Serata amara in casa Roma, che con la brutta sconfitta 3-4 contro il Sassuolo conferma una volta di più come in questa stagione non sia in grado di dare continuità ai bei risultati. La chance era ghiotta, perché dopo l’inaspettato tonfo dell’Inter in casa dello Spezia e il pareggio della Lazio al Dall’Ara di Bologna, una vittoria giallorossa avrebbe consentito alla squadra di Mourinho di portarsi in seconda posizione al pari proprio dei nerazzurri a quota 50 punti.
E invece è arrivato nuovamente un brusco stop che fa il paio con quello dello Zini contro la Cremonese, e impedisce di fatto alla Roma di fare quel passo in più e candidarsi con forza ad un posto in Champions League. Dopo le due convincenti vittorie interne contro Juventus e Real Sociedad non riesce dunque il tris, e al fischio finale rimane soltanto l’amaro in bocca per l’ennesima occasione sprecata.

Roma-Sassuolo 3-4, il racconto del match
In uno stadio Olimpico gremito e particolarmente elettrico per l’occasione, con tanto di pañolada per protestare contro la squalifica di 2 giornate per Mourinho, arriva un Sassuolo in fiducia reduce da 2 vittorie consecutive. Anche la Roma però vuole coronare al meglio una settimana fin qui perfetta, e nei primi minuti cerca di aggredire subito la partita andando vicina al vantaggio prima con Wijnaldum, che ben imbeccato da Matic spara tra le braccia di Consigli, e poi con Abraham.
La formazione giallorossa appare molto nervosa già dall’inizio, quando il capitano di serata Smalling viene ammonito per un tocco di braccio, dando il via alle proteste romaniste all’indirizzo del direttore di gara Fabbri. Al 13′ passa in vantaggio a sorpresa il Sassuolo. La Roma perde palla a centrocampo dando il via al contropiede neroverde: il tiro di Pinamonti è parato da Rui Patricio, ma sulla respinta si avventa Laurienté che brucia un’immobile difesa giallorossa e fa 1-0.

Passano 5 minuti e al 18′ arriva anche il raddoppio del Sassuolo ancora con l’esterno francese, in un’azione quasi fotocopia, con la retroguardia capitolina che rimane ferma e subisce il gol del 2-0 da centro area nonostante la netta superiorità numerica. L’Olimpico è incredulo, ma la Roma riesce a scuotersi subito, tanto che al 26′ Zalewski accorcia le distanze facendo 1-2. Su cross di Spinazzola dalla sinistra l’italo-polacco colpisce al volo schiacciando a terra il pallone che prende una strana traiettoria e beffa l’estremo difensore avversario.
La Magica continua a spingere per rimettere in piedi la partita, e un minuto dopo Wijnaldum ci prova di testa ma manda a lato il possibile gol del pareggio. Dopo una mezz’ora a tutta da parte delle due squadre, con entrambe le formazioni molto lunghe e delle voragini a centrocampo – soprattutto in quello della Roma, incapace di contenere le incursioni dell’obiettivo di mercato Frattesi e compagni -, la gara si stabilizza con i giallorossi che mantengono il pallino del gioco ma senza riuscire a pungere più di tanto.

Allo scadere del primo tempo, con il risultato sempre sull’1-2 e dunque ribaltabile, arriva il fattaccio che compromette la gara sponda giallorossa. Berardi cade a terra in area cercando di scalciare Kumbulla, che commette una sciocchezza e rifila un calcio al numero 10 avversario con la palla ormai in mano a Rui Patricio. Risultato: espulsione del difensore albanese, Roma in 10 uomini e rigore trasformato per l’1-3 con cui si chiude la prima frazione.
La situazione per i capitolini si fa complicatissima, ma Mourinho e Foti ci provano inserendo Karsdorp e Dybala all’intervallo. La Joya risponde subito con un gol stupendo dal limite dell’area, ridando fiducia a tutto l’ambiente e riportando sotto la Roma. I giallorossi ci provano, ma in inferiorità numerica sono costretti a lasciare delle praterie in ripartenza al Sassuolo, che poco dopo va vicino al poker con Berardi che scheggia la traversa.

