🐂 Torino, Juric fiuta l’impresa: il futuro passa dall’Europa

In una lotta all'Europa più agguerrita che mai, anche il Torino può dire la sua: i tifosi granata sognano l'impresa grazie al comandante Ivan Juric

Lorenzo Ferrai
15 Minuti di lettura

Seguici sui nostri canali

Stagione di Serie A alquanto pirotecnica, con un’accesissima bagarre per l’Europa. Se il ranking dovesse assisterci, con la quinta squadra qualificata in Champions League, l’ottava posizione varrebbe il piazzamento in Conference League. Un’occasione alquanto ghiotta dunque, specialmente per un Torino ancora alla ricerca del definitivo salto di qualità mai avvenuto negli ultimi anni.

Questo può essere l’anno buono, ma l’occasione va colta senza esitazioni. Eventualità che coinvolge anche Ivan Juric, alla terza stagione in sella al Torino e sempre al centro di ogni tipo di discussione all’interno dell’ambiente granata. Proprio il mister croato potrebbe anche essere al capolinea con la società piemontese, anche se gran parte del suo futuro verrà deciso dal piazzamento finale del Toro.

Direttamente o indirettamente, Juric ha lasciato intendere una sola condizione per la sua permanenza all’ombra della Mole. Tale condizione si chiama Europa, complicata ma non impossibile, vista la vicinanza dell’ottavo posto in classifica. Nove partite per raccogliere quell’obiettivo sempre mancato al Torino del nuovo corso.

Juric, Torino
Juric, Torino @livephotosport

Non esistono compromessi

La brillante esperienza a Verona, chiusa sempre a metà classifica, nono e decimo, è valsa a Juric la chiamata del Torino. Il patron Urbano Cairo sogna il ritorno in Europa, sette anni dopo la straordinaria avventura in Europa League con Ventura. Il croato giunge all’ombra della Mole seguendo il proprio credo, originario, della difesa a tre, come insegnatogli dal mentore Gasperini.

E il 3-4-2-1 messo in piedi da Juric funziona, benché il Toro rimanga plafonato al 10° posto, piazzamento raggiunto nelle annate 2021/22 e 2022/23. Una sorta di equazione esatta, che trascende da qualunque ragionamento intorno agli schemi e alla collocazione tattica di questo Torino, forte ma incompleto.

Altra nota dolente è che Cairo si trova costretto ogni estate ad attuare dei ricambi, vista la diaspora che coinvolge diversi elementi chiave, costringendo così il proprio allenatore a ripartire da zero. Ma Juric non intende trascorrere un’altra stagione nell’anonimato, ma decide di alzare la voce, con l’obiettivo di cercare collaborazione da parte della società.

Il croato non è un carattere facile e anche il Torino se ne accorge. Oltretutto, Juric non è mai stato abituato a parlare per allusioni o ad andare troppo per il sottile, specialmente se l’organico non è di suo gradimento. Rimane famosa la lite con Davide Vagnati nell’estate 2023, durante il ritiro in Austria.

Vagnati, Torino
Vagnati, Torino @livephotosport

Il mister e il direttore sportivo arrivarono quasi alle mani per discordie piuttosto pesanti per ciò che riguardava il mercato. Anche in quel caso Juric non si era fatto troppi problemi ad attaccare l’operato del direttore sportivo, reo di condurre tante uscite, in favore di ben poche entrate di livello.

La disciplina vale più del talento

Che il carattere di Juric non sia il più docile e accondiscendente di questo mondo è risaputo. Anche i giocatori stessi ne hanno avuto una riprova. La prima parte di questo campionato è stata caratterizzata dalla faida interna fra il mister e Nemanja Radonjic, al secondo anno a Torino e proprietario della numero 10 granata.

Il serbo veniva identificato come uno degli elementi di maggior talento nello scacchiere granata, dunque una delle armi più importanti per l’undici di Juric. Ma il tecnico croato ha sempre dato priorità alla disciplina, poiché il suo sistema di gioco prevede un enorme sacrificio da parte di tutti i suoi effettivi. Ma a quanto pare, Radonjic ha indisposto il proprio allenatore, inducendolo a prendere delle decisioni drastiche.

