Sébastien Frey, l’uomo che chiuse la porta della Fiorentina

Leggiamo e ripercorriamo insieme la carriera di Sébastien Frey, l'uomo che chiuse la porta della Fiorentina: storia di uno dei migliori portieri degli anni 2000

Luca Cioffi
12 Min di lettura

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“Mi sono reputato sempre un portiere completo e non credo di avere avuto mai grossi deficit. Sulle qualità ti posso dire l’esplosività, la reattività e l’istinto facevano parte del mio bagaglio”. Si descrive così Sébastien Frey ex portiere tra le altre della Fiorentina con un lunghissimo passato nella nostra Serie A. Dalle parti di Firenze si ricordano molto bene di lui, viste le sue 218 partite condite da rigori neutralizzati e parate da campione vero che l’hanno uno dei protagonisti della Fiorentina targata Champions League. Ripercorriamo insieme la carriera di Sébastien Frey.

Gli inizi di Sébastien Frey: dal Cannes all’Inter il passo è breve

Sébastien Frey nasce il 18 marzo 1980 a Tonone, piccolo paese situato nella regione del Rodano. Muove i suoi primi passi nel mondo del calcio nelle giovanili del Cannes, a cui si aggrega nel 1990, all’età di soli 10 anni. 7 anni dopo, ovvero nel 1997, fa il suo esordio in Division 1 (successivamente ribattezzata Ligue 1) con la maglia dei cannois il 20 settembre del medesimo anno: da quel giorno, conquista definitivamente il posto da titolare, concludendo il suo primo e unico massimo campionato transalpino raccogliendo ben 24 presenze. Le sue prestazioni non passano inosservate agli occhi dei club europei, tra cui l’Inter che su segnalazione di Walter Zenga, decide di ingaggiare l’allora 18enne portiere francese. Fa il suo esordio in maglia nerazzurra il 21 marzo del 1999, subentrando a Pagliuca al 70′, nel 4-0 finale del Biscione. Qualche settimana dopo, diventerà il portiere più giovane di sempre a giocare una partita da titolare a 19 anni e 16 giorni nella storia della Beneamata. Primato che resiste tutt’oggi, a dimostrazione della qualità e della personalità dell’estremo difensore francese. Chiuderà la sua prima annata nella Milano nerazzurra con 9 presenze in totale.

Durante l’estate del 1999, l’Inter decide di girarlo in prestito secco al Verona. La sua stagione in Veneto si rivelerà essere molto positiva, riuscendo a centrare l’obiettivo salvezza e addirittura sfiorando il piazzamento europeo. Inoltre, riesce a mantenere la porta inviolata dei veneti per ben quattro gare consecutive, concludendo la sua stagione in gialloblù con 31 presenze. Nel 2000 torna all’Inter, dove questa volta, riesce a guadagnarsi il posto da titolare. Durante l’annata 2000-2001, parteciperà alla storica debacle dei nerazzurri l’11 maggio 2001, quando l’Inter uscì sconfitta con il risultato di 6-0 nel derby della Madonnina contro il Milan. A distanza di anni, l’estremo difensore classe ’80 ricorda ancora con grande amarezza quel match: nel corso di un’intervista ai microfoni di Fanpage.it, quando gli viene chiesto quale partita vorrebbe rigiocare se ne avesse la possibilità, lui risponde così: “Assolutamente, e la rigiocherei insieme a tutti i miei compagni. Senza dubbio quel maledetto derby InterMilan perso 6 a 0. È stata una partita così strana perché loro sembravano posseduti mentre noi non siamo entrati in gara. Ci hanno asfaltato e penso spesso ‘Noi non l’abbiamo mai giocata quella partita’ e per questo ti dico quella. Magari lo perdiamo lo stesso ma probabilmente non così. Purtroppo il risultato sulle prestazioni, alla fine, non è falso”. Chiuse la sua seconda e ultima stagione nella Milano nerazzurra raccogliendo ben 38 presenze.

Il trasferimento al Parma e il suo primo e unico trofeo

 

Nell’estate del 2001, passa a titolo definitivo al Parma per 10 miliardi di lire più il cartellino di Sérgio Conceição all’Inter. Alla sua prima stagione in Emilia-Romagna, riesce a conquistare il suo primo e unico trofeo: ovvero la Coppa Italia vinta nel 2002 ai danni della Juventus: il portiere francese, però, non scenderà mai in campo durante lo svolgimento della competizione, lasciando spazio all’estremo difensore brasiliano Cláudio Taffarel. L’avventura di Sébastien Frey con la maglia dei crociati prosegue molto bene, tant’è che viene considerato come uno dei portieri più affidabili dell’intera Serie A. Si mette in mostra anche in Coppa UEFA, palcoscenico che i ducali calcano spesso durante i primi anni 2000. Nella stagione 2004-2005, ovvero l’ultima con la maglia degli emiliani, è quella della sua definitiva consacrazione entrando di diritto nel cuore dei tifosi del Parma: durante lo spareggio decisivo nel giugno del 2005 contro i corregionali del Bologna, l’estremo difensore transalpino con le sue numerose e incredibili parate riesce a trascinare ad un’insperata salvezza i ducali, venendo così esaltato da tutta la stampa italiana. Chiude la sua esperienza in quel di Parma totalizzando ben 159 presenze in tutte le competizioni.

