Sandro Cois in ESCLUSIVA: “La Fiorentina vincerà Coppa Italia e andrà in Europa. Scudetto? Dico Milan”

L'ex calciatore di Fiorentina, Sampdoria e Torino Sandro Cois è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per parlare di corsa scudetto, lotta salvezza e Nazionale

Nicola Liberti
26 Minuti di lettura

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Sandro Cois nasce a Fossano il 9 giugno 1972. Duttile centrocampista, in grado di ricoprire i ruoli di mediani, trequartista ed esterno su ambo le fasce, nonché difensore, ha indossato in carriera le maglie di Torino, Fiorentina e Sampdoria. Attualmente allenatore dell’Under 15 della Pistoiese, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per parlare di Fiorentina, Torino, lotta Scudetto, lotta salvezza e Nazionale.

Sandro Cois
Sandro Cois, una vita nella Fiorentina

Sandro Cois tra Fiorentina, Torino, Juric ed Italiano

Fiorentina e Torino, entrambe squadre del tuo passato, hanno cambiato guida tecnica ad inizio stagione ed entrambe hanno già racimolato più punti della passata stagione. Vanno dati meriti ai rispettivi allenatori o maggiormente agli interventi sul mercato?

Distinguerei le due cose: la Fiorentina non ha fatto grosso mercato e si vede soprattutto la mano dell’allenatore che ha dato una identità. Ha portato un gioco di pressing alto e a livello tecnico e tattico è la rivelazione di quest’anno, sta facendo molto molto bene. Per quanto riguarda il Torino vale lo stesso discorso: l’allenatore è stato fondamentale, però ha fatto anche le scelte giuste riguardo i giocatori sul mercato, è riuscito a prendere giocatori duttili ed abili nell’uno contro uno, giocatori che hanno sposato appieno il progetto Juric, un gioco simile ad Atalanta e Verona. Concordo sul fatto che le due squadre abbiano qualcosa in comune, il plus dato dall’allenatore“.

Basandoti anche sui tuoi trascorsi, pensi che questi siano gli allenatori ideali per le rispettive piazze e giocatori. Un Juric più “grintoso” caratterialmente che si rispecchia poi anche nel modo di giocare in campo ed un Italiano magari più pacato ma dal gioco più dinamico?

Italiano non è tranquillo, è uno che si fa sentire ed urla spesso. Ho assistito anche ad un paio di suoi allenamenti e, in questo senso, è come Juric, sono molto simili. Il tecnico del Torino appare come più determinato e cattivo a livello di pensiero e di colloquio col calciatore, ma anche il mister della Fiorentina non è da meno. Le scelte degli allenatori sono state fondamentali. Cairo ha fatto una grande scelta, la Fiorentina invece secondo me è stata più fortunata nella scelta: se fosse rimasto Gattuso oggi Italiano no ci sarebbe stato, questa è stata un po’ di buona sorte che li ha portati ad un allenatore veramente veramente preparato e bravo“.

La Fiorentina ha fatto comunque altre scelte importanti, ceduto Dusan Vlahovic alla Juventus sono stati molto bravi a pescare Piatek e Arthur Cabral. Il primo è partito meglio ma il secondo si è sbloccato nell’ultima giornata, credi che in prospettiva siano due attaccanti in grado di dare molto? Il brasiliano appena arrivato è stato anche paragonato ad Adriano per caratteristiche tecniche.

Assolutamente, una volta ceduto Vlahovic sembrava la Viola non vincesse più una partita e non avesse più un bomber. Invece questo, a dimostrazione di quanto detto prima, con Italiano sono riusciti ancora una volta a dimostrare che, anche senza un grandissimo campione come potrà diventare il serbo, hanno trovato altri due giocatori bravi. Piatek l’ha dimostrato più volte, Cabral ha fatto molto bene solo domenica. Prima della partita contro il Napoli si iniziava già a dire che non fosse bravo, che fosse stato un acquisto sbagliato. Il calcio però è questo, riesce a far cambiare idea grazie a risultati e prestazioni in davvero poco tempo. Sono sicuro che con questi due attaccanti i toscani potranno fare bene. Il polacco ha avuto già esperienze in Italia ed è dunque facilitato nell’ambientamento, però penso che nel calcio, quando vai in un campionato nuovo, in un mese il giocatore riesce ad integrarsi se è bravo”.

