Francisco Guillermo Ochoa Magaña nasce il 13 Luglio 1985 a Guadalajara, città del Jalisco, regione del sud del Messico. I suoi genitori, papà Guillermo e mamma Natalia, crescono lui e la sorella minore Ana Laura con l’attività di panettieri. I genitori e la sorella mostrano il forte legame con lui restando sempre al suo fianco in tutte le grandi sfide che ha affrontato. Dal 2017 è sposato con la connazionale Karla Mora, con cui ha avuto tre figli, due femmine ed un maschio.

Sin da piccolo, il modello di riferimento per Guillermo è il leggendario portiere del Manchester United Peter Schmeichel. Vedendo le partite ed i video delle giocate dell’estremo difensore danese, il piccolo Memo si è innamorato del calcio e del ruolo di portiere. Dopo anni passato ad ammirarlo da uno schermo nel 2018 ha avuto modo di incontrarlo e l’ex portiere danese si è complimentato con lui per il suo grande talento.

Guillermo Ochoa, l’esordio e le prime stagioni
Il piccolo Guillermo Ochoa, inizia a percorrere i suoi primi passi sul campo da calcio nelle giovanili del Club América, squadra con sede a città del messico. Fin da piccolo, oltre il suo carattere allegro e solare, era chiaro il suo talento cristallino. Questo porterà l’allora allenatore, Oscar Ruggeri, a portarlo in prima squadra. Memo, nato di venerdì 13, debutterà il 13 giugno 2004, in una partita con il fischio d’inizio alle 13. Il numero 13 diventerà il suo simbolo accompagnandolo in le sue partite da dietro le spalle.
Dalla stagione 2004-2005 Guillermo Ochoa si prenderà carico di difendere la porta del suo club diventando il portiere titolare. La sua prima esperienza con un squadra professionistica inizia per il meglio: alla prima stagione vince sia la Primera División messicana che il Campeón de Campeones. Nel 2006 la Coppa Campioni Centroamericana e la CONCACAF Champions League e l’InterLiga nel 2008. Questi grandi risultati, ottenuti grazie alle sue grandi prestazioni, lo portano nel 2007 a classificarsi al trentesimo posto nella graduatoria del Pallone d’oro stilata dalla rivista France Football.

L’approdo in Europa di Ochoa
Guillermo Ochoa continua a macinare successi e ottime prestazioni difendendo la porta del Club América. Un simile talento non poteva restare fuori dai radar delle squadre europee, ed è così che Il 30 giugno 2011 il club francese Ajaccio decide di affidare a lui la porta dopo essere stati promossi in Ligue 1. Resterà in Francia però solo per i 3 anni previsti dal contratto, durante i quali metterà in scena delle incredibili prestazioni, come quella contro il PSG in cui fece 17 parate. Nell’ultimo anno di contratto, la squadra corsa retrocede e decide di fare a meno del portiere messicano.
L’avventura europea di Guillermo Ochoa passa poi per il Malaga. Nella squadra spagnola però, Memo troverà molta difficoltà. L’estremo difensore messicano, nonostante fosse approdato in Spagna dopo il grande mondiale del 2014, nei suoi 2 anni di permanenza nella società andalusa vedrà il campo solo in 10 occasioni, restando relegato al ruolo di secondo dietro il portiere camerunese Idriss Kameni.

L’impiego troppo limitato porterà l’estremo difensore messicano e a venire ceduto in prestito al Granada per la stagione 2016-2017. La stagione al Granada si concluderà con il record di 82 reti subite e la retrocessione della squadra nella Segunda División. Memo, durante questa esperienza, tornerà a giocare con maggiore continuità e questo gli permetterà di approdare allo Standard Liège, e di giocare nella massima serie del campionato belga. Con la squadra di Liegi, vincerà la Coppa di Belgio per la stagione 2017-2018.
Nell’agosto del 2019 Guillermo Ochoa torna al club in cui ha percorso i suoi primi passi, il Club América. Trascorrerà in Messico le stagioni dal 2019 al 2022, tornando anche essere capitano del club messicano ma senza riuscire a vincere alcun trofeo.

