Scadenza del contratto fissata al 30 giugno e prestazioni deludenti. La situazione in cui si trova Andrea Belotti è tutt’altro che idilliaca. Il Gallo ha smesso di cantare e la sua cresta sembra essere scomparsa. La maglia da titolare concessagli da Mourinho nell’ultimo match contro la Salernitana ha rappresentato un’occasione unica e imperdibile, ancora una volta mancata. Un’altra bocciatura in pagella, che si va ad aggiungere alla lunga lista di questa stagione.
I voti dei principali quotidiani sportivi nella partita contro i granata sono ben al di sotto della sufficienza. Per La Gazzetta dello Sport è da 5: “Generoso e nient’altro”. Medesimo voto per Tuttosport: “Il cuore non basta più”. Corriere della Sera e Corriere dello Sport non si risparmiano assegnandogli addirittura un 4: “Partita horror”. L’ultima di una serie infinita, ancora a secco di gol. Belotti non segna più e non fa segnare neanche gli altri. Tanti, troppi errori: allo scadere della prima frazione colpisce il pallone con le mani e fa annullare il gol di Ibanez (anche sfortunato in questo caso); nel secondo tempo sbaglia un gol di testa lisciando il pallone.
Belotti, una scelta di Mourinho: i deludenti numeri della stagione
Zero gol in campionato per Belotti, un dato eloquente ed esplicativo della sua difficilissima stagione. Numeri spaventosi (in negativo) per uno che di mestiere fa l’attaccante e fino all’anno scorso era un incubo per le più grandi delle difese della Serie A. In estate la brusca separazione a parametro zero dal “suo” Torino, poi i mesi di riflessione e silenzio da svincolato di lusso. Infine, dopo una lunga attesa, l’approdo a Roma alla corte di Mourinho.

La telefonata dello Special One lo ha convinto subito: Mou non aveva bisogno di un centravanti qualsiasi, ma di uno pronto ad andare in guerra per lui. Il Gallo, da sempre combattente di primo livello, ha accettato senza ripensamenti. I patti erano chiari fin dall’inizio: sarebbe stato il vice Abraham, senza però escludere la possibilità di sovvertire le gerarchie a suon di prestazioni. Ma di prestazioni veramente convincenti, degne del vero Belotti, ne sono arrivate pochissime, lontane tra loro nel tempo, risultato di una stagione da dimenticare.
Finora ha totalizzato complessivamente 43 presenze, a dimostrazione che la fiducia dell’allenatore non è mai mancata. La prima parte di stagione è stata condizionata anche da qualche problema fisico e lo spazio a disposizione è stato molto poco. A partire da gennaio, dopo la sosta mondiale, è stato più volte schierato dal primo a minuto come unico riferimento centrale o anche in coppia con Tammy Abraham: il feeling tra i due però non è mai sbocciato.
I gol complessivi stagionali sono solo 4, decisamente pochi: 3 in Europa League e 1 in Coppa Italia. Il Gallo non timbra il cartellino in campionato da oltre un anno. Le ultime marcature in Serie A risalgono alla tripletta del 1 maggio 2022 in casa dell’Empoli, quando vestiva ancora la maglia del Torino. Un dato ancora più incredibile se si considera che dall’inizio del 2023 ha saltato solo 4 partite.
Belotti, rinnovo o addio?
Il rinnovo automatico sarebbe scattato al raggiungimento di un certo numero di presenze e gol, ma gli estremi sicuramente non ci sono. Il destino di Belotti, mai come in questo momento sembra essere appeso un filo. I ragionamenti logici suggerirebbero alla dirigenza giallorossa di lasciarlo andare, ma ci sono altre condizioni da valutare. I Friedkin e Tiago Pinto devono fare i conti con le ridotte possibilità economiche per operare sul mercato in vista dell’estate.

In caso di addio, quindi, si virerebbe su profili decisamente low cost, che non avrebbero lo stesso livello del migliore Belotti, quello che tutti conosciamo. Perciò, i capitolini potrebbero decidere di puntare nuovamente su di lui almeno per un’altra stagione, offrendogli un rinnovo contrattuale a cifre ribassate rispetto al compenso attuale. Lo stesso giocatore sarebbe disposto a ridursi l’attuale ingaggio da circa 3 milioni pur di rimanere all’ombra del Colosseo.
Belotti, il cuore non basta più
Nonostante tutte le difficoltà, a Roma ha trovato un allenatore che ha grande stima di lui, e soprattutto una tifoseria che lo ha sempre supportato e difeso, premiando l’ardore e la voglia messa in campo. Sul rettangolo di gioco, infatti, Belotti ha continuato a distinguersi come in passato per la propria tenacia. Lavoro di squadra, sacrificio in fase difensiva, rincorse, contrasti, spallate: sono questi gli elementi che, oltre al gol, lo rendono il giocatore che è, garantendogli la fiducia degli allenatori e l’affetto dei tifosi. Perché, chi a fine partita ha versato anche l’ultima goccia di sudore rimasta e ha dato tutto per la maglia, non può che ricevere apprezzamento.
E tutto questo all’originario di Calcinate non è mai mancato. Arriverà, però, un momento in cui il cuore, la grinta e la perseveranza non basteranno più. Nella prossima stagione il Gallo dovrà tornare alla versione originale, quella di bomber spietato capace di segnare 106 gol con le maglie di Palermo e Torino.
Belotti, la Nazionale ha bisogno di te
Un’occhio di riguardo va anche alla Nazionale. Gli azzurri, dopo la vittoria degli Europei, dove Belotti è stato tra i protagonisti, stanno riscontrando delle grandi problematiche relative al reparto offensivo. Roberto Mancini, tra infortuni e prestazioni deludenti degli attaccanti italiani nelle ultime partite è stato costretto ad affidare le chiavi dell’attacco all’italo-argentino Retegui.
Proprio in quest’ottica, il recupero di un giocatore del calibro di Belotti, riconsegnerebbe al reparto avanzato azzurro una risorsa fondamentale e una pedina imprescindibile nello scacchiere di Mancini. Il tutto considerato anche l’avanzamento dell’età di Immobile (reputato negli ultimi anni il titolare), le sue condizioni fisiche sempre più precarie e la perdita di feeling con il gol.
Belotti, Budapest ultima spiaggia: un gol per la riconferma
Andrea Belotti ha lasciato il Torino, di cui era capitano, giocatore simbolo ed idolo dei tifosi, per cercare un’avventura più importante nel momento clou della sua carriera. All’età di quasi 30 anni ha deciso fosse il momento giusto per un cambiamento e soprattutto per l’agognato salto in una grande squadra. E l’occasione di essere allenato da un vincente come Mourinho in una piazza come Roma non se l’è fatta sfuggire.

Però, in questa prima stagione giallorossa, come ampiamente detto, il rendimento del Gallo è stato assolutamente negativo. Il suo desiderio sarebbe quello di restare, anche perché, dopo aver fallito all’approdo in una big, in caso di addio non avrebbe la sicurezza di essere contattato da squadre di prima fascia. Per guadagnarsi la conferma dovrà provare ad essere decisivo nelle ultime partite rimaste, e chissà, magari segnando il gol più importante, contro il Siviglia a Budapest.