Piatek, Fiorentina
Piatek, Fiorentina

Come diceva anche l’allenatore uno può essere aspettato perché viene da un campionato diverso, con anche ritmi diversi, poi però se sei bravo secondo me esci fuori. Mi auguro che Cabral possa essere un giocatore importante per il presente ed il futuro. Sul paragone con Adriano dico che i paragoni non vanno fatti, il calcio è cambiato e l’ex Roma se non avesse avuto quei problemi secondo me sarebbe potuto veramente un campione, un top player. Era molto più esplosivo di Arthur, molto più forte fisicamente, bravo nel calciare ma anche di testa. Il nuovo arrivato per raggiungere i suoi livelli deve ancora lavorare tanto. Il livello che raggiungerà dipenderà da come lavorerà il ragazzo, da quanto e come vorrà migliorare. Spesso la differenza la fa la testa, l’essere ambiziosi e il non voler mollare mai, il cercare sempre di migliorarsi: tutte cose che dipenderanno da lui. È chiaro che ha potenzialità fisiche e tecniche per essere un capocannoniere nel campionato italiano, tuttavia non si possono fare pronostici, certamente i tifosi della Fiorentina si augurano possa diventare un bomber“.

Da un bomber ad un altro, in casa Torino c’è ancora la questione Belotti aperta. Ivan Juric ha dichiarato che sarebbe felicissimo nel caso in cui decidesse di restare, secondo te quale sarebbe la scelta migliore per squadra e giocatore, dati anche gli interessi di Milan e Fiorentina?

È una scelta facile per il giocatore: se sente ancora fiducia e stima da parte di società e tifosi, se secondo lui potrà diventare una bandiera, se si sente bene a Torino, come ha dimostrato di stare, potrà formare ancora con i granata probabilmente. Se invece dovesse avere voglia, dal punto di vista della carriera, di andare in una squadra a livello tecnico superiore, oppure giocare la Champions con il Milan ad esempio, è normale che possa anche decidere di cambiare. Non penso sia una questione di soldi ma più di ambizioni del ragazzo, sarà una scelta che farà il Gallo e che, probabilmente, non ha ancora fatto“.

Arthur Cabral
Arthur Cabral

Sandro Cois: “La Fiorentina vincerà la Coppa Italia ed andrà in Europa”

Tornando in casa Fiorentina, questa è ancora in corsa per l’Europa ma ha sul proprio cammino Milan, Roma e Juventus, come vedi il prossimo futuro?

Per come sta giocando, a livello fisico e tecnico, può vincere tutte le partite di qui alla fine. È una squadra molto molto forte anche a livello di caratteristiche, è una squadra con anche ricambi di livello, se mette un giocatore al posto di un altro questo fa bene, non ha soli undici titolari. Ha una rosa ampia e dimostrerà di poter lottare fino alla fine. Secondo me in Europa ci arriva sicuramente e, magari può essere un azzardo, ma credo possa vincere la coppa italia. La viola è sempre in corsa e per la Juventus sarà dura affrontare questa squadra in questo momento di forma“.

Passata la due giorni di Champions è azzardato fare un paragone, con le dovute proporzioni ed aggiustamenti del caso, tra Manchester City-Atletico e Fiorentina-Juventus dell’andata di Coppa?

La Juventus è una squadra strana: alterna partite dove crea poco a gare incredibili come contro l’Inter dove va a perdere dopo aver creato almeno dieci occasioni da gol. Non sai come prenderla, ha giocatori importanti davanti ma anche altri fondamentali nell’uno contro uno. Ora manca uno come Federico Chiesa, uno dei migliori incontristi d’Europa a parer mio, però hanno Vlahovic, Dybala, Cuadrado che sono giocatori che non possono mai lasciarti tranquillo. Può capitare che non tocchino palla tutta la partita ma alla prima occasione buona magari inventano un assist o un gol. Sembra più una squadra che si affida all’inventiva dei singoli più che all’organizzazione generale per trovare la via del gol“.

Ibrahimovic e Rebic (Milan)
Ibrahimovic e Rebic (Milan)

Sandro Cois: “Sampdoria salvati presto, lo Scudetto lo vincerà…”

Testacoda nel campionato, come vedi la lotta Scudetto tra Milan, Inter, Napoli e Juventus (sempre che tu la ritenga ancora in gioco) e la tua ex Sampdoria in ottica salvezza?

