Alle ore 1.33, con soli 3 minuti di ritardo sulla scaletta, è terminata la prima serata del Festival di Sanremo 2023, che ha visto esibirsi sul palco dell’Ariston i primi 14 cantanti in gara oltre ad una parata di ospiti a partire da Sergio Mattarella – primo Presidente della Repubblica a presenziare alla kermesse – per arrivare al collegamento con Fiorello passando per Roberto Benigni, i Pooh, Salmo, Piero Pelù ed Elena Sofia Ricci. Ecco dunque il nostro commento ai primi quattordici partecipanti, con gli stessi divisi in tre gruppi. Semaforo verde, per quelli che hanno convinto totalmente pubblico e critica. Semaforo giallo, per quelli che sono passati in sordina. Semaforo rosso, per quelli che hanno cominciato in salita la loro settimana in Riviera.
Sanremo 2023, il semaforo verde: Mengoni incanta, ma è Mr.Rain a sorprendere tutti
Marco Mengoni – Due vite
Per i bookmakers era il grande favorito della vigilia, nel suo ritorno al Festival a dieci anni dal trionfo de L’essenziale. I giornalisti ne hanno tessuto le lodi fin dal pre-ascolto di un mese fa, e Marco Mengoni non ha deluso. La sua Due Vite ha tutta l’aria di essere il pezzo con cui il cantante di Ronciglione vuole bissare il successo del 2013. Mengoni incanta l’Ariston con una grandissima esibizione ed un brano dal retrogusto di Lucio Dalla tanto nell’arrangiamento quanto nel cantato.
Coma_Cose – L’addio
Due anni fa si erano presentati su quel palco da totali outsider con la loro Fiamme negli occhi che raccontava l’amore più acceso nel pieno della passione. Quest’anno sono tornati con un pezzo – L’addio – che parla della crisi con tanto di citazione-omaggio al brano della scorsa partecipazione sanremese (“Il nostro fuoco l’hanno visto tutti“). Fausto Lama e California, penne raffinate e coppia anche nella vita, dimostrano ancora una volta perché la critica musicale li elogia fin dai tempi di Anima Lattina. Il look, l’esibizione, la presenza scenica, il testo. Non vinceranno il Festival, ma hanno dalla loro la credibilità. Trasudano verità, e quindi non possono che avere un semaforo verde.
Mr.Rain – Supereroi
La vera sorpresa della prima serata è però senza dubbio Mr. Rain con la sua Supereroi. Arrivava a questo Sanremo con la nomea di essere nel gruppone di quelli che sarebbero dovuti passare inosservati, invece ci ha messo appena tre minuti per conquistare tutti. Con una canzone orecchiabile che entra subito in testa, dolce ma non melensa, e con una coreografia con il coro di bambini. E canterà sempre prima di mezzanotte, grazie alla legge che vieta ai minorenni di andare in diretta tv dopo le 24.00. Attenzione al potenziale outsider che non ti aspetti, che ha atteso per anni l’occasione di stare su quel palco ed una volta che ne ha avuto la possibilità se la gioca al massimo.
Leo Gassmann – Terzo Cuore
Leo Gassmann si presenta a Sanremo con Terzo cuore. Canzone uscita dalla penna di Riccardo Zanotti che si porta dietro tutti i cliché della classica canzone da Pinguini Tattici Nucleari, ma che in comune con le hit della band bergamasca ha la capacità di fare subito breccia ed entrare in testa. Le straordinarie capacità interpretative del figlio d’arte fanno il resto. Promosso.
Gianluca Grignani – Quando ti manca il fiato
Semaforo verde ad honorem anche per Gianluca Grignani, tra i ritorni più attesi di questo Festival. Una canzone che è una dedica al padre assente con perdono annesso. Il rocker brianzolo si mette a nudo sul palco più importante d’Italia con un pezzo pop-rock struggente. Un momento di assoluta verità in un contesto che è stato spesso teatro di ipocrisia.
Sanremo 2023, il semaforo giallo: Elodie poteva fare di più, Ultimo delude
Elodie – Due
Con una hit al livello di Bagno a mezzanotte o Andromeda, Elodie avrebbe potuto seriamente gareggiare per la vittoria con ampie chance di fare un figurone anche sul palco dell’Eurovision Song Contest. Nonostante il secondo posto nella classifica della sala stampa, Due non sembra avere le carte in regola per giocarsi il successo nel Festival pur essendo un brano decisamente radiofonico.
gIANMARIA – Mostro
Forse tradito dall’emozione, il vicentino gIANMARIA secondo classificato ad X-Factor 2021 colpisce meno del previsto. Ma il pezzo è radiofonico, crescerà con gli ascolti e anche il suo Festival sarà in crescendo grazie al duetto con Manuel Agnelli sulle note di Quello che non c’è che si preannuncia come uno dei momenti clou della serata delle cover.
Ariete – Mare di guai
La mancanza della canonica cuffia in testa – causa Fantasanremo e relativo malus – è l’unico elemento di imprevedibilità nella sua esibizione. Per il resto Ariete si presenta al suo primo Sanremo con una canzone scritta da Calcutta – Mare di guai – che si porta dietro tutti i cliché del cantautorato indie.
Mara Sattei – Duemilaminuti
Nel gruppo del semaforo giallo anche Mara Sattei, che si è presentata in gara con una canzone scritta dal fratello Thasup e da Damiano David dei Måneskin. La sua Duemilaminuti ha però incantato meno di quanto farebbero presupporre due firme così importanti nel panorama musicale odierno, con il beneficio del dubbio vista la tarda ora in cui si è esibita. In compenso, la cantante di Dolce Vita esibisce un look impeccabile.
Cugini di Campagna – Lettera 22
Chi si aspettava da Lettera 22 un hit in stile Ciao (gli autori sono Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina de La Rappresentante di Lista) è rimasto sicuramente deluso. Chi si aspettava il loro proverbiale falsetto, anche. Invece tutto sommato I Cugini di Campagna hanno retto bene all’esordio sul palco più ambito d’Italia. Negli anni si è visto di peggio.
Sarebbe stato semaforo rosso infine anche per Anna Oxa, Ultimo, Olly e Colla Zio, anche se con dei doverosi distinguo. La cantante barese plurivincitrice del Festival sembra fuori contesto, con una preghiera laica che rischia di far passare inosservata una delle grandi star della musica italiana degli ultimi cinquant’anni. Per quanto riguarda Ultimo, da un cantante che riempie stadi e viene dato per favoritissimo ci si aspetta qualcosa di diverso rispetto all’ennesima canzone identica alle ultime quindici e lontana anni luce da capolavori del primo Ultimo come Mille Universi e Giusy. Colla Zio e Olly fanno invece venire dubbi sull’utilità di promuovere 6 cantanti da Sanremo Giovani per un maxi-cast da 28 partecipanti. Si salvano dal semaforo rosso solamente grazie all’ira funesta ed incommentabile di Blanco.
Sanremo 2023, il semaforo rosso: Blanco
A neanche 20 anni, non c’è niente di rock nel distruggere il lavoro di settimane e settimane di molti collaboratori per un semplice capriccio. Ed è poi irritante vedere un ragazzino ridere in faccia al direttore artistico che – nonostante tutto – si è precipitato sul palco per cercare di ricomporre la frattura tra Blanco ed il pubblico dell’Ariston inferocito. E pensare che l’anno scorso ha battuto due canzoni superiori in tutto come quelle di Elisa ed Irama. Per fare scandalo a Sanremo e rimanere nella storia basta mettersi un microfono in tasca, non serve darsi al vandalismo.