Un progetto ambizioso e illustre, ma assai complicato da realizzare. La scommessa fatta dalla dirigenza americana nel ridare valore e centralità a Roma comporta diversi rischi: si parla di un ennesimo anno zero, ma con delle novità importanti rispetto agli anni passati. Il sogno dei Friedkin era di avere due personalità opposte, ma capaci di poter imparare a convivere e che potessero rendere omaggio all’importanza che da sempre ha la piazza della capitale d’Italia.

José Mourinho e Tiago Pinto sono quegli elementi inseriti in un ambiente di rinascita ed aspettative elevate, dove in molti hanno fallito. Per questo la scelta è ricaduta sullo Special One: un uomo il cui curriculum racconta di vittorie, pur comunque venendo da stagioni negative. La figura dell’ex tecnico dell’Inter continua ad essere un messaggio di forza e voglia di vittoria, ma anche di preparazione e di costruzione. Un progetto, quindi, di attesa e perseveranza che, però, vede un nuovo scoglio all’orizzonte: il contratto di Mourinho è in scadenza nel 2024 e dalla sua presenza dipende anche la costruzione dell’organico futuro giallorosso.
Il silenzio tra dirigenza ed allenatore non passa solo dai risultati sul campo, ma anche da valutazioni interne al mondo Roma. La centralità richiesta da Mourinho è strettamente legata dalle scelte sul mercato: tutti i movimenti fatti da Tiago Pinto e dallo staff giallorosso sono stati avallati dallo Special One, che continua a richiedere un ruolo più da protagonista anche in questo genere di ambito. Per questo motivo l’insoddisfazione del portoghese porta, di conseguenza, ad un’attenta analisi del suo futuro, magari pensando di cambiare nuovamente scenario e sedere su una nuova panchina.

Roma, lavoro e sentimento uniscono Mourinho, Pinto e Friedkin
Per il bene della Roma, la triade avanza silenziosamente per tentare di trovare la retta via. La strada in questione porta all’Europa delle grandi e a quel quarto posto che unirebbe definitivamente i tre organi giallorossi, tanto da renderli un fronte comune.
Che la squadra della capitale possa ambire ad un traguardo del genere non è certamente in dubbio, soprattutto per via anche del negativo rendimento delle avversarie in questa Serie A. Napoli a parte, le concorrenti continuano a tentennare e a rimandare ancora quel passo decisivo per agguantare la Champions League. Da parte sua Mourinho può ritenersi, parzialmente, soddisfatto: la vittoria della Conference League ha riportato la Roma al successo.

Sentimento e lavoro uniscono Mourinho alla dirigenza ed alla tifoseria, ritornata ad avere forza e coraggio nel credere nel futuro. Tutto passa, però, dal campo e da quel lavoro giornaliero con la squadra, condotto dal tecnico. Dopo un mercato di assoluta importanza e spessore, la Roma mostra difficoltà oggettive nel gioco e nel fare risultato.
Lo dimostrano i due derby persi, nei quali errori e poca serenità hanno condotto i giallorossi ad interrogarsi sulla squadra. Che la squadra possa essere lo specchio della tranquillità persa dal suo Special One potrebbe segnare un punto di quasi non ritorno, recuperabile solo da una qualificazione in Champions League.