Roma, De Rossi: “Ho continuato il lavoro di Mourinho, Dybala? È il momento di fare non di dire”

Il tecnico romanista è intervenuto al Premio USSI tenutosi a Roma; tra i temi caldi, il suo arrivo alla Roma e il futuro ancora incerto di Paulo Dybala

Marco Gioviale A cura di Marco Gioviale
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Durante l’evento tenutosi a Roma per il Premio USSI, uni dei più autorevoli riconoscimenti nel campo del giornalismo sportivo, Daniele De Rossi ha parlato della sua stagione vissuta sulla panchina dei giallorossi. Tutto è partito qualche ora dopo l’esonero di José Mourinho, con un contatto da parte dei Friedkin: “Mi hanno mandato un messaggio su Whatsapp, dove mi hanno comunicato luogo e ora dell’incontro. Sono andato lì con entusiasmo e un po’ di paura, perché la situazione non era delle più semplici, ma mi sento onorato di aver allenato la mia squadra del cuore.

Non ho rimpiazzato Mourinho ma ho continuato quello che lui aveva già creato, ho solo portato le mie idee, non c’è bisogno di fare paragoni. L’ultimo mese ci ha lasciati un po’ con l’amaro in bocca perché non abbiamo raggiunto quello che speravamo, ma io sto già pensando al futuro” così il tecnico della Roma che ha poi continuato: Sono i nostri risultati a non averci portato in Champions. L’Atalanta non centra niente, stiamo lavorando e programmiamo di riportare la Roma dove è sempre stata”.

De Rossi ha poi parlato dei suoi paragoni a Fabio Capello: “Mi piacerebbe lanciare un ragazzo di 18 anni come ha fatto lui con me. È un paragone che fa sicuramente piacere, ho tanta voglia ed entusiasmo ma ripetere la mia carriera da giocatore sarebbe tantissimo. Rifarla tutta nello stesso club, specialmente da allenatore, è molto difficile perché prima o poi ci si stufa, però vorrei arricchirla di trofei”.

In conclusione, l’ex centrocampista ha parlato di Paulo Dybala, stella della Roma di quest’anno che, però, ha avuto ancora grandi problemi con gli infortuni: “Quando sono arrivato è stato il primo ad andare forte in allenamento. Ci ha sempre dato grande disponibilità e sono soddisfatto del rapporto che ho con lui, mi tengo stretto tutti i miei giocatori. Ora è il momento di fare, non di dire, anche se nel calcio si fanno dei progetti che vengono scombussolati dalle decisioni del calciatore o del suo procuratore”.

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