Nella serata di domenica 28 gennaio il Napoli ha strappato un pari per 0-0 alla Lazio allo Stadio Olimpico. Pareggio a reti bianche, incolore, insapore, senza accenni di gioco né tiri in porta: così i partenopei sono irriconoscibili. Senza scadere nei consueti riferimenti alla vittoria dello Scudetto, ciò che manca ad oggi agli azzurri è il gioco che li ha contraddistinti per quasi un decennio. Dall’epoca di Maurizio Sarri a quella di Luciano Spalletti ed un calcio che ha stregato l’Europa, quale futuro attende oggi la squadra campana?
De Laurentiis al bivio: nuovo Napoli o vecchia scuola?
0 tiri in porta in 90 minuti contro la Lazio e i tempi dei citati Maurizio Sarri e Luciano Spalletti che contraddistinguono quello che, ad oggi, è un solo lontano ricordo del gioco che per lungo tempo ha incantato il Maradona. Difficile di per sé attendersi dal curriculum di Walter Mazzarri gesta simili emulate alla perfezione, per propria filosofia e visione del calcio, così come lo è di per sé immaginare i campioni d’Italia in carica effettuare nessuna conclusione verso la porta avversaria nel corso di un intero match.
La stagione è ormai compromessa, il Napoli è oggi chiamato a non fare lo stesso anche con il proprio futuro. Qualunque sia l’epilogo d’annata, l’estate chiama stravolgimenti, in primis in panchina. De Laurentiis si troverà così presto dinanzi ad un nuovo bivio: optare per il nuovo all’italiana che avanza, nel segno dei vari Thiago Motta, Farioli, Palladino ecc. o rifugiarsi nuovamente nell’antico corso di facciata, maggiormente scafato nella gestione mediatica ma meno in quella delle richieste del calcio d’oggi?