No, la vedo ormai fuori dai giochi. Credo che il Milan, nonostante in quest’ultimo periodo gli stia mancando solamente il gol, dato che ha comunque sempre creato moltissime occasioni, sia il favorito. Penso che siano favoriti nonostante ad oggi, quantomeno sulla carta, lo è l’Inter: se recupera la partita e la vince va davanti a tutti e si prende i favori del pronostico. Mancano ancora diverse partite ma vedo i rossoneri come favoriti a portarsi a casa il campionato. Quanto alla zona salvezza, per il bene della Sampdoria spero finisca il prima possibile il campionato e che si salvino.

A livello di prestazioni e di gioco Giampaolo ha dato qualcosa di importante, però la squadra fatica a trovare la via del gol, a mantenere la concentrazione per tutti e 90 i minuti. Mancando ancora così tante partite il rischio retrocessione c’è, anche se credo che ormai Genoa e Salernitana siano, sulla carta, quasi retrocesse. Il Grifone deve vincere qualche partita altrimenti rischia di essere spacciato. Penso se la giocheranno con Venezia, Cagliari, Spezia e mi auguro per la Samp che incontri almeno qualche partita dove trovare le vittorie necessarie a garantirle la salvezza. Per quanto riguarda il tecnico doriano credo che entrare in corsa non sia mai facile, se la società ha idea di continuare con lui deve fargli un mercato mirato ed adeguato al suo calcio. È un allenatore che ama giocare con partenze da dietro, predilige a livello tecnico il play basso che fa giocare la squadra, la Samp si deve rinnovare e fare parecchio mercato. Non so quanto potrà farlo data la situazione societaria con qualche problema, anche se mi auguro il meglio per loro“.

Marcel Desailly, ex Milan e Chelsea
Marcel Desailly, ex Milan e Chelsea

Sandro Cois tra tattica ed evoluzione del calcio

In merito al ruolo di centrocampista, negli ultimi anni sono andate sparendo figure come la tua, centrocampista ma in grado di ricoprire diversi ruoli tra cui quello della difesa, o come, nel passato, Marcel Desailly, diga funzionale sia a centrocampo che in difesa. Sono sempre più diffusi giocatori che dall’out basso ricoprono anche il ruolo di mediano, penso a Calabria in Italia, ma anche Kimmich e Lahm prima di lui. Solamente un caso o è sintomo di un calcio che si sta evolvendo?

Si è vero, si sono perse, ma non del tutto. Medel a Bologna sta facendo questo doppio ruolo e, partendo da centrocampista, ora ricopre compiti più difensivi. Io ho avuto la fortuna e la bravura di saper fare moltissimi ruoli, tutti tranne il portiere, da centrale difensivo, marcatore a uomo, ho fatto una vita da centrocampista ma anche esterno su entrambe le fasce, trequartista. Questo secondo me è un vantaggio nonostante oggi molti credano che saper fare tutti i ruoli non vada bene, a parer mio rimane sempre un vantaggio.

Di giocatori come hai nominato te Desailly ne nasce uno ogni 50 anni, era veramente un grandissimo giocatore, poteva fare tutti i ruoli. Quando giocavo io era più difficile che un laterale basso potesse fare il braccetto o il centrocampista, oggi il calcio è cambiato e i difensori sono molto più bravi a livello tecnico rispetto ad una volta. Grazie a questo possono ricoprire più ruoli e, ti dirò di più, tante volte il trequartista lo si vede fare il braccetto perché si è più votati alla ricerca della qualità. È sparita la figura del mediano che pensa solo alla rottura e non fa ripartire, oggi si cercano centrocampisti come Pirlo, che probabilmente in Italia ed Europa non esiste. Quando giocavo io a volte il mediano poteva essere un centrale adattato e messo a uomo su Baggio o Totti, per dirne alcuni“.

Il calcio sta parlando, questo è il futuro, giocatori non specializzati in un singolo compito ma in grado di fare tutto abbastanza bene e rendersi sempre utili, ad esempio i braccetti che si inseriscono come Bastoni o come nel gioco di Gasperini.

È questa la lettura giusta, i centrali quando giochi a tre sono propositivi, vanno ad attaccare. È l’esempio che ci ha dato Gasperini in questi anni, secondo me alcuni allenatori hanno copiato il suo stile di giocare uomo a uomo tutto campo, dove quando il centrale va in anticipo non conclude la giocata ma va dentro e si inserisce. È una cosa bella e che fa vedere quanto è bello riuscire a giocare a calcio anche con i difensori, anche se comporta alcuni rischi. Se perdi palla e non fai la transizione giusta l’attaccante si trova da solo, o è comunque in un uno contro uno tale per cui se scivoli o sbagli una palla c’è sempre l’occasione importante per la squadra avversaria. Bastoni quest’anno l’abbiamo visto da terzo di difesa andare a fare il trequarti, molto bene direi“.