Il quarto gol arriva al 75′ grazie a Pinamonti, che sull’imbucata di uno scatenato Laurienté supera Rui Patricio con un tocco sotto. A questo punto ormai la situazione si fa irrecuperabile per la Roma, sotto di un uomo e due reti. Ci prova ancora Dybala con un pallonetto da fuori, ma è bravo Consigli a dire di no. In pieno recupero arriva il gol del definitivo 3-4 firmato da Georginio Wijnaldum, alla prima rete in Serie A che serve però solo a rendere meno amaro il passivo.
Roma, Dybala l’unica luce in mezzo a troppe ombre
È una sconfitta che fa molto male ma che soprattutto obbliga lo staff tecnico ad alcune riflessioni in casa Roma. Innanzitutto sul turnover, che ancora una volta non ha funzionato. Bove non ha sfruttato la chance avuta dal primo minuto, mentre Kumbulla dopo l’importantissimo gol del 2-0 contro la Real Sociedad ha subito rovinato tutto con un’ingenuità imperdonabile, mettendo seriamente a repentaglio il suo futuro minutaggio da qui fino a fine stagione.
Nonostante la rete, anche Wijnaldum sembra ancora lontano da una condizione di forma accettabile, come dimostrano i troppi errori commessi nell’arco dei 90 minuti. Sicuramente pesano i tanti mesi lontano dal campo, ma la speranza è che presto possa riacquistare brillantezza, perché un Gini al 100% è fondamentale per dare dinamismo in mezzo al campo a questa Roma.

Un’altra nota negativa continua ad essere Abraham, parso anche oggi avulso dal gioco, mai in grado di tenere alto il baricentro della squadra nei duelli aerei né di rendersi pericoloso pericoloso nei pressi della porta avversaria. L’infortunio alla mano rimediato da Belotti però obbliga Mourinho a mandare in campo il suo numero 9 per mancanza di alternative, anche se oggi è arrivato l’esordio in prima squadra del centravanti polacco classe 2004 Jordan Majchrzak, che appare però ancora acerbo.
L’unica nota lieta in casa Roma è il solito Paulo Dybala, che ha confermato per l’ennesima volta – non che ce ne fosse bisogno – di essere ad un altro livello rispetto ai compagni. L’impatto dell’argentino nella ripresa è stato da fuoriclasse vero, tanto che con il suo gol per qualche minuto sembrava aver dato ai tifosi giallorossi l’illusione di un’insperata rimonta.

Roma, l’importanza di Cristante e Mancini
Un altro punto su cui riflettere è l’importanza di Bryan Cristante all’interno della Roma. Spesso e volentieri criticato a prescindere, l’assenza per squalifica del classe ’95 friulano contro il Sassuolo ha rivelato quanto in realtà la sua intelligenza e il suo posizionamento siano fondamentali per gli equilibri giallorossi. Senza di lui infatti il centrocampo ha subito l’iniziativa neroverde lasciando troppo spazio ai vari Frattesi e Henrique, con Matic incapace di fronteggiare da solo la manovra avversaria.

Discorso simile va fatto anche con Mancini, lasciato a riposo in ottica derby poiché diffidato. La sua cattiveria agonistica avrebbe sicuramente messo più in difficoltà Laurienté sulla sinistra, oltre a trasmettere la giusta aggressività anche ai compagni di reparto, oggi tutti ampiamente sotto il par. Il Sassuolo ha messo a nudo tutte le vulnerabilità difensive della Roma, fin qui praticamente perfetta all’Olimpico nel 2023, fatto salvo per la caporetto in Coppa Italia contro la Cremonese.
Roma, inizia una settimana chiave: Real Sociedad e derby
L’imperativo per la Roma adesso è resettare questa debacle e centrare la qualificazione ai quarti di finale di Europa League. La sfida dell’Anoeta contro la Real Sociedad si preannuncia infuocata, ma i giallorossi dovranno cercare di mantenere il bel vantaggio maturato nel 2-0 dell’andata. Non sarà facile ma la squadra di Mourinho ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per mettere in difficoltà le squadre avversarie, soprattutto in Europa.
Dopo l’impegno in Europa League tornerà la Serie A, che vede in programma il derby tra Roma e Lazio, da affrontare senza Mourinho. I giallorossi hanno l’obbligo di cancellare la pessima prestazione della gara d’andata e provare a superare in classifica i rivali biancocelesti. La speranza in casa romanista è che la sconfitta con il Sassuolo sia stata solo un’episodio e che la Magica possa riprendere da dove aveva lasciato prima di questo stop.