Mitchell Duke. La rinascita del bomber oceanico continua proprio nella competizione pre-Mondiale, concludendo la stessa con cinque reti in 15 presenze.

La qualificazione finale degli australiani arriva al termine dei due trionfi con Emirati Arabi Uniti e Perù, due vittorie che hanno riportato i socceroos a partecipare ad un Mondiale. A brillare nella rosa di mister Graham è proprio Duke, distintosi per le sue giocate a vantaggio del collettivo. Sponde e passaggi chiave ai compagni divenuti oramai l’abituale per l’attaccante dell’Okayama, riuscito così a dare costanza anche con la maglia della sua nazionale.

Qatar 2022, il percorso dell’Australia: Duke abbatte la Tunisia

Tornando al presente, con l’Australia qualificata al Mondiale, Duke è tornato a partecipare ad uno dei palcoscenici di maggior livello in piano internazionale. Il grande salto dalla seconda lega giapponese al Mondiale non ha influito sull’attaccante, tanto da renderlo la prima scelta anche per mister Graham. Schierato come punta centrale in un 4-4-2, il suo apporto alla difesa e la sua fisicità lo rendono perfetto per il gioco dei socceroos. Levando la sconfitta maturata con la corazzata Francia, è stato proprio Duke a riaccendere i sogni australiani con la rete contro la Tunisia; unica rete del match che ha portato così l’Australia a tre punti nel girone.

Attualmente al secondo posto, in caso di non vittoria della Danimarca con la Francia, all’Australia basterebbe di fatto un pareggio nella prossima giornata per passare il turno. Contro ogni pronostico, i socceroos sono riusciti a farsi spazio anche in uno dei gironi più difficili di questa edizione, anche grazie allo zampino della sua stella. Un colpo di testa letale sul secondo palo, una girata simile ad un passo di danza che ha abbattuto una volta per tutte la Tunisia. Un destino pieno di ostacoli che non ha influito sul rendimento di Duke, riuscito con il tempo a eliminare la sua paura più difficile, quella di volare sempre più in alto.