A scontrarsi mercoledì 23 febbraio nel match valido per il ritorno dei playoff d’Europa League sono state Roma e Salisburgo. Una sfida intensa vinta dagli uomini di Mourinho per 2-0 e che ha consegnato il passaggio del turno ai giallorossi in quello che è stato un totale dominio. Se nella gara d’andata vinta dagli austriaci la compagine capitolina aveva giocato un buon calcio uscendo sconfitta, stavolta per gli uomini di Jaissle non c’è stato scampo.
A mettere la firma su questo match sono stati Belotti e Dybala che hanno regalato una vittoria fondamentale alla Roma per proseguire il sogno dell’Europa League. Ciò che più ha colpito è stato l’atteggiamento degli uomini di Mourinho in perenne proiezione offensiva e che li ha visti abbassare il baricentro e il ritmo solamente negli ultimi 10 minuti di partita. Proprio a tal proposito andiamo a vedere e ad analizzare alcuni aspetti tattici della gara.

Roma, Spinazzola dominatore assoluto
A dominare la partita e a fare la differenza è stato Spinazzola autore di entrambi gli assist che hanno portato ai gol e alla vittoria la Roma. Una prestazione sublime che ha visto l’esterno italiano essere il vero protagonista del match rivelandosi semplicemente immarcabile. Una freccia sulla fascia sinistra che ha messo in grandissima difficoltà Capaldo che non è mai riuscito a portarsi in zona offensiva perché preoccupato dalla continua spinta di Leonardo.
Altro calciatore che è andato in grande difficoltà con le continue accelerazioni di Spinazzola è stato Dedic che non è mai riuscito veramente a contrastare il grande passo del terzino italiano facendosi saltare più volte. Il numero 70 del Salisburgo infatti in occasione del gol di Belotti si è ritrovato ad affrontare Leonardo che lo ha letteralmente lasciato sul posto. Cambia l’avversario, ma non l’esito in occasione della seconda rete dove Solet prova ad uscire in pressione sul 37 giallorosso che serve Dybala per il 2-0.

Azzeccata la mossa di Mourinho che fin dal 1′ di gioco ha fatto vedere la volontà di esprimere il suo gioco attraverso le fasce che si sono rivelate essere le vere protagoniste della partita. Spinazzola e Zalewski infatti, hanno fatto la differenza in casa Roma con la loro continua spinta, in particolar modo con Leonardo che con il suo passo si è rivelato essere un vero e proprio incubo per la difesa del Salisburgo.
Roma, le magie di Belotti e Dybala: nati per giocare insieme
Una coppia che, dopo i loro inizi al Palermo, si ripropone dal 1′ di gioco. Due calciatori che nonostante il tempo si capiscono alla meraviglia e che in un certo senso si completano e questa è stata una delle chiavi tattiche della Roma di Mourinho. Il Gallo infatti ha lottato su ogni pallone facendo da sponda e andando a contendere situazioni impensabili, guadagnando calci di punizione e facendo salire la squadra.

Ad accompagnare Belotti c’è sempre stato Dybala che come un’ombra ha sempre orbitato intorno al Gallo per fornirgli un appoggio e per sfruttare il lavoro fisico dell’ex Torino. Una coppia che nonostante il passare degli anni rimane sempre affiatata e che nella partita con il Salisburgo ha regalato grandi gioie alla Roma, visto che andare in gol sono stati proprio loro due.
Roma, un centrocampo insuperabile: Matic piazza il muro
Altra grande chiave tattica fondamentale per le sorti del match è stata quella legata a Matic che non ha fatto passare nessuno anche grazie al sostegno del suo compagno di reparto Cristante. Una Roma che riesce a girare il pallone con qualità ed intelligenza anche e soprattutto grazie all’ex Manchester United che di ogni passaggio ricevuto sapeva già che cosa farne velocizzando così la manovra.

Il vero lavoro però richiesto da Mourinho e nel quale Matic è riuscito perfettamente è stato quello legato al recupero palloni. Più volte infatti, nelle ultime partite la Roma mancava di copertura davanti la difesa e questo lo Special One lo ha notato facendolo presente al serbo che si è applicato rivelandosi un vero muro. In molte occasioni infatti, l’ex Manchester United ha risolto situazioni che potevano diventare pericolose grazie alla sua fisicità e al suo senso della posizione che gli hanno permesso di fermare gli avversari.
Roma, l’aggressività di Mancini
Il fatto che nel modo di giocare di Mancini ci sia il fattore aggressività è ormai noto a tutti. Stavolta però Mourinho l’ha preparata in maniera diversa. Infatti molte volte il difensore della Roma, che affronterà la Real Sociedad, si è ritrovato ad andare a pressare alto il suo uomo di riferimento non dandogli così tempo e modo di ragionare. Una scelta che inevitabilmente ha dato tempo e modo ai giallorossi di recuperare, ma anche di rimanere sempre alti senza mai abbassarsi e perdere campo.

Un Mancini che inoltre più volte nell’arco del match contro il Salisburgo si è fatto vedere in zona offensiva cercando anche due inserimenti alle spalle della difesa avversaria. Un modo di giocare che ricorda molto quello dei difensori di Gasperini, ma che Mourinho ha scelto di far mettere in campo al suo calciatore anche per mettere ancora più pressione alla difesa avversaria. Una mossa coraggiosa ed importante e che, visto il risultato finale, dà ragione allo Special One.