Domenica 19 marzo, al Camp Nou di Barcellona, è andata in scena una delle partite più importanti dell’anno. Un match che, come tutte le sfide tra Real Madrid e Barcellona, aveva un peso particolare, ma che è risultato forse più cruciale del solito per le stagioni delle due squadre. Il Barcellona di Xavi, infatti, ha dato una botta quasi definitiva alla Liga 2022/23, vincendo 2-1 il e portandosi a +12 sul Real di Ancelotti, chiudendo praticamente il discorso scudetto già a metà marzo.
Quello del 19 marzo è stato il match fra le due compagini numero 253, considerando le gare ufficiali in tutte le competizioni (278 tenendo in considerazione anche le amichevoli). Uno scontro storico, quasi 100 anni di sfide continue, sia in campo che fuori. Nell’immaginario collettivo, specialmente in Europa, è probabilmente l’incontro calcistico più significativo di sempre, un vero e proprio classico di questo sport (non a caso viene indicato come “El Clasico”).

Real Madrid-Barcellona, “más que futbol”: le ragioni storiche, politiche e sociali della rivalità
La rivalità tra Real Madrid e Barcellona però, va oltre ai confini del rettangolo di gioco. Come direbbero in Spagna, El Clasico è “más que futbol“: si tratta di una vera e propria contrapposizione storica tra due realtà, dal punto di vista geografico, politico e sociale. Madrid e Barcellona sono divise dalla storia, nel senso pieno del termine. Lo strappo ha radici profonde e inizia a consumarsi nel IX secolo, quando nasce la regione della Catalogna, lontana geograficamente, politicamente e linguisticamente dall’attuale capitale spagnola.
Seicento anni dopo nasce il Regno di Spagna, con i catalani che di dissociano politicamente ed ideologicamente dal concetto di nazionalismo e imperialismo spagnolo, portando avanti ideali legati all’indipendentismo, sia politico che culturale e linguistico. Il percorso della storia incanala Madrid e Barcellona, la Castiglia e la Catalogna, su universi paralleli, destinati a non incrociarsi mai.

Dopo secoli di distacco ideologico tra le due realtà, nel 1931 la Catalogna ottiene il bilinguismo territoriale, con Barcellona che diventa capitale della comunità catalana. La guerra civile spagnola (1936-1939) rimescola le carte, con il generale Francisco Franco che cancella l’autonomia della regione e dichiara illegale il catalano. Dopo la morte del dittatore, nel 1978, la Catalogna vota a favore della nuova Costituzione spagnola (che riconosce autonomie alle regioni) e torna dunque ad essere comunità autonoma.
Dichiaratasi nazionalità nel proprio statuto, la Catalogna esprime rivendicazioni nazionalistiche, autonomistiche e indipendentistiche derivanti dalle proprie peculiarità linguistiche e culturali. Negli ultimi anni, tuttavia, il sentimento indipendentista della Catalogna è cresciuto nuovamente al punto tale che nel novembre 2014 si è tenuto un referendum per la separazione dalla Spagna. Il 27 ottobre 2017, a seguito di un contestato referendum indipendentista, è stata dichiarata unilateralmente l’indipendenza dalla Spagna.

In contesti come questi, il calcio, essendo lo sport popolare per eccellenza, diventa cassa di risonanza di un fenomeno socio-culturale. Il Real Madrid infatti, rappresenta la “squadra della Corona”, della capitale, la massima espressione della centralità del Regno di Spagna. Il Barcellona, al contrario, rappresenta la Catalogna, quindi l’indipendentismo, quindi il totale distacco dalla realtà politica e ideologica della Castiglia. Ecco perché El Clasico non è solo una partita di calcio: vincerlo, significa infatti ribadire una supremazia sociale, politica e culturale.
Real Madrid-Barcellona, le origini della rivalità sportiva
Il primo Clasico di cui si hanno tracce risale al 17 febbraio 1929. Si giocava in casa del Barcellona, ma ad avere le meglio fu il Real Madrid, che si impose per 1-2 grazie alla doppietta di Morera. Ci vollero però una decina di anni prima che il match iniziasse ad essere il più importante e sentito della Spagna, e la causa va attribuita al dittatore Francisco Franco, che prese il comando nel 1939.