L’avventura italiana alla Salernitana
A sorpresa, all’età di 37 anni, Guillermo ‘Memo’ Ochoa sente che ha ancora molto da dire nei palcoscenici più alti del calcio ed accetta la proposta della Salernitana. A portarlo a mettersi di nuovo in gioco è stata l’ottima prestazione con la nazionale messicana al mondiale 2022, che grazie a lui si è dimostrata un avversario da non sottovalutare. L’idea del portiere messicano è quella di restare per almeno 3 anni in Europa, così da farsi trovare pronto per giocare il mondiale nel 2026 che si terrà in Canada, Stati Uniti e proprio nel suo Messico.

Guillermo Ochoa inizia il suo percorso nel campionato di Serie A, dimostrando fin da subito prestazioni di alto livello. Il portiere messicano esordisce con la Salernitana il 4 gennaio, dell’anno in corso, giocando da titolare nella partita Salernitana – Milan. Nonostante il risultato reciterà una sconfitta di 2-1 per i padroni di casa, tra i migliori in campo figura proprio il portiere messicano, capace di aver saputo abbassare la saracinesca contro un avversario molto arduo.

Nelle partite che seguiranno, Guillermo Ochoa è riuscito a tenere salda la difesa granata guidando i compagni anche grazie all’esperienza dei suoi 37 anni. La squadra campana con lui in campo, è riuscita ad abbassare la soglia media dei goal subiti, le uniche eccezioni sono la partita persa per 8-2 contro l’Atalanta e il 3-0 contro la Juventus in casa delle Salernitana. Se dovesse continuare ad avere un così buon rendimento, non avrà difficoltà a restare ad un livello tale da ottenere la qualificazione per il mondiale 2026 e stabilire l’agognato record di partecipazioni.

Ochoa, il Mondiale come simbolo
Il campionato del mondo per Guillermo Ochoa, non è un evento come un altro. Memo, infatti è tra gli otto giocatori che nella storia sono riusciti nell’impresa di giocarlo cinque volte. Se Ochoa riuscisse ad essere presente anche nell’edizione del 2026, stabilirebbe il record di sei partecipazioni. Questo unico primato gli ritaglierebbe di diritto un posto nella storia del calcio.
Il Messico nelle edizioni 2006 e 2010 convoca Guillermo Ochoa, con il ruolo di terzo e poi secondo portiere, senza che questo riesca a disputare alcuna gara, come spesso accade. È dall’edizione 2014 che Memo riuscirà ad essere titolare e mettersi in luce per le grandi prestazioni come quella nella partita contro il Brasile di Neymar. L’estremo difensore da quella partita inizierà ad avere come soprannome ironico quello di ‘6 dita’. questo perché le doti mostrate in quella partita erano spiegabili soltanto dall’avere qualcosa di speciale come una mano a 6 dita.

Il portiere messicano ripeterà le sue imprese calcistiche anche nelle edizioni del 2018 ed in quella appena trascorsa, nella quale Guillermo Ochoa ha parato un calcio di rigore a Robert Lewandowski. Il miglior risultato con il Messico non deriva dal mondiale, bensì arriverà con le olimpiadi di Tokyo 2020. Nella competizione, si unirà da titolare alla nazionale olimpica messicana con la quale arriverà sul gradino più basso del podio perdendo soltanto con il Brasile, che vincerà poi la medaglia d’oro

Le grandi prestazioni con la nazionale, da parte di Guillermo Ochoa, gli hanno permesso di diventare noto in tutto in mondo per il suo talento. Le giocate mostrate con El Tricolor, non hanno mai trovato piena corrispondenza con quello visto nei club in cui ha militato. La differenza di rendimento e passione, sono tali da rendere Guillermo Ochoa noto quasi esclusivamente a chi segue il calcio per essere il portiere dalla nazionale messicana.
Questo trova infatti riscontro nelle difficoltà incontrate nel trovare seria continuità nel calcio europeo passando da una squadra all’altra senza mai riuscire a vestire maglie di grandi club. Guillermo Memo Ochoa, per la sua poca incidenza nei club, resterà al mondo del calcio come il “muro” messicano che appare nel calcio solo durante il mondiale per difendere la porta del Messico.