Pobega, centrocampista del Torino
Tommaso Pobega, centrocampista del Torino @imagephotoagency

Sandro Cois: “Giusto confermare Mancini, ora però convochi Pobega”

Un allenatore che sposa una filosofia di calcio nuovo e votato alla ricerca del gol è Roberto Mancini, giusto riconfermalo in Nazionale?

Ha vinto un Europeo facendo un miracolo e meritandolo avendo mostrato un bel gioco. Giusto dare la continuità, ma mi aspetto dei cambiamenti. Ho visto alcuni molto molto stanchi, ragazzi che hanno dato tutto. Ripartirei da giovani già pronti come Sandro Tonali: deve essere un titolare nella Nazionale a prescindere, fosse stato per me lo avrei già fatto giocare con la Macedonia perché viene da un campionato strepitoso. Gli stessi Scamacca e Raspadori credo verranno inseriti in quanto ovvio e giusto, poi abbiamo giovani validi nell’Under 21. Questi vanno però fatti crescere e fatti giocare, cosa che non accade nel campionato italiano, e abbiamo visto con quali conseguenze. Purtroppo per la seconda volta non partecipiamo al Mondiale, bisogna farsi qualche domanda“.

Nelle ore immediatamente successive alla sconfitta con la Macedonia si è levata l’onda del “riformiamo il calcio italiano”, scemata come sempre in tempi brevissimi senza nulla di fatto. Lo scossone dal basso non sembra ci sia la volontà di darlo, è necessario lo dia Mancini con scelte e convocazioni forti “alla Zaniolo”?

Esattamente, d’accordissimo. Dopo una delusione si sentono sempre le stesse frasi, come il ripartire dai settori giovanili. Sono undici anni che alleno il settore giovanile della Pistoiese ed ho potuto notare come sia necessario che le società mettano ad allenare persone preparate, non chi ha preso il UEFA B ma non ha mai dato un calcio ad un pallone. Ai più giovani va fatto vedere il gesto tecnico, va insegnato il calcio, non si può mettere uno che a tempo perso va ad allenare i bambini a tempo perso. I bambini sono il patrimonio del calcio italiano, è da lì che si insegna e da lì c’è un grosso problema. Tanti sono amici del procuratore o del presidente, e quindi devono trovare il posto da allenatore, nel calcio professionistico come non. Inizierei da qui e poi, come hai detto, dare la svolta con le convocazioni. Mancini è stato un grande a scoprire Zaniolo, magari ci sono altri giovani bravi ed interessanti che giocano in Serie B o sono giovanissimi ma giocano poco in Serie A”.

Serve fare come ha fatto l’Atalanta in questi anni che ha tirato fuori molti giovani interessanti, con un settore giovanile al top. Il posto degli orobici l’ha preso il Sassuolo negli ultimi due anni. Una squadra che nel settore giovanile è organizzata, hanno i risultati come l’Under 18 che ha vinto il Viareggio. Bisogna lavorare sui settori giovanili, non penso che le squadre di Serie A non abbiano giovani interessanti in Primavera. Basti pensare all’Empoli, dove dovrebbero fare una statua al presidente Corsi, che ha venduto Ricci e ha puntato su Asslani con una scelta di coraggio. È vero che è straniero, sarebbe stato meglio per noi fosse stato italiano, però se ci fosse stato uno forte avrebbe giocato. Le società devono fare scelte di questo tipo.

Esultanza Sassuolo
Esultanza Sassuolo @Image Sport

L’Empoli una squadra che lotta sempre tra A e B ha avuto molto coraggio ed ha lanciato un segnale al nostro calcio, così come fa spesso anche il Sassuolo. Sono stufo di vedere ragazzi che vincono in Primavera e vanno a giocare in Lega Pro, non deve esistere. Un ragazzo che vince in Primavera ed è forte deve giocare, anche se non in Serie A comunque a livelli alti. Invece si predilige lo straniero perché ha il procuratore bravo, c’è del guadagno dietro, ma questo è un problema“.