È il 13 giugno del 1943. A Chamartin la gara tra Real Madrid e Barcellona finisce 11-1. L’andata, giocata a Les Corts in casa del Barça, era finita 3-0 per i catalani. Tante leggende circa questa partita, ma tutte con lo stesso finale: il regime di Franco avrebbe influenzato in maniera significativa l’incontro, intimidendo non solo i giocatori, ma anche tifosi e dirigenza. Francisco Franco non era tifoso dei blancos come molti dicono, ma tifava l’Atleti, l’altra squadra di Madrid. L’intento però, era ben chiaro: favorire una squadra castigliana e penalizzare quella catalana.
La rivalità calcistica esplode completamente negli anni Cinquanta, a causa di Alfredo Di Stefano. Ritenuto uno dei migliori calciatori di tutti i tempi, Di Stefano è stato una vera e propria leggenda del Real Madrid, ma non tutti sanno che sarebbe potuto approdare al Barcellona. Prima di arrivare in Spagna, i diritti dell’argentino naturalizzato spagnolo, erano divisi tra il club colombiano Millionarios e il River Plate. Sia i blancos che i blaugrana erano interessati all’attaccante ed entrambe trovarono un accordo per la sua acquisizione, il Real con i Millionarios e il Barça con il River.

Il campionato colombiano non era però affiliato alla FIFA e tutti i trasferimenti con i campionati non affiliati erano illegali. Il Real perse dunque il suo accordo ed il calciatore, con il via libera della FIFA, sarebbe dovuto finire in Catalogna. L’operazione si decise grazie all’intervento di un mediatore, Armando Munoz Calero, che propose l’alternanza tra le due squadre, con Di Stefano che avrebbe dovuto giocare le stagioni 1953/54 e 55/56 con il Real Madrid e quelle 54/55 e 56/57 con il Barcellona.
Tutte le parti erano d’accordo, ma dopo alcuni malumori interni nella dirigenza, il Barça decise di fare clamorosamente dietrofront, lasciando il calciatore ai rivali del Real. Quasi uno scherzo del destino, visto che Alfredo Di Stefano sarebbe diventato uno dei giocatori più importanti e acclamati della storia del club della capitale di Spagna, con due palloni d’oro vinti (1957 e 1959) e 216 gol in 282 partite.

Real Madrid-Barcellona, numeri e statistiche del Clasico
Come detto, considerando tutte le competizioni, sono ben 253 le sfide tra i due giganti del calcio spagnolo che, nonostante la rivalità e l’ostilità reciproca, sembrano proprio non poter fare a meno l’uno dell’altro: per entrambe, infatti, la grande rivale è l’avversaria più affrontata della storia. Il bilancio complessivo è super equilibrato, ma leggermente a favore dei madrileni, che hanno ottenuto tre vittorie in più rispetto ai catalani (102 a 100), mentre i pareggi sono 51.
I big match tra le due squadre nella Liga spagnola sono stati in totale 186, con 77 vittorie dei blancos, 35 pareggi e 74 successi dei blaugrana. Equilibrio quasi totale per quanto riguarda i gol segnati: 299 il Real Madrid e 298 il Barcellona. Nelle 36 partite di Coppa di Spagna, invece, sono i catalani ad aver vinto più partite: 16 contro le 12 dei rivali, con tre reti segnate in più (68 a 65).

Discorso analogo per la Coppa di Lega spagnola, dove il Barça, sulle 6 partite disputate, ne ha vinte due e pareggiate 4, con 13 reti a 8. Chiudendo l’analisi sui dati relativi alle competizioni nazionali, nelle 15 partite di Supercoppa di Spagna, è il Real ad avere avuto più volte la meglio: 8 vittorie delle merengues, 5 pareggi e 2 successi dei catalani, con 13 reti in più segnate (33 a 20).
In Europa, nella competizione più prestigiosa del calcio per le squadre di club, la Champions League, Real Madrid e Barcellona sono solite arrivare quasi sempre in fondo, compiendo spesso grandissime imprese. Nella storia, le due big di Spagna si sono scontrate 8 volte in campo europeo, con 3 successi del Real, 3 pareggi e 2 vittorie del Barça, e 3 reti segnate in più dai blancos (13 a 10).

