Quest’anno sarebbe stato sufficiente raggiungere 36 punti per non retrocedere, e raramente, nella storia della Serie A, la quota salvezza è stata così bassa. La Salernitana è riuscita nell’impresa di non raggiungere neanche la metà di questi punti: col pareggio pirotecnico per 3-3, nell’ultima giornata di campionato contro il Milan, il club campano ha raccolto appena 17 punti, un bottino profondamente negativo, frutto di una stagione fallimentare.
Le premesse a inizio stagione erano ben diverse: ad esempio, l’ex allenatore della Roma Jose Mourinho, alla conferenza stampa del pre-match contro la Salernitana ad agosto 2023, ha dichiarato che: “La Salernitana è una squadra con del potenziale per arrivare in Europa. Ottimo allenatore, che può contare su una rosa di grande esperienza /…/”. Lo Special One non poteva sbagliarsi di più, dato che a fine anno i campani sono scesi in B con sei giornate in anticipo.
Proprio prima del match contro il Milan il tecnico granata Stefano Colantuono ha commentato il periodo di buio pesto che sta vivendo il club, che tuttavia: “Potrà proporsi per un grande campionato di Serie B per tornare a questo livello”. La realtà è che la Salernitana non ha mai dimostrato di avere le basi per poter risalire già il prossimo anno in A – non basta l’esperienza, ma ci vuole un progetto serio, lungimirante. La permanenza nel massimo campionato italiano non è mai scontato, ma va guadagnato sul campo e con giuste decisioni societarie.
L’ammissione dell’errore è il primo passo per porre rimedio all’errore stesso, e il presidente della Salernitana, Danilo Iervolino, facendosi portavoce della società, ha ammesso il fallimento del progetto, chiedendo scusa ai tifosi. A dividere una buona fetta della responsabilità è sempre e comunque anche l’allenatore, e la stagione 23-24 è stata contraddistinta da una tetrarchia che non ha mai portato nulla di buono al club. Il continuo cambio di panchina, dettato dall’asse Paulo Sousa – Filippo Inzaghi – Fabio Liverani – Stefano Colantuono, ha solo più accentuato il caos di una squadra completamente allo sbando.
Eppure, non si può dire che la Salernitana non ci abbia provato: per agguantare la salvezza, sono stati investiti diversi milioni e cambiati molti giocatori. Nel mercato di gennaio sono addirittura 10 i nuovi nomi, quasi tutti in prestito; tanta confusione causata da molteplici volti nuovi, mai propriamente incastrati all’interno dell’organico, un ennesimo cambio in panchina (subentra Liverani) e stagione ormai cestinata. A fine anno la Salernitana è sprofondata in un baratro senza fine, con un bilancio in negativo di quasi 24 milioni di euro.
La sfilza di record negativi
L’annata 2023-2024 per il club di Salerno sarà indimenticabile per aver raggiunto e infranto molti record negativi, che sicuramente non saranno un vanto negli anni a venire. La Salernitana non ha mai subito così tanti gol e le 81 reti incassate sanciscono il punto più basso mai toccato dalla difesa granata.
Questa stagione è stata non solo la peggiore della Salernitana, ma anche in assoluto il peggior rendimento di un club in Serie A (a 20 squadre), con il minor numero di punti totalizzati in stagione, “vantando” solo 5 punti raccolti nel girone di ritorno. La precedente detentrice di questo sgradevole primato è il Pescara del 2016-2017, che di punti in stagione ne aveva racimolati 18. Qui, all’epoca, militavano Cristiano Biraghi (Fiorentina), Bryan Cristante (Roma) e Gianluca Caprari (Monza), ma soprattutto un certo Vincenzo Fiorillo, il portiere con più incontri disputati nella storia del Pescara e che nelle ultime 4 giornate di questo campionato ha difeso i pali proprio della Salernitana.
