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Enzo Ferrari scriveva ““Date a un bambino un foglio di carta, dei colori e chiedetegli di disegnare un automobile, sicuramente la farà rossa”. E se quella rossa è così iconica e così idolatrata da tutti è anche merito di Michael Schumacher. Una leggenda per la Formula 1, forse La leggenda della F1, che ha fatto appassionare grandi e piccini. Auguri al pilota più talentuoso che il mondo automobilistico abbia mai visto, auguri a Michael Schumacher.
Il talento puro di Michael
Schumacher è nato per correre. Il tedesco ha da sempre avuto le qualità e il carattere di un pilota professionista. Già all’inizio della sua carriera aveva un talento che nessuno aveva mai visto. In un mondo difficile come quello dell’automobilismo la determinazione è essenziale. Beh, Michael fin da subito ha dimostrato di saper esattamente cosa volesse e come ottenerlo. Mika Hakkinen, storico rivale di Schumacher ha raccontato come lui stesso alla sola età di 14 anni vedeva le qualità del tedesco in pista. Il campione del mondo finlandese racconta: “Il modo e la facilità con cui guidava erano incredibili. Michael in pista rimaneva sempre controllato, e non commetteva mai errori. Avevamo solo 14 anni, ma sapevo di avere davanti un vero talento“.
Il destino di Michael era tuttavia indirizzato a restare nel mondo del karting, considerando una situazione economica familiare che non permetteva minimamente di affrontare una tournée nelle categorie Formula. Willi Weber, imprenditore nel mondo automobilistico, vide fin da subito le qualità di Schumacher e decise di offrigli un contratto per gareggiare e testare le macchine della Mercedes in Formula 3. Nel 1991 arrivò il debutto nella massima serie dell’automobilismo, a SPA, in Belgio.
Il debutto di Michael in Formula 1 fu un vero e proprio colpo di fortuna. Il team Jordan 191 si ritrovò a metà stagione senza pilota, e Weber riuscì a dare al giovane tedesco la possibilità di gareggiare con un auto di Formula 1.Le qualifiche di Schumacher in Belgio furono strabilianti, e dopo solo un GP, aveva già attirato l’attenzione delle più importanti scuderie. Fu Flavio Briatore, presidente della Benetton, a far firmare un nuovo contratto al tedesco.
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Dalla prima vittoria al tetto del mondo
Dopo aver firmato il contratto con la Benetton, Michael può finalmente esprimere il suo talento con una macchina competitiva, e nel 1992 riesce, superando Ayrton Senna, a vincere il suo primo GP, a SPA, stesso circuito dove esordì per la prima volta in Formula 1. A 23 anni Micky vinceva il suo primo GP, ma sicuramente al tedesco, questa vittoria non bastava per essere soddisfatto. Nel 1994 erano Schumacher e Senna a competere per il titolo mondiale.
Poi arrivò il GP di Imola. Il tedesco segue a ruota Ayrton. Arriva la curva tamburello, ma Senna non fa la curva e si schianta a muro. Di incidenti così se ne vedono tanti, e nessuno si aspettava che il brasiliano non sarebbe più sceso da quell’auto. La tragedia di Imola fu sconvolgente per tutti, e la perdita di Senna fu una delle più dolorose della Formula 1. Lo stesso Schumacher rimane scosso per il resto della stagione.
In un’intervista il tedesco affermava: “Mi dissero che era in coma. Per ore ho creduto che non sarebbe morto, non potevo pensare una cosa simile. Pensavo solo che avrebbe saltato 2-3 gare, ma che avrebbe vinto il campionato”. Il periodo successivo fu davvero difficile per Michael. Era il numero 1, doveva solamente vincere il campionato, ma il ritorno in pista non fu affatto facile da affrontare. “Andai a Silverstone, e vidi molte cose con occhi diversi. Pensavo solo «Qui è un posto dove potrei morire», non ero sicuro che avrei mai smesso di pensarci. Era una situazione molto strana, dormivo 3 ore a notte”.
