Il Consiglio di Stato ha deciso, nelle more dell’attesa sentenza da parte del Collegio di Garanzia del CONI, di consentire ai legali di Cherubini e Paratici, che si erano rivolti al TAR del Lazio, di ottenere la produzione da parte della procura Federale del famoso documento (la cosiddetta carta segreta) e cioè la nota 1094 che non è altro che una richiesta di chiarimento da parte della Covisoc al procuratore Chinè.
Ricostruendo i fatti in ordine, il 31/3/21 la Covisoc, la commissione di vigilanza sulle società, scrive alla Procura Federale per chiedere quale fosse la giurisprudenza sul tema “plusvalenze fittizie”; questa richiesta di chiarimento è una prassi abituale da parte della Covisoc che è un organo composto da economisti che valutano i conti delle società e non da giuristi.

La risposta di Chinè
Il procuratore Chinè risponde il 14/4 con la ormai famosa nota 10940, citando i casi affrontati per esempio il caso Chievo-Cesena e lo scambio tra Perugia ed Atalanta che coinvolse Mancini, ora alla Roma e Santopadre con proscioglimento per incertezza istruttoria. Il procuratore riferisce di “prestazioni economiche imprudenti” della necessità di perseguire ove persista la “sistematicità” e di plusvalenze che, anche senza alcun esborso di danaro, producono ”evidentissimi effetti finanziari”, non negando pertanto , la difficoltà di rintracciare i giusti e corretti parametri di riferimento in quanto frutto di libera contrattazione tra le parti.
Ma non risultano, nelle note, riferimenti alla Juventus, né ai propri dirigenti che potrebbe far pensare ad una “notitia criminis” che avrebbe comportato l’immediata apertura di una indagine. Ed è, in effetti, quello che la Juve sperava.

La segnalazione della Covisoc
L’iscrizione nel registro è stata, pertanto, fatta nell’ottobre 2021 quando la Covisoc, con altra comunicazione, ha segnalato le operazioni sospette della Juventus. Pertanto uno dei principali motivi di ricorso al Collegio di Garanzia (che, ripetiamo, è la Cassazione del calcio) cade: la nota, pertanto, non sarà di nessun aiuto ai legali della Juve per dimostrare la tardività della riapertura con il giudizio di revocazione del processo sportivo. Per la procura, invece, i tempi decorrono dalla data in cui la Procura di Torino ha inviato gli atti alla Procura Federale.
Non si comprende l’attacco che, poi, alla fine potrebbe rivelarsi un autogol. Si può ipotizzare che i legali non si siano fidati delle affermazioni degli organi federali sulla iscrizione del documento oppure si tratta di un tentativo di sollevare grande clamore mediatico allo scopo di gettare ombra sugli organi federali? Sarebbe forse il caso di abbassare i toni e attendere la sentenza con rispetto e serenità.
A cura di Avv. Claudio Russo, esperto di Diritto Sportivo