La stagione 2021/2022 della Roma, e di conseguenza quella di Pellegrini, è caratterizzata da molti alti e bassi, che riflettono difficoltà in campionato, con il piazzamento in Europa raggiunto solo all’ultima giornata. D’altro canto, la conquista del primo trofeo europeo Uefa della storia del club, la Conference League, sollevato proprio dal capitano giallorosso nella notte di Tirana, dimostra le grandi potenzialità della squadra. Andiamo allora ad analizzare nello specifico la stagione di Lorenzo Pellegrini, caratterizzata da molti problemi fisici ed altrettante prestazioni da fuoriclasse.
Dall’inizio sprint ai primi malumori
L’annata di Pellegrini inizia subito positivamente grazie al gol siglato nei preliminari di Conference League nella sfida di andata contro il Trabzonspor in Turchia conclusasi per 1-2. Il centrocampista giallorosso lascia il segno anche nella gara di ritorno, collezionando un assist nel 3-0 dei capitolini, che vale la qualificazione alla fase ai gironi. In campionato, poi, la Roma inizia subito al meglio con tre vittorie nelle prime tre partite, rispettivamente contro Fiorentina, Salernitana e Sassuolo, in cui il capitano giallorosso mette a segno una doppietta contro i campani, e un assist decisivo nel 2-1 sugli emiliani.
Nella quarta giornata, nella sconfitta esterna per 3-2 sul campo del Verona, Pellegrini segna un fantastico gol di tacco che entra di diritto nei gol più belli di questa Serie A. Da questo momento in poi, la squadra di Mourinho inizia ad alternare risultati buoni, come le vittorie sull’Empoli, in cui il numero 7 capitolino sigla anche una rete, e sul Cagliari, dove mette a segno gol e assist, a pesanti sconfitte contro Juventus, Milan e Venezia, che iniziano a creare dissapori all’interno dell’ambiente giallorosso, specialmente nei tifosi, che imputano le colpe principalmente alla società e ai giocatori, con il capitano della Roma che si assume spesso le responsabilità.
La disfatta contro il Bodo/Glimt e il ruolo del capitano
Se i risultati in campionato lasciano l’amaro in bocca, è quello che accade in Conference League a creare la vera protesta dei tifosi della Roma. Gli uomini di Mourinho iniziano subito bene con la vittoria per 5-1 sul CSKA Sofia, dove Pellegrini sigla anche una doppietta, e con quella in trasferta sullo Zorya. La terza partita del girone, però, è quella che mostra la discontinuità dei giallorossi: trasferta in casa del Bodo Glimt, in cui la Roma perde 6-1, surclassata dai giocatori di casa.
Si scatena il finimondo: Mourinho critica la rosa e la società, i tifosi delusi se la prendono con tutti e l’unico che si prende le responsabilità è proprio Lorenzo Pellegrini, che, nonostante non abbia giocato perché infortunato, dimostra di essere un vero capitano recandosi sotto il settore ospiti dello stadio a chiedere scusa ai suoi tifosi, prendendosi fischi e insulti dalla sua gente. Questa partita sancisce di fatto uno dei punti più bassi della storia della Roma, ma, da questa disgrazia, il club scopre di avere un capitano vero.
L’infortunio, la ricaduta e lo stop di due mesi
La Roma, dopo la bruciante batosta subita in Norvegia, riprende il percorso in campionato con una vittoria sul Genoa, in trasferta, e un’altra sul Torino, questa volta in casa. Proprio in questa gara, però, arriva un brutto stop per Pellegrini, che rimedia una lesione al quadricipite destro che lo tiene fermo da dicembre a gennaio. La squadra di Mourinho di questo ne risente e infatti arrivano due sconfitte che fanno svanire una possibile rimonta scudetto e la allontanano anche dalla zona Champions League. Questi fatti, probabilmente, portano il tecnico a cercare di fare rientrare il prima possibile il capitano, che, in effetti, torna in campo ad inizio gennaio, giocando due partite, salvo poi avere una ricaduta sullo stesso infortunio patito a dicembre, che lo porta a stare fuori un altro mese.