Difatti, verso novembre, Juric ha apertamente criticato il proprio numero 10 per il mancato impegno in allenamento, fino a escluderlo dai convocati in alcune uscite. Dopo un periodo di apparente pacificazione, il Torino ha optato per la cessione di Radonjic, accasatosi in prestito a Maiorca. Come da copione di Ivan, i rami secchi vanno tagliati per non intaccare la serenità dell’ambiente.

Radonjic, Torino @Twitter
Nemanja Radonjic @Twitter

Toro a corrente alternata

L’undicesimo posto attuale rispecchia all’incirca quelle che sono state le prospettive della vigilia, col Toro saldamente a metà classifica, con la possibilità di guardare ancora più su. I granata si sono resi protagonisti di una partenza a rilento, con due sole vittorie nelle prime nove gare. Il calendario non ha agevolato Juric, in difficoltà soprattutto con l’adattamento del nuovo arrivato Duvan Zapata.

Il colombiano, approdato dall’Atalanta proprio nell’ultimo giorno di mercato, ha impiegato qualche settimana a entrare in forma e nei meccanismi di squadra. Il Torino ha preso slancio a fine ottobre, risalendo rapidamente la graduatoria, dopo che l’ambiente aveva cominciato a tremare a seguito delle numerose sconfitte.

Il rendimento casalingo è sempre rimasto ottimo anche nel girone di ritorno, con i granata che hanno perso solamente contro Inter e Lazio fra le mura amiche. La difficoltà maggiore però, Juric l’ha riscontrata in particolare nella produzione offensiva, dal momento che, la grande compattezza, costringe il Toro alle rincorse, e i centrocampisti si trovano privi di lucidità quando si tratta di ribaltare il fronte.

Il guerriero Juric

Le reti realizzate sono appena 28, il peggiore attacco delle prime 12. Invece, difensivamente i numeri del Torino sono largamente positivi. Sono solamente 26 i gol al passivo, quarta miglior difesa del torneo, dunque un’affidabilità difensiva largamente certificata anche dalle statistiche, a testimonianza del solito, meticoloso, lavoro compiuto da Juric.

Torino, Milinkovic-Savic
Torino, Milinkovic-Savic @LPS

Ciò che è sempre mancato finora, è per l’appunto la costanza di rendimento. Basti pensare che il Toro non è mai riuscito ad andare oltre le due vittorie consecutive in stagione, ottenute peraltro in sole due occasioni. Un ruolino che ha di fatto inibito le ambizioni europee dei granata, con Juric che recentemente ha parlato apertamente del proprio futuro.

Il croato, sapientemente, non ha voluto attaccare i suoi giocatori ma ha scelto di tirarsi in mezzo, sostenendo che la mancata qualificazione in Europa sarebbe un competo fallimento da parte sua e che ciò porterebbe, probabilmente, a un suo addio. Juric non si nasconde dunque, benché non abbia la minima intenzione di gettare la spugna.

Le gemme di Juric

Detto di un campionato a corrente alternata condotto dal Torino, i granata sono pienamente in corsa per l’Europa grazie alla grande qualità della propria rosa. Juric è riuscito nella complicata missione di assemblare i pezzi pregiati in un modulo che sembra funzionare, dove sono venute fuori diverse individualità, anche di grande prospettiva futura.

Un Buongiorno granata

L’addio di Gleison Bremer nell’estate 2022, per accasarsi ai cugini della Juventus, ha lasciato un grande vuoto al centro della difesa granata. Juric ha trovato il sostituto ideale in Alessandro Buongiorno, torinese di nascita e di fede, dunque la piena incarnazione dello stile Toro. Mancino di piede, il classe 1999 ha preso in mano l’eredità del brasiliano senza alcun timore reverenziale, ponendosi a capo di una retroguardia che ha sempre fatto della solidità il suo punto forte.

Alessandro Buongiorno, Torino
Alessandro Buongiorno, Torino @livephotosport

E con il lavoro di Juric, il risultato è arrivato puntuale. Il croato presta grande attenzione agli schemi difensivi, poiché la linea arretrata deve muoversi all’unisono, come un’unica entità. E il numero 4, in questo meccanismo si è incastrato alla perfezione. Buongiorno è il perfetto perno centrale della difesa a tre, nonché il prototipo del soldatino richiesto dal croato.

Difatti, il centrale del Torino è profondamente dedito al lavoro, abituato sin dai tempi delle giovanili. Forte fisicamente, abile in marcatura