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Scamacca promesso sposo del Paris Saint Germain. Quasi fatta ma non ancora chiusa: questo ci arriva da da Sassuolo e dall’entourage dell’attaccante che un anno fa ha mollato il vecchio agente Paloni per affidarsi ad Alessandro Lucci. Volubile il tipo: in 4 anni ha cambiato 4 procuratori. Aveva iniziato con Paolillo salvo poi legarsi al povero Mino Raiola. Nel gennaio 2021 la Juve cercò in tutti i modi di soffiarlo alla concorrenza (Paloni aveva un accordo con il ds Paratici) ma i neroverdi tennero duro. I bianconeri chiedevano di averlo in prestito senza obbligo, il Sassuolo rispose picche. In primavera tutti lo davano vicinissimo all’Inter (non il sottoscritto: trattativa sì, accordo no) ma non è stato cosi.
Marotta e Carnevali saranno anche amici per la pelle ma non possono svendere i rispettivi gioielli. L’amminstratore delegato emiliano fu perentorio con il collega interista: si parte da una valutazione minima di 40 milioni. Da allora Beppe virò su altri nomi (Lukaku in primis). Stessa solfa per i cugini. Il Milan qualche tentativo lo ha fatto ma non appena ha conosciuto l’entità dell’investimento si è chiamato subito fuori.
L’unico club italiano che avrebbe potuto prendere Scamacca alle condizioni dettate da Carnevali era il Napoli ma solo con i 100 milioni di Oshimen. Al momento il nigeriano è ancora azzurro (piace a United Arsenal e Newcastle) e quindi De Laurentiis non può bloccare la punta della Nazionale.
Chi ha fatto sul serio nelle ultime settimane è stato l’Arsenal (dopo il no dello juventino Morata: l’Atletico Madrid, proprietario del cartellino, lo stava girando ai Gunners) ma stando a quanto appreso i transalpini sembrano aver innestato le marce alte. Ci arrivano conferme sull’entità dell’offerta del Psg. 40 milioni di euro (pagabili anche in 2 rate) più 10 milioni di bonus (alcuni difficili da ottenere).
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Carnevali, furbo di 3 cotte, annusando l’asta ha chiesto un leggero ritocco sul fisso (45). Così come va limato l’accordo con Lucci che punta a migliorare la prima offerta del Ds Campos: 3,5 più bonus per cinque anni. A fargli posto sotto la Tour Eiffel un certo Maurito Icardi, ex uomo mercato. Oggi non lo vuole più nessuno. Il rapporto stipendio (10 milioni netti) rendimento (stagione deludente) non sollecita copiosi appetiti.