Il rientro e il filotto di risultati
Quando Pellegrini rientra, il 12 febbraio, la Roma ha già intrapreso un filotto di tre risultati utili consecutivi, con le vittorie su Cagliari ed Empoli e il pareggio con il Genoa. Il capitano torna ma, specialmente all’inizio, deve ritrovare la condizione e quindi offre qualche brutta prestazione, figlia della calma predicata sul giocatore per evitare di ritrovarsi di nuovo a dover affrontare altre ricadute muscolari. Comunque, la squadra diretta da un sempre più integrato Josè Mourinho inanella ben 12 risultati utili consecutivi, con 7 vittorie e tre pareggi, che riavvicinano prepotentemente i giallorossi alla zona Champions. In queste partite il centrocampista mette a segno due gol importanti: il primo permette di agganciare il pareggio in casa dell’Udinese, mentre il secondo è il gol che firma il 3-0 definitivo alla Lazio nel derby ed è un vero e proprio capolavoro balistico su punizione, con palla all’incrocio.
La Conference League e le difficoltà in campionato
A marzo inizia anche la fase finale di Conference League, che vede i giallorossi impegnati negli ottavi di finale contro il Vitesse, squadra che riescono a superare, non senza qualche difficoltà, rendendo chiara a tutti la volontà della Roma di alzare il trofeo. Ai quarti ecco di nuovo la bestia nera: quel Bodo/Glimt con cui i giallorossi hanno perso 6-1 all’andata e hanno pareggiato 1-1 al ritorno. Anche in questo caso, l’andata in terra norvegese sembra portare a galla vecchi fantasmi, con il Bodo che rimonta lo 0-1 di Pellegrini in un match con tantissime polemiche finali. Al ritorno la Roma, però, è più agguerrita che mai e, trascinata dalla tripletta di Zaniolo e dalle giocate geniali di Pellegrini, surclassa per 4-0 gli avversari, garantendosi la semifinale. Allo stesso tempo, però, in campionato i capitolini subiscono un rallentamento che, oltre ad allontanarli dalla zona Champions, rischia di farli uscire da tutte le coppe.
Le grandi prestazioni in semifinale e l’Europa raggiunta
Arriva presto il momento della semifinale di Conference League; l’avversario è il temibile Leicester e nella gara di andata in Inghilterra è sempre Pellegrini che, nelle partite che contano, si fa trovare pronto, portando la squadra in vantaggio. Il Leicester, però, non molla, pareggiando la partita e rimandando tutto al ritorno all’Olimpico. Davanti ad un pubblico delle grandi occasioni, la Roma, grazie al colpo di testa di Abraham, sullo splendido calcio d’angolo battuto dal capitano giallorosso, vince qualificandosi per la finale. In campionato, nonostante rischi molto dopo la sconfitta con la Fiorentina, la squadra di Mourinho, grazie alla vittoria per 0-3 sul campo del Torino, si qualifica alla fase a gironi di Europa League, garantendosi, di fatto, la tranquillità di essere già all’interno della competizione, a prescindere dal risultato della finale di Conference.
La vittoria di Tirana: Pellegrini alza il trofeo
La notte più importante della storia recente della Roma è sicuramente quella del 25 maggio a Tirana. Si gioca Roma-Feyenoord, finale della prima edizione di Conference League. I giallorossi partono meglio creando qualche pericolo alla squadra olandese e trovando il vantaggio su una bella giocata di Zaniolo in area, ma la partita è tutt’altro che chiusa. Il Feyenoord, specialmente nel secondo tempo, attacca con insistenza, creando tantissime occasioni da gol e colpendo anche due pali. La Roma si difende con le unghie e con i denti fino a quando il triplice fischio sancisce la vittoria del primo trofeo europeo Uefa della storia giallorossa. La stagione di Lorenzo Pellegrini, tra alti e bassi, finisce così, alzando il primo trofeo europeo della Roma con la fascia di capitano al braccio ed entrando, così, di diritto nella storia della Lupa.