La maglia che ogni bambino sogna, quella numero 9 sinonimo di gol, responsabilità, notorietà, una casacca che pesa più della altre per ciò che comporta in una squadra. Tante le squadre in Serie A che stanno vedendo cambiare proprietario della suddetta, in cerca di nuove fortune. Dal Milan alla Lazio fino a Bologna e Napoli, e chi invece sembra aver risolto tale problema è la Roma.
Il non così tanto compianto Lukaku lascia spazio ad un Artem Dovbyk che non reciterà più il ruolo di sorpresa europea, ma dovrà caricarsi la squadra sulle spalle a suon di gol. Con l’arrivo del 27enne, il tridente giallorosso è completo, e le premesse sono davvero buone. L’ucraino cambia la fisionomia di questa Roma, e scopriamo dunque chi è e cosa porterà il nuovo Dzeko.
Non solo i gol: Dovbyk un rifinitore moderno
Ci rendiamo conto che qualsiasi paragone con il Cigno di Sarajevo sarebbe quanto mai azzardato, posto che la tecnica e l’esperienza internazionale del bosniaco sono di altra fattura, ma ci arriveremo. Un investimento quello della Roma importante, per un attaccante che deve essere il perno centrale per tanti anni. 30,5 milioni più 6 di bonus, oltre ad un 10% sulla futura rivendita fino ad un massimo di 38,5 milioni.
Ma cosa si mettono in casa i capitolini? Già solo i freddi numeri raccontano di un giocatore che vive per il gol e che ha avuto una crescita costante negli anni: nei 3 anni al Dnipro in patria 10, 14 e 29 gol nell’ordine, che convinsero il Girona a sborsare quasi 8 milioni per portarlo in Spagna. Il risultato? Stagione da 24 reti in 39 gare al suo primo ed unico anno, con tanto di premio di Pichichi de LaLiga.
Non solo i gol però a descrivere l’ucraino. Va da se che la soluzione dei cross per un attaccante di 1.89 metri è valida, ma l’altezza non deve ingannare. Dovbyk è abilissimo nel gioco spalle alla porta, gli piace scendere sulla linea del centrocampo per giocare di sponda e fare da regista avanzato, proprio come faceva il buon Edin Dzeko. Rifinitore importante anche sotto porta, visti i 10 assist messi a referto quest’anno.
Un attaccante dunque che abbina fisico, tecnica, finalizzazione in modi diversi e regia aggiunta; completo come ce ne sono pochi in giro. Un cambio di rotta importante per la Roma dopo Lukaku, forte sì ma soltanto se in grande condizione atletica lanciato verso la porta. Una nuova era per i giallorossi, con De Rossi che prepara il tridente per agguantare la Champions League.
Soulé e Dybala al servizio di Dovbyk: il 4-3-2-1 prende forma
Colpi di proprietà e futuribili per la Roma, al di là del 32enne Ryan per il vice Svilar, che vuole costruire una rosa solida e vincente nel lungo periodo, non da smantellare e rifare ogni anno. Dovbyk sarà il quinto acquisto estivo, oltre al riscatto di Angelino, e la Roma prende decisamente forma. Ancora tutto da vedere, ma i nuovi arrivi lasciano intendere che si continuerà a lavorare sul 4-3-2-1 visto con De Rossi fin qui.
In difesa si continuerà a cercare il nuovo terzino destro, con Bellanova e non solo sul taccuino di Ghisolfi, mentre per il resto il reparto non dovrebbe essere toccato. Tanta curiosità ovviamente per il classe 2003 Samuel Dahl, che avrà il suo spazio a sinistra. A centrocampo occhi puntati sul nuovo arrivato Enzo Le Fée e su un Lorenzo Pellegrini chiamato ad un salto di qualità dopo i troppi alti e bassi all’interno di una stessa stagione.
Ma eccolo l’attacco nuovo di zecca. L’estro di due dribblomani come Dybala e Soulé, abili nel saltare l’uomo e creare superiorità numerica, messo al servizio di un bomber come Dovbyk, pronto a sfruttare tali caratteristiche per recapitare in rete le occasioni create. Sulla carta una Roma di primo livello, pronta a migliorarsi ancora prima della fine del mercato. Speranze Champions, e magari qualcosa di più, riposte in un Dovbyk che vuole diventare cigno, come il miglior Dzeko visto nella capitale.