Il 20 luglio 2022 è stata un giornata d’estate come un’altra, ma non per tutti. A Roma, tra i tifosi giallorossi, è arrivato un nuovo gladiatore che in punta di piedi ha conquistato il cuore di una curva intera. L’annuncio di Paulo Dybala è stato tanto inaspettato quanto desiderato dalla tifoseria, dalla società e soprattutto dall’allenatore, José Mourinho, che in lui ha visto la pedina mancante della sua scacchiera.

La Joya è arrivata tra le mura di Trigoria dopo aver trascorso le ultime 7 stagioni alla Juventus, ma ancora prima nel 2012 il suo approdo in Italia per vestire la maglia del Palermo, per poi passare in bianconero nel 2015 e lasciarlo nel 2022 con lacrime amare di chi, forse, avrebbe voluto rimanere e scrivere altre pagine di storia.
Quasi come fosse uno scherzo del destino, a poche settimane dall’inizio del campionato, l’ex Juventus è tornato all’Allianz Stadium, questa volta da avversario e con un nuovo stemma cucito sulla maglia. Ma, un cambio di casacca non muta quelli che sono stati 7 anni di amore da parte dei suoi tifosi. Alla domanda su una sua possibile esultanza dopo un gol che gli è stata fatta durante la conferenza stampa di presentazione a Trigoria, lui risponde: “Se esulterò contro la Juventus? Non esulterò“.

Dybala, i primi contatti con la Roma
Il primo contatto con l’ambiente romano è avvenuto durante l’Integration Heroes Match, la partita di beneficenza contro il razzismo e ogni tipo di discriminazione organizzata da Samuel Eto’o, in cui Totti avrebbe corteggiato il calciatore argentino con la speranza di vederlo in giallorosso, affermando inoltre di essere disposto a cedergli la maglia numero 10.
Un desiderio divenuto realtà per un destino che sembrava già scritto, come dichiarato dallo stesso Dybala ai social del club il giorno dell’ufficialità: “Mi piace molto questa città. Da bambino vedevo tanti film sui gladiatori. Era destino che dovessi venire qui”. Alla fine, l’argentino ha deciso di indossare la maglia numero 21, la stessa usata in nazionale e nei primi anni alla Juventus, per una maglia numero 10 che resta ancora senza un padrone.

Roma, l’arrivo di Mourinho nella Capitale
Era il 4 maggio 2021, quando arrivò un annuncio inaspettato per cui José Mourinho sarebbe diventato il nuovo allenatore della Roma. Lo Special One, così era stato definito, aveva il compito di sostituire Fonseca e riportare la Lupa a lottare per grandi obiettivi, il primo tra tutti il ritorno in Champions League dopo una stagione 2020-21 complicata per i giallorossi, settimi in classifica con 62 punti e nessuna possibilità di partecipare alle coppe europee.
L’anno zero di Mou ha portato con sé grandi sorprese e una ventata di entusiasmo tra i tifosi, che dopo un inizio di stagione non proprio brillante hanno visto il trionfo in Conference League, in un percorso fatto di sogni e di rivalsa per il tecnico portoghese e per i giocatori. Nonostante l’arrivo di un nuovo allenatore di grande prestigio e l’onerosa campagna acquisti effettuata nell’estate 2021 con il rinforzo importante di Rui Patricio, Abraham e Shomurodov, oltre all’arrivo di Sergio Oliveira e Maitland-Niles a gennaio 2022, la Roma non è riuscita a competere per lo scudetto.

Roma, la lotta alla Conference League
Al termine del campionato, i giallorossi si sono classificati sesti con 63 punti, conquistando l’accesso all’Europa League per l’annata 2022-23. Tuttavia, il cammino in Conference League ha mostrato un’altra faccia della stagione, dopo il 6-1 subito in Norvegia i giocatori hanno tirato fuori l’orgoglio per lottare con le unghie e con i denti al fine di conquistare un trofeo europeo.
I protagonisti di questo percorso di crescita sono stati tanti, ma Mourinho ha senz’altro messo qualcosa in più, portando una squadra italiana a vincere un trofeo europeo dopo 12 anni e dando una nuova speranza a tutti i tifosi. L’allenatore portoghese si è messo in gioco, raccogliendo un guanto di sfida molto difficile, come lo dimostrano le sue lacrime al termine della finale.
Anche se in Europa ha esperienza e sa come vincere, l’emozione e l’adrenalina sono sempre al massimo come se fosse la prima volta, come affermato da lui stesso in occasione di un’intervista a Sky Sport nel Media Day a Trigoria prima della finale contro il Feyenoord: “Il valore di una finale è sempre lo stesso a prescindere dalla competizione. Ma questa per me è la più importante di tutte, perché le altre sono già state giocate”.

