Roma, redenzione Mancini: meno ammonizioni più leadership e solidità difensiva

Nella Roma, alla ripresa del campionato dopo la pausa, Mancini è tornato con un piglio diverso: zero ammonizioni e maggiore leadership e solidità difensiva

Stefano Gentili Topics:
8 Min di lettura

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21 cartellini gialli in 46 partite giocate, questi i numeri della scorsa stagione, sicuramente non semplice per un calciatore come Gianluca Mancini. Uno degli uomini della Roma che più ha assorbito l’identità di José Mourinho in termini di cattiveria agonistica e competitività. Nonostante l’eccessivo numero di ammonizioni raccolte, l’annata passata il numero 23 giallorosso si è rivelato fondamentale in diversi ambiti figurando come uno dei giocatori chiave della fase difensiva giallorossa.

Certamente irruento a volte, Mancini ha sempre mantenuto con fermezza il proprio posto da titolare nella Roma riuscendo a mettere la propria firma d’autore anche sul trionfo storico nella prima edizione della UEFA Conference League fornendo, con un lancio da regista, l’assist al bacio per il gol decisivo di Nicolò Zaniolo. Mourinho, pur punzecchiandolo qualche volta in conferenza stampa per i troppi gialli, non ha mai rinunciato al difensore centrale ex Atalanta che lo ha ripagato con una grande crescita in questo 2023.

Gianluca Mancini e Marash Kumbulla (Roma) @Image Sport
Gianluca Mancini e Marash Kumbulla (Roma) @Image Sport

Roma, Mancini è il pupillo di Mourinho

Con l’inizio del nuovo anno, la Roma ha mostrato una grande solidità difensiva e, in cinque partite, rispettivamente disputate contro Bologna, Genoa, Milan, Fiorentina e Spezia, ha subito solamente due gol, entrambi arrivati nella gara con i rossoneri a San Siro. Il merito è soprattutto di mister José Mourinho, maestro assoluto nell’arte di registrare al meglio le difese delle proprie squadre, in generale però le lodi vanno spartite tra tutti i membri della squadra, che lavorano con grande attenzione alla fase difensiva.

Se si dovessero nominare alcuni singoli è ovvio che l’attenzione ricadrebbe nella quasi totalità su Chris Smalling e Roger Ibanez. Il primo è il condottiero supremo della difesa della Roma e con lui nel rettangolo di gioco i giallorossi sono una squadra diversa. Il secondo invece è in costante crescita e, al netto di alcuni gravi errori di distrazione, riesce a prendersi la scena con i suoi strappi e i suoi anticipi. Il terzo difensore che compone la difesa capitolina è quello che ruba meno l’occhio, il vicecapitano Gianluca Mancini.

José Mourinho, tecnico della Roma @livephotosport
José Mourinho, tecnico della Roma @livephotosport

In occasione della gara contro il Milan a San Siro, Mancini ha tagliato il traguardo della 150 presenze con addosso la maglia della Roma, è tra i fedelissimi di Mourinho che ormai nel reparto arretrato fa affidamento sui soliti quattro: davanti a Rui Patricio, salvo infortuni o squalifiche, giocano sempre “Mancio”, Smalling e Ibanez se l’ex atalantino, tra i quattro, è quello con il minutaggio minore, si deve soltanto a qualche sostituzione in campionato, il più delle volte nei minuti finali.

Infatti, in termini di minutaggio Mancini è preceduto soltanto dai tre compagni. Andando oltre i meri numeri, il 23 della Roma è il calciatore più “Mourinhiano” di tutti per grinta, personalità, voglia di lottare, propensione al sacrificio. Insomma, l’ex Atalanta ha questa enorme predisposizione nel gettare il cuore oltre l’ostacolo, elemento alla base della forma mentis che Mourinho chiede ai suoi e che ha sempre ravvisato in “Mancio”, fin da quell’abbraccio sotto la Curva Sud dopo il gol di El Shaarawy all’ultimo minuto contro il Sassuolo, il giorno della millesima panchina dello Special One in carriera. 

Roma, anno nuovo, Mancini nuovo

Quest’anno in Serie A con la Roma, Gianluca Mancini ha raccolto lo stesso numero di ammonizioni di Chris Smalling (4 in 19 partite) e una in meno di Roger Ibanez, a dimostrazione di come sia diventato un giocatore più maturo e attento. Il vice capitano giallorosso ha capito come contenere la sua irruenza e ha iniziato a limitare maggiormente le proteste, che in passato gli sono spesso costate vari cartellini gialli. Dalla ripresa del campionato dopo la pausa per il Mondiale in Qatar, il difensore azzurro in 5 gare non ha preso neanche un’ammonizione.

Il rischio di prendere il primo cartellino giallo della stagione Mancini lo ha accarezzato in occasione della partita della Roma a San Siro contro il Milan quando al 9′ è stato ammonito Celik per trattenuta su Theo Hernandez: il direttore di gara Davide Massa, ha estratto il cartellino giallo per il giocatore turco. Sul sito ufficiale della Lega Serie A è stato, però, attribuita anche un’ammonizione a Mancio nello stesso minuto: in questo modo il difensore italiano avrebbe dovuto saltare il match successivo con la Fiorentina.

Dal comunicato con le decisione del Giudice Sportivo si evince che in realtà Mancini non è stato ammonito ma che a ricevere il cartellino giallo è stato appunto Celik. Dopo la conclusione della sfida tra Milan e Roma, la Lega Serie A ha dunque rettificato quanto reso noto sul sito, facendo chiarezza e togliendo l’ammonizione all’ex difensore dell’Atalanta mantenendo la sua fedina penale sportiva ancora pulita in questo 2023.

Mancini e Belotti, Roma @Image Sport
Mancini e Belotti, Roma @Image Sport

Lo stile difensivo di Mancini è sempre stato molto aggressivo e l’anticipo è uno dei suoi punti di forza, caratteristiche che lo espongono naturalmente al rischio di commettere fallo. Nel 2023 però il numero 23 sta giocando con un atteggiamento più controllato, ma ciononostante le sue prestazioni non sono minimamente calate, anzi sono in grande crescita. Se lo scorso anno il braccetto di destra poteva essere un punto debole della Roma, quest’anno sembra essere un punto di forza della squadra di Mourinho.

In campionato Mancini è già riuscito ad arginare giocatori veloci e forti nel dribbling come Leao e Zaccagni e, nella prossima gara di Serie A, quando la Roma sarà accolta dal Napoli al Maradona, sarà chiamato alla sfida Kvaratskhelia, esame superato a pieni voti nella gara di andata giocata all’Olimpico quando il georgiano è stato annullato dal lavoro difensivo di Mancini e Karsdorp. Stavolta il terzino olandese non ci sarà, così come Celik squalificato, dunque spazio a Zalewski che con l’aiuto del vice capitano dovrà essere abile a bloccare il fuoriclasse della squadra di Luciano Spalletti.

Ciò che non è cambiato con il nuovo anno è l’importanza di Mancini nello spogliatoio e in campo dove incoraggia i compagni quando ne hanno bisogno e li riprende quando è il momento di farlo. Quando bisogna parlare con l’arbitro è sempre in prima linea e anche se c’è da intervenire a difesa di un compagno. Atteggiamenti da leader naturale della Roma, prossima avversaria del Napoli, che ora però sono accompagnati da comportamenti più accorti, per evitare di inciampare in stupide e inutili ammonizioni. La leadership non è solo gridare più di tutti e in queste partite, Mancini ha dimostrato di averlo capito.

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