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Immagina essere un ragazzo di Roma, pronto a degustarti una finale di Coppa Europea dopo tantissimo tempo. Andare allo stadio Olimpico e vedere la tua squadra, accolta da un tifo unico nel suo genere come quello giallorosso, vincere una semifinale e quindi tentare di vincere un trofeo fuori dall’Italia dopo un lunghissimo digiuno di circa 22 anni, è un’emozione unica nel suo genere. Specie se tale competizione ti porta ad avere una partenza da favorita in un match all’ultimo sangue che affronterai contro una grandissima rivale come il Feyenoord.
La squadra di Rotterdam ha sorpreso tutti in queste fasi di Conference League, vincendo contro avversarie di tutto rispetto come Partizan, Slavia Praga e Olympique Marsiglia. È l’inizio di un viaggio, di un sogno che potrebbe rivelarsi realtà. Il tutto è nelle mani di Mourinho.
Roma, la storie nelle Coppe: un’attesa lunga 61 anni
Quella della Roma nelle Coppe europee è una storia ricca di emozioni. In negativo però, se considera che l’ultimo trofeo alzato dai lupacchiotti risale al 1961. La Coppa delle Fiere, vinta al ritorno contro il Birmingham per 2-0, con l’andata finita 2-2, rappresenta per la Capitale l’ultima competizione europea da vincitrice. Da lì in poi solo altre due finali perse: una nella Coppa Campioni, nella stagione 1983/1984, contro il Liverpool; l’altra, meno conosciuta, contro un’altra italiana, l’Inter, nella stagione 1990/1991 di Coppa Uefa. Da lì in poi il nulla.
Certamente, la questione si fa meno amara se si pensa ai due quarti di finale scoppiettanti come quello contro il Barcellona in Champions League nel 2018, o quello di Europa League contro l’Ajax l’anno precedente. Nel primo, con il gol di Manolas che ha fatto implodere l’Olimpico, con festeggiamenti fino a tarda serata in tutta la Capitale. Nella seconda, con una partita al cardiopalma terminata per 1-1, seppur un rigore fallito dai lancieri all’andata, che ha cambiato il corso degli eventi.
Quest’anno è diverso. L’anno in cui José Mourinho potrà prendere in mano la sua squadra e trascinarla alla vittoria di una coppa che manca appunto da 61 anni.
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Roma, l’avvenire di Mourinho: come ha ripreso la squadra in mano
José Mourinho ha dato una speranza quindi? La risposta non può essere nient’altro che sì. Alla Roma mancava un così roseo futuro da troppo, tantissimo tempo. Una tifoseria come quella giallorossa non merita di certo un periodo di magra per quanto riguarda le vittorie nelle competizioni. E quei colori sventolati in ogni partita, che sia in un derby o in una partita contro l’ultima in classifica, simboleggiano una voglia di tornare nelle posizioni che contano. Un preludio difficile ma non impossibile per la squadra, poiché in Serie A sono solamente tre i club che dettano legge. Uno di questi è stato allenato proprio dallo stesso Mourinho, con cui ha vinto un Triplete entrato di diritto nella storia. Nella rosa dell’Inter, però, dimoravano già campioni come Eto’o, Milito, Samuel, Cambiasso.
Con la Roma, i giocatori non sono campionissimi. Cristante non può essere equiparato a Stankovic; Karsdorp non ha mai vinto quanto Zanetti; e probabilmente, uno come Zaniolo non sarebbe stato titolare. Eppure eccoli lì: a cercare uno spiraglio che i giallorossi, persino nei lunghissimi periodi di Spalletti, non sono mai riusciti a ottenere. La speranza divampa, e Mourinho si dimostra essere un grandissimo allenatore. Lo dimostrerà il 25 aprile.