Roma, l’arrivo di Dybala: Mourinho conta su di lui
La Joya è approdata a Trigoria a con il desiderio di rivalsa e di riportare in alto la Roma. Tiago Pinto avrebbe lavorato dietro le quinte tutta l’estate per convincere Dybala a sposare il progetto romano, il quale è stato accolto come un vero e proprio eroe. Il suo, un inizio di stagione ad alta intensità con un impatto immediato sulla squadra e sul suo modo di giocare.
La sua luce, la sua scintilla hanno rianimato una squadra che aveva bisogno di un leader e di un trascinatore in grado di decidere le partite non appena entra in campo, e che soprattutto, sapesse trasmettere una mentalità vincente. Un inizio di stagione straordinario, che lo hanno portato ad esprimersi a grandi livelli, quasi come se fosse sul campo da gioco dell’Olimpico da sempre.
Infatti, lui stesso, al quotidiano spagnolo Marca, ha raccontato uno dei segreti che l’hanno portato a sentirsi immediatamente in sintonia con la squadra della Capitale:“Tutti mi hanno accolto in maniera incredibile. In città c’è una passione molto forte e giochiamo sempre in uno stadio molto grande e pieno. Mi hanno fatto sentire fin da subito a casa e questo mi ha aiutato a poter dare il massimo e a cercare di portare la Roma al top”.

I numeri di Dybala nel suo primo anno alla Roma
Ad oggi Dybala, nel suo primo anno in giallorosso e a stagione ancora in corso mostra un curriculum di tutto rispetto. Oltre ad aver conquistato il mondiale con la nazionale argentina segnando uno dei rigori decisivi, l’ex Juventus tra Serie A, Coppa Italia ed Europa League ha segnato 13 gol e 8 assist in 27 presenze con la maglia giallorossa. Numeri impressionanti che certificano la qualità di un giocatore capace di essere decisivo e di fare la differenza.
La Roma potrebbe aver trovato il suo leader, capace di cambiare le partite e di essere fondamentale nei momenti di difficoltà. Presenza indispensabile per Mourinho, che non può fare a meno di vedere la sua Joya in campo, spendendo parole di grande affetto e ammirazione. Entrambi si sono voluti e cercati, chi per un motivo chi per un altro, ma la certezza è che questo matrimonio ad oggi funziona.
I giallorossi sono in lizza per la conquista dell’Europa League e sperano di poter strappare un biglietto per i quarti di finale vincendo contro il Real Sociedad, il prossimo 16 marzo. Il campionato, invece, mostra un altro scenario fatto di alti e bassi per la conquista del pass per la prossima Champions League. Il club romano, ad oggi, è quarto in campionato in lotta con Milan, Inter, Lazio e Atalanta per la conquista di un posto tra i primi quattro in classifica.

Roma, il futuro di Dybala
L’attaccante argentino non ha mai fatto mistero di quelli che sono attualmente i suoi obiettivi per la stagione, vincere un trofeo con la Roma e riportarli nell’Europa che conta. Anche perché, il trofeo europeo, è l’unico che manca nel suo palmares, che conta cinque campionati italiani, quattro Coppe Italia, tre Supercoppe italiane vinte con la Vecchia Signora e per ultima, la Coppa del Mondo con l’Argentina.
Accolto dai tifosi come una stella, oltre che il rispetto e la stima reciproci con la società, farebbero pensare ad un rinnovo all’orizzonte per il numero 21, che in un’intervista a Marca ha parlato del proprio futuro, considerando la clausola che lo lega al club: “La mia clausola? Sicuramente se ne parlerà più avanti. Il mio futuro è qui, nel portare la Roma al top e penso che possiamo farcela. Cosa succederà poi non lo so, perché la cosa più importante adesso sono le partite”. Parole che farebbero ben sperare tutti i tifosi che lo vorrebbero legato alla Roma per tanti anni.

L’accoglienza di Dybala alla Roma
Tifosi che a Roma hanno riservato un’accoglienza speciale, trasmettendogli tutta la loro passione e l’amore per la maglia, che finora aveva vissuto solo da avversario all’Olimpico, la sua nuova casa. La presentazione all’EUR è stato un vero e proprio inno nei suoi confronti, suscitando l’ammirazione dei suoi ex tifosi e di quelli nuovi, che hanno riposto il lui tutte le loro speranze di tornare ad alzare una coppa al cielo.
Quel “Daje, Roma!” gridato davanti alla sua nuova tifoseria ha scatenato i tifosi in un entusiasmo che ha fatto vibrare le mure del Colosseo Quadrato. Un modo per fargli comprendere la passione che si percepisce e l’amore di una città intera per questi colori, quasi come se fosse una religione. La città lo coccola come se fosse un predestinato e ripone in lui tutte le speranze di riportare la squadra in cima alla classifica.