La definitiva consacrazione con la maglia della Fiorentina

Sebastian Frey con la maglia della Fiorentina
Sebastian Frey con la maglia della Fiorentina

Nell’estate del 2005, la Fiorentina decide di ingaggiare Sébastien Frey con la formula del prestito: il portiere fu fortemente voluto da Cesare Prandelli a quei tempi sulla panchina della Viola e suo ex allenatore durante le esperienze di Verona e Parma. La sua stagione a Firenze parte molto bene, dimostrando fin da subito tutte le sue qualità tra i pali. Sfortuna vuole che nel gennaio del 2006 si procura un trauma contusivo alla tibia, durante uno scontro di gioco con Marcelo Zalayeta in un match di Coppa Italia contro la Juventus. Nonostante il pesante infortunio, la società toscana decide di riscattarlo dal Parma versando 5 milioni di euro nelle casse dei ducali. Nella stagione 2006-2007 torna a difendere la porta della Viola, riuscendo pian piano a riacquisire quella fiducia e quella sicurezza del periodo pre-infortunio. Conduce una della sue migliori stagioni a Firenze, risultando il portiere meno battuto della Serie A 2006-07, con 31 reti incassate in 38 partite riuscendo così a trascinare la Viola alla qualificazione in Coppa UEFA.

La stagione 2007-2008 è quella della definitiva consacrazione a livello europeo: è protagonista nella cavalcata della Fiorentina fino alla semifinale della Coppa UEFA, con soli 9 gol incassati in 13 partite. In campionato è uno dei trascinatori del ritorno in Champions League della Viola, conducendo il sodalizio toscano fino al quarto posto in Serie A. Ma non è finita qui: il 21 novembre del 2007 fa il suo esordio con la maglia della Nazionale francese in quel di Kiev, nella sfida valida per le qualificazioni a Euro2008 terminata con il punteggio di 2-2. L’allora ct dei Blues, Raymond Domenech, lo convoca per la fase finale degli Europei di Austria e Svizzera nel 2008, tuttavia, il portierone della Fiorentina non vedrà mai il campo e la Francia sarà protagonista in negativo della competizione uscendo di scena alla fase a gironi.

Nella stagione 2008-2009 contribuirà alla seconda qualificazione consecutiva della Viola in Champions League, riuscendo a centrare ancora una volta il quarto posto con 37 gol subiti in 37 partite dall’estremo difensore francese che dirà la sua anche nella massima competizione europea di quella stagione, che vedrà la Fiorentina uscire ai gironi e ‘retrocedere’ in Coppa UEFA: dirà addio anche a quest’ultima per mano dell’Ajax nei sedicesimi di finale della competizione. L’annata seguente, ovvero la stagione 2009-2010, si rivelerà una stagione molto particolare: in Serie A la Fiorentina viaggerà su ritmi di metà classifica che la vedranno finire il campionato in 11esima posizione. Mentre, in Champions League riesce ad approdare alla fase a gironi avendo la meglio nel doppio confronto con lo Sporting Lisbona, poi riuscirà a qualificarsi agli ottavi di finale vincendo cinque delle sei partite del girone, su tutte quella decisiva ad Anfield Road contro il Liverpool per 2-1, un successo che rimarrà nella storia della Viola.

Sébastien Frey e la Fiorentina dovranno salutare la massima competizione europea per mano del Bayern Monaco, poi finalista della rassegna, nonostante il successo per 3-2 maturato al Franchi, che condannò la Viola a causa della regola dei gol in trasferta. in Coppa Italia, i toscani si spingono fino alle semifinali dove vengono eliminati dall’Inter che andrà a vincere la competizione. La stagione 2010-2011, la sua ultima nel capoluogo toscano, si rivelerà essere molto complicata a causa di un grave infortunio al ginocchio rimediato in allenamento. Lascia Firenze l’estate successiva dopo aver raccolto 218 presenze e 222 gol subiti, numeri che certificano la bontà del lavoro svolto da parte dell’estremo difensore francese.

Il Genoa, la Turchia fino al ritiro

 

Sebastian Frey ai tempi del Genoa
Sebastian Frey ai tempi del Genoa

Nel 2011 passa dalla Fiorentina al Genoa a titolo definitivo. L’estremo difensore transalpino sarà determinante nel portare il club ligure per ben due stagioni consecutive alla salvezza, facendo valere tutta la sua esperienza in Serie A ed a livello internazionale. Chiude la stagione 2011-2012 con 39 presenze e 72 gol subiti, mentre la stagione 2012-2013, la sua seconda e ultima, viene portata al termine 37 partite e 50 gol incassati. Nel 2013 lascia l’Italia e la Serie A dopo ben 15 anni, totalizzando be 446 apparizioni che lo rendono il quinto giocatore straniero più presente nel nostro massimo campionato dopo Javier Zanetti, Samir Handanovic, Goran Pandev e José Altafini. Si accaserà in Turchia con la maglia del Bursaspor che sborserà ben 5 milioni di euro al Genoa per assicurarsi l’esperienza e l’affidabilità tra i pali di Sébastien Frey. Chiude la sua esperienza in Turchia, dopo 39 presenze in due stagioni e il 5 dicembre 2015 annuncia il suo ritiro dal calcio giocato appendendo i guantoni al chiodo all’età di 35 anni.

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