A livello di coppe, il Real Madrid, che è il club più titolato al mondo, ha vinto 98 trofei, considerando i 68 nazionali (35 campionati spagnoli, record assoluto, 19 Coppe di Spagna, 1 Coppa di Lega, 12 Supercoppe Spagnole e 1 Coppa Eva Duarte) e i 30 internazionali (14 Champions League, record assoluto, 2 Coppe UEFA, 5 Supercoppe Europee, 5 Mondiali per club, altro primato, 3 Coppe Intercontinentali e 1 Coppa Iberoamericana).
Il Barcellona è la squadra che, a livello nazionale, ha vinto più trofei in assoluto in Spagna, considerando 26 campionati spagnoli, 31 Coppe di Spagna, 2 Coppe di Lega, 14 Supercoppe di Spagna e 3 Coppe Eva Duarte, per un totale di 76. Complessivamente però, i catalani hanno vinto meno rispetto ai rivali storici, che vantano ben 13 titoli internazionali in più. I blaugrana infatti, hanno vinto 17 trofei internazionali, di cui 5 Champions League, 5 Supercoppe Europee, 3 Mondiali per Club e 4 Coppe delle Coppe.

Real Madrid-Barcellona, i protagonisti principali dello storico big match
A livello individuale, sono tantissimi i protagonisti del Clasico. Sul piano delle presenze complessive, i calciatori che hanno disputato più volte questo incontro sono Lionel Messi e Sergio Ramos, entrambi con 45 apparizioni nei Clasicos. A seguire troviamo il terzetto composto da Xavi, Paco Gento e Manuel Sanchis. Dei giocatori ancora in attività, i più presenti in questo big match sono Sergio Busquets (41), Andres Iniesta (38) e Karim Benzema (37).
Altro primato per Messi nei Clasicos: l’argentino è il miglior marcatore di sempre nel confronto tra Real Madrid e Barcellona, con 26 gol totali, 8 in più rispetto ad Alfredo Di Stefano e Cristiano Ronaldo, entrambi secondi con 18 reti. A seguire, troviamo Raul con 15, Gento, Puskas e Cesar Rodriguez con 14, Santillana con 12, Luis Suarez con 11 e Samiltier, Juanito, Hugo Sanchez e Benzema con 10.

Nel corso degli anni, sono stati diversi i personaggi ad alimentare la già accesissima rivalità tra i due club. Nella storia recente, non si può non citare Pep Guardiola e José Mourinho, due allenatori così grandiosi e così diversi, perfetti per rappresentare le rispettive società, che a suon di dichiarazioni, hanno sempre infiammato il confronto.
Stesso discorso per i doppi ex: il primo a passare da una sponda all’altra fu Alfonso Albeniz, che nel 1902 passò dal Barcellona al Real Madrid, ma sono diversi i calciatori ad aver vestito entrambe le maglie. Su tutti ricordiamo Ronaldo “il fenomeno“, approdato al Real nel 2002 dopo un passato in blaugrana, Samuel Eto’o, protagonista del percorso inverso, e Luis Figo, che nel 2000 si trasferì dalla Catalogna a Madrid.
Il caso di Luis Figo resta quello più clamoroso, poiché a questo trasferimento è legato un aneddoto piuttosto simbolico della rivalità tra Real Madrid e Barcellona. È il 23 novembre 2002 e i blancos fanno visita al Camp Nou; il portoghese, grande ex della gara, si appresta a battere un calcio d’angolo, quando i suoi vecchi tifosi gli lanciano una testa di maiale, in quello che, proprio a causa di questo episodio, verrà ribattezzato “el Clasico del cochinillo”, ossia “il Clasico del maiale”.