Il campionato continua e nel GP d’Australia il nuovo pilota di punta della Williams Damon Hill si trova a un punto da Schumacher, in testa alla classifica piloti. Un errore in curva di Michael fa avvicinare Hill che prova un sorpasso avventato. C’è il contatto, Schumi si ritrova nel muro e Damon con l’auto danneggiata, ma continua a correre. Il pericolo che Schumacher perdesse la gara all’ultimo GP era sempre più probabile, quando gli ingegneri della Williams furono costretti a ritirare l’auto di Hill, troppo danneggiata per correre. Nel 1994 Schumacher vinse il suo primo titolo mondiale. Nel 1995 fece lo stesso, ma per lui era troppo facile vincere così.
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L’approdo in Ferrari: la costruzione di un impero
Ed ecco quindi che Micky fece la scelta che lo rese leggendario. L’obiettivo del tedesco non era semplicemente vincere, ma dimostrare di essere il migliore portando una scuderia in difficoltà sul tetto del mondo. Ed ecco che Schumacher firmò un contratto con la Ferrari. Per lui non era solo una scuderia, era molto di più. La vettura non era una semplice auto di Formula 1, era una vera e propria leggenda. La Ferrari non passava un bel periodo, non vinceva il mondiale dal 1979 e la macchina era letteralmente inguidabile.
All’esordio in Ferrari, al giro di formazione ci furono problemi al motore nella vettura di Schumi, e il pilota si ritirò. Rendere la rossa nuovamente competitiva era una vera e propria impresa, ma diede anima e corpo per riuscire nel suo intento. I primi anni furono difficili, ma in Spagna 1996 Michael fece la storia. Si correva sul bagnato, la Ferrari aveva dei problemi tecnici evidenti, ma il tedesco adattò il suo stile di guida alla vettura e riuscì a portare sul gradino del podio più alto una Ferrari dopo parecchi anni.
Nel 1998 e nel 1999 con i leggendari duelli Schumacher-Villenevue prima e Schumacher-Hakkinen poi, arrivò vicinissimo a vincere il titolo mondiale. Tuttavia tra incidenti e sfortune, non ci riuscì. Arriva il 2000, la Ferrari di Schumacher sfidava la McLaren di Hakkinen. Campionato combattutissimo. Il tutto si deciderà a Suzuka. Alla partenza Hakkinen supera Schumacher e si ritrova in testa al GP e al mondiale. Ma Michael non molla. Ha già perso due mondiali all’ultima gara, non può permettersi di perderne un altro. Resta sempre a pochissimi secondi di distanza e con un giro super al rientro ai box del finlandese, Micky riesce nell’undercut, il tedesco esce davanti e conquista il suo terzo titolo mondiale. Da lì, la nascita di un impero, ne vincerà 5 di fila, facendo tornare la Ferrari sul tetto del mondo. Schumacher è leggenda. É riuscito dove Prost e Senna non riuscirono.
Il destino beffardo
Non è facile accettare che Schumacher non sia più lo stesso. Non è pensabile che un uomo, un padre, un pilota, una leggenda abbia rischiato la vita per anni ogni weekend e si ritrovi adesso in queste condizioni. Dopo quell’incidente in Francia sugli sci, la vita di tutti coloro amavano Michael non fu più la stessa. Schumacher era un uomo dalla forte personalità, sempre presente, e non fu facile per la famiglia superare un periodo così difficile.
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Dal 29 Dicembre 2013 Schumacher non si è più visto, le sue condizioni sembrano stabili, sta affrontando l’incidente con le migliori cure disponibili in circolazione. Il silenzio a volte fa più male delle parole, ma il tedesco non è mai voluto stare sotto i riflettori, a sempre gareggiato per sé, mai per gli altri. Era un ottimo padre e un ottimo amico, si concedeva i suoi spazi e vuole la sua privacy. keep fighting, è questo il motto di migliaia di tifosi per la dura lotta che il tedesco sta affrontando. Continua a lottare, come hai sempre fatto, per raggiungere ciò che vuoi.
Tutto il mondo della Formula 1, nel giorno del compleanno del 7 volte campione del mondo Michael Schumacher, fa gli auguri alla Leggenda, sperando un giorno di rivederlo. Grazie Schumi per quello che sei stato, sei e sarai per tutti gli amanti della Formula 1.