Noto una certa povertà tecnica in diversi calciatori italiani, giovani o meno che siano. È un problema che parte dai settori giovanili dove questa non viene insegnata per dare spazio invece al protagonismo di certi nuovi allenatori in cerca di carriera?

Di sicuro non ci sono problemi di tecnica alla Juventus nei settori giovanili, alla Fiorentina perché investono molto, sugli allenatori in primis, e così i ragazzi crescono. L’obiettivo della società quando arriva un ragazzo giovane è di valorizzarlo e portarlo in prima squadra. Ma qui torniamo al problema di prima, perché molti soffrono di questa povertà tecnica? Perché gli allenatori non insegnano, e parlo di settori giovanili professionisti, ci sono ragazzi che insegno dai primi calci agli allievi che insegnano tattica, pressing. Il calcio non è solo questo però, il calcio è fantasia, tecnica, uno stop d’esterno, un colpo di tacco. Ho assistito ai miei occhi ad una partita di Esordienti dove un ragazzo ha fatto quattro dribbling ed ha fatto gol: al momento dell’ultimo dribbling l’allenatore ha iniziato ad urlargli di passare la palla a più riprese. Questo non è calcio, il ragazzo non è stato bravo, ma bravissimo. Se hai fatto quattro dribbling e segnato vuol dire che hai grandi abilità tecniche, e su queste bisogna ancora lavorarci e affinarle sempre di più. Invece no, l’allenatore si lamenta perché ha fatto la giocata, piuttosto che un tunnel”.

“Quando i ragazzi sono piccoli i tunnel li devono fare, devono avere modo di imparare. Invece vogliono vincere già dai primi calci o gli Esordienti, i ragazzi vanno formati. Discorso diverso quando raggiungi, ad esempio, gli Allievi, dove allora puoi pensare di insegnare spiegare, giocare e far subentrare altre cose. Magari la società ha una rosa competitiva e cerca un obiettivo, allora puoi lasciare da parte determinate cose. Da piccoli però devono imparare a giocare a calcio: stoppare la palla, giocare a testa alta, il gesto tecnico sono le cose importanti, non il pressing e la corsa. Da piccolo non c’è necessità di allenare la corsa, ce l’hai già, hai bisogno del contatto della palla. Questo problema lo si nota in Italia, fidati che se vai in Spagna non è così”.

In tema di giovani italiani, Castrovilli dopo un bell’inizio ha leggermente arrancato nell’ultimo periodo, complici anche diversi problemi, Ricci sta brillando sotto la guida di Ivan Juric, Pobega ha fatto la gavetta ed ora è pronto per il grande salto definitivo: lecito aspettarsi una chiamata “precoce” per quest’ultimo come fu per Zaniolo?

Pobega è una rivelazione, non pensavo fosse così forte, è già pronto ed è affidabile. Ha tutto, qualsiasi cosa: forza, tecnica, aggressivo, molto molto bravo. In Nazionale ci sta, ha anche margini di miglioramento incredibili, deve stare in ambito azzurro. Ricci è un giocatore che in prospettiva potrà diventare molto importante. Castrovilli nell’ultimo anno e mezzo ha avuto molti problemi fisici, va aspettato. Nelle ultime partite si è ripreso e, anche se un po’ a sprazzi, è tornato il giocatore che aveva fatto innamorare Firenze“.

Gaetano Castrovilli - Fiorentina
Gaetano Castrovilli – Fiorentina

Post Bodo/Glimt Mourinho ha risposto ad una domanda su Zaniolo chiedendo che i giovani italiani vengano lasciati in pace. Pesano anche le tante voci, critiche o opinioni sui giovani azzurri?

Certo, lo ha detto il maestro ed ha ragione. Riguardo Zaniolo se trova continuità diventa devastante, spero non si faccia più male, dia una svolta alla propria carriera perché è un giocatore forte, determinato, tecnico e con strappi impressionati. È uno in grado di spezzare gli equilibri, per questo la stampa di Roma, una piazza calda, dovrebbe lasciarlo tranquillo anche se so che è difficile che accada: due anni fa lo vedevano come il nuovo Totti. I romani questo si aspettano da lui, io mi auguro faccia bene alla Roma per poi fare benissimo in Nazionale. Non lo vedo troppo avanti come collocazione, penso possa ricoprire ogni ruolo nei tre della trequarti o come braccetto in un centrocampo a tre. È uno che di corsa ed inserimenti ci arriva, poi ha questo tiro molto potente“.