Con i campionati fermi per lo svolgimento dei Mondiali, la Roma ne ha approfittato per volare in Giappone per una tournée di una settimana. In questo mese e mezzo Josè Mourinho dovrà trovare la chiave giusta per fare in modo che la sua squadra riesca ad esprimere un bel gioco e a tornare a fare risultato: nelle ultime tre sfide di Serie A prima della sosta la formazione giallorossa ha conquistato solamente due punti ed ha deluso in termini di gioco. La buona notizia per la Roma è stato il ritorno in campo contro il Torino di Paulo Dybala, oggi impegnato in Qatar con l’Argentina anche se ancora non è mai sceso in campo, e insieme alla Joya di quella luce di cui ha spesso parlato lo Special One. Una luce che fino a 32 anni fa era in grado di accendere Bruno Conti, il ragazzo di Nettuno entrato velocemente nei cuori dei tifosi giallorossi.
Più di 400 partite con la Lupa sul petto per Bruno Conti, che ha realizzato il sogno di ogni romano e romanista: vincere nella stagione 1982/1983 lo Scudetto con la maglia della Roma. Cresciuto nel settore giovanile giallorosso, Marazico si fece le ossa in prestito al Genoa, prima di diventare un simbolo della Capitale. Oltre al campionato, Conti può vantare anche cinque Coppe Italia nella sua esperienza in giallorosso ed il Mondiale vinto nel 1982 con la Nazionale italiana. Le gioie sono spesso accompagnate dai dolori, come nel caso dell’ex numero 7 della Roma: fu uno dei due giocatori che sbagliarono dagli undici metri nella finale di Coppa dei Campioni persa nel 1984 contro il Liverpool, proprio allo Stadio Olimpico. Il 28 novembre 1990 Conti difese i colori giallorossi per un’ultima volta, in occasione della gara di andata degli ottavi di Coppa UEFA contro il Bordeaux, ma il suo impegno nella Roma è continuato anche dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, testimoniando il suo amore per questa squadra.
Cuore grosso, mezzo giallo, mezzo rosso
Romano e romanista, Bruno Conti muove i primi passi nel mondo del calcio con il Nettuno e con l’Anzio, prima di entrare a far parte della Primavera della Roma grazie alla scoperta di Camillo Anastasi. In un primo momento fatica, a causa del suo fisico e della sua statura, ma riuscì ad emergere grazie alle sue indiscutibili qualità tecniche: a livello giovanile conquistò due campionati Primavera ed una Coppa Italia. L’esordio con la prima squadra della Roma arrivò il 10 febbraio del 1974, quando Nils Liedholm lo mandò in campo in occasione della gara di Serie A contro il Torino allo Stadio Olimpico. Poche apparizioni per Conti prima di essere girato in prestito al Genoa, dove all’epoca giocava anche il futuro bomber della Roma Roberto Pruzzo: la stagione in Serie B con il Grifone permise al giocatore originario di Nettuno di tornare alla corte del Barone per due anni. Nell’operazione che portò proprio Pruzzo alla Roma, il Genoa chiese in cambio Conti, che così disputò un altro campionato cadetto prima del ritorno definitivo nella Capitale.
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Da quel momento in poi Bruno Conti è diventato un simbolo della Roma e di tutti i suoi tifosi, realizzando il sogno di riportare nella Capitale sponda giallorossa il secondo Scudetto, a distanza di 41 anni dal primo. L’anno prima l’ex numero sette della Magica ebbe anche l’onore di conquistare con la Nazionale italiana il Mondiale disputato in Spagna nel 1982. Come ricordato in precedenza, Conti dovette affrontare anche una grande delusione, quella del rigore sbagliato in finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool: la partita fu giocata allo Stadio Olimpico e l’errore di Marazico, insieme a quello di Francesco Graziani, condannarono la Roma. Nonostante questo Conti rimane ancora oggi nei cuori dei tifosi giallorossi, per il suo amore ed il suo attaccamento alla maglia, oltre al suo comportamento mai fuori dalle righe: l’ex giocatore della Roma accettò la decisione di Sven Goran Eriksson di levargli la fascia da capitano, ma dimostrò di poterlo fare anche senza fascia al braccio. Anche per questo fu omaggiato da migliaia di persone all’Olimpico in occasione della sua ultima sfida.
28/11/1990, l’ultima di Bruno Conti con la Roma
Nella sua ultima stagione Bruno Conti prese parte ad una sola partita, quella d’addio, in occasione della gara di andata con il Bordeaux negli ottavi di finale della Coppa UEFA. L’allora allenatore della Roma Ottavio Bianchi lo mandò in campo negli ultimi dieci minuti della sfida vinta dai giallorossi con il punteggio di 5-0, permettendogli di ricevere applausi scroscianti da tutti i tifosi della Magica. Bruno Conti ha ricordato negli anni le emozioni vissute in quei momenti: “Come per tutti i giocatori, anche la mia ultima stagione fu delicata. Ricordo, al momento del mio ingresso in campo contro il Bordeaux, il boato dello Stadio Olimpico, le voci di tutti i tifosi che urlavano il mio nome. Se ho potuto avere quegli ultimi dieci minuti di gloria il merito è stato sicuramente il loro. Ma quel giorno capii anche che non avrei più trovato spazio in quella squadra”.
La carriera di Bruno Conti sarebbe anche potuta continuare, ma il giocatore stesso ha spiegato il motivo per cui dopo quell’ultima partita con la maglia della Roma decise di non proseguire con il calcio: “In quel momento il dilemma era se proseguire con un’esperienza in una nuova squadra, dato che ci furono diverse richiesti da parte di altri club, oppure legarmi per sempre a questi colori. Ma io ero cresciuto nella Roma ed avevo fatto il mio esordio in giallorosso con Nils Liedholm. Dopo diciassette anni trascorsi con questa maglia addosso, per me fu impossibile pensare di indossare una maglia diversa da quella della Roma e così preferii smettere“.
Tutto quello che ha fatto Bruno Conti per la Roma gli ha permesso anche di entrare a far parte, tra i primi undici giocatori, della Hall of Fame giallorossa. Il legame tra il ragazzo di Nettuno e la Magica è proseguito anche dopo il ritiro, dato che Conti, dopo aver fatto i corsi, iniziò la sua carriera da allenatore nel settore giovanile della Roma. Ebbe anche l’opportunità, dopo le dimissioni di Lugi Delneri, di essere allenatore ad interim della prima squadra, portandola fino alla finale della Coppa Italia. Ancora oggi l’ex numero sette della Roma si occupa delle giovanili, in particolare di quelle dall’Under 10 all’Under 14, e se gli venisse chiesto se la sua scelta di legarsi ai colori giallorossi fu quella giusta, Bruno Conti non avrebbe dubbi: “Sono orgoglioso di essere rimasto in questa grande famiglia”.