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Nell’ambito della Storia dello Sport l’agonismo assume le caratteristiche del combattimento, una modalità per dimostrare la propria superiorità e non solo. Siamo in Qatar, e la politicizzazione dei Mondiali è fonte di discussione sin da principio. Il legame del calcio con il patriottismo è reso emblematico da abitudini quali: indossare maglie dei propri idoli calcistici e sventolare bandiere. Su La Gazzetta dello Sport un titolo odierno ricorda come questo sia il Mondiale più politicizzato della storia: “Giocare a calcio non significa solo giocare a calcio. E ogni tanto finisce che la politica invada il campo e lo appalti, per farne un uso strumentale”.
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Al culmine della Storia: Qatar 2022
Il gioco del calcio è tutt’altro che privo di valore, come sottolineava lo storico Johan Huizinga: “Esso è utile ad interpretare il presente e la cultura”. Una cultura piuttosto repressiva quella dei presenti Mondiali di Qatar 2022 sommata ai dubbi su quello che è considerato il “lato oscuro” della Fifa. La scelta di un Paese come il Qatar è la scelta di attenersi ad una cultura diversa, che affascina e spaventa. Le proteste non tardano ad arrivare e ne è esempio la Germania di Hans-Dieter Flick che nel pomeriggio del 23 novembre ha affrontato il Giappone di Hajime Moriyasu mostrando un atteggiamento risentito relativamente alla questione omosessuale. Nonostante sia l’Ambasciata Tedesca che il Governo Inglese si siano espressi circa il divieto e gli avvertimenti relativi all’illegalità dell’omosessualità, sono comparsi simboli, ed espressioni comunicative di disagio a partire dal capitano Manuel Neuer che – dicono i titoli- : “Sfida la Fifa“.

Fifa e Qatar 2022: quando il presidente Blatter lo considerò un errore
“Il gioco rimane centrale nel processo di creazione della cultura e quest’ultima rimane prolifica, viva”, nel caso del Mondiale di Qatar, fu la stessa Fifa ad imputarne il carattere fortemente repressivo. Sepp Blatter presidente della Fifa, quando nel 2010 fu scelto il Qatar come palcoscenico per i Mondiali, considerò l’idea: “Un errore”. Una considerazione lungimirante soprattutto se si considerano fattori quali il non rispetto dei diritti umani e dei principi democratici. Ma per chiudere il cerchio sulla strumentalizzazione di un gioco che dovrebbe unire tifosi di tutto il mondo, per vivere con gioia il percorso della propria nazionale, l’aspetto più preoccupante e scandaloso resta l’oscurità relativa alla presunta corruzione che aleggia sulla scelta di Qatar 2022.