Sono arrivate solo 2 vittorie in questa stagione, a novembre contro la Lazio e a dicembre contro il Verona. Poi 11 pareggi e 25 sconfitte. I soli 2 successi raggiunti in un’intera stagione sono un record negativo assoluto che è condiviso solo dal Chievo Verona del 2018-2019.
Dia è il nome simbolo dei flop
Boulaye Dia è sbarcato in Italia dal Villareal nell’estate del 2022 e dopo un anno è stato riscattato per 14 milioni dalla Salernitana, cifra da record per il club. Quella stagione è stata superlativa per l’attaccante camerunense, che ha chiuso la 38^ giornata con ben 16 reti e 6 assist, superando ogni aspettativa nei suoi confronti. Grazie a questi numeri, la Salernitana si è aggiudicata un sereno 15° posto, premiando Dia come l’eroe e il trascinatore dei granata.
Nell’anno successivo, l’attaccante africano era chiamato a ribadire l’impresa, tuttavia, già nella sessione estiva di calciomercato ha chiesto la cessione. Alle porte dell’inizio del nuovo campionato, la Salernitana è riuscita a trattenere Dia, che però è rimasto controvoglia – si rivelerà una stagione flop da ogni punto di vista. Pochissimi alti (solo 4 reti segnate) e troppi bassi, lo sliding door della stagione è avvenuto a marzo, quando Dia si è rifiutato di entrare in campo nei minuti finali contro l’Udinese. Questo gesto ha fatto infuriare il presidente Iervolino, che ha deciso di passare per vie legali, escludendo il giocatore dalla rosa e chiedendo un risarcimento pari alla metà dello stipendio che gli spetterebbe fino a fine stagione.
Il duo Manolas-Boateng
Walter Sabatini nella sessione di calciomerato invernale, per ricostruire una difesa che faceva acqua da tutte le parti, ha deciso di puntare sull’esperienza con una doppia “Sabatinata”, aggiudicandosi a zero due nomi importanti: Kostas Manolas e Jerome Boateng.
I due difensori centrali, che hanno vestito maglie importantissime nel corso della loro carriera, erano stati chiamati a mettere ordine in una squadra che di certo negli ultimi anni non ha mai fatto della difesa il proprio punto forte. La media di più di 2 gol a partita subiti pesano molto e il duo Manolas-Boateng non è mai riuscito mai a convincere, a causa anche dei numerosi infortuni di entrambi.
Le poche note positive
A guidare il reparto dei top, in una squadra con questo rendimento così pessimo, non può che essere il solito, immortale Antonio Candreva. Con 13 G/A tra campionato e Coppa, è sempre stato la certezza di questa squadra. Il tuttocampista ha oggi 37 anni e appena 2 anni fa chiudeva la stagione con 7 gol e addirittura 13 assist. Giocatore a cui non si può dire nulla e professionista serio, quest’anno ha saltato solo 4 match, di cui uno per squalifica e tre per fastidi muscolari, e la maggior parte di tutti gli altri incontri sono stati disputati per tutti i 90 minuti. Minutaggio impressionante per un calciatore che, come il vino, invecchiando migliora – una delle poche bandiere del nostro campionato.
In tutto questo buio, è riuscita a brillare una piccola stella a Salerno: Loum Tchaouna. L’attaccante ciadiano naturalizzato francese ha saputo mostrare l’atteggiamento giusto nonostante le circostanze tetre. Ha dimostrato grandi qualità e personalità in un campionato impegnativo, e in una squadra con tali difficoltà, a soli 20 anni, è riuscito a ritagliarsi un posto da titolare. Le altre squadre non sono rimaste a guardare, con Tchaouna che per utta probabilità il prossimo anno vestirà la maglia biancoceleste; la Lazio è infatti intenzionata a pagare gli 8 milioni della clausola rescissoria per aggiudicarsi il giovane talento, che, dunque, eviterà di scendere in B con gli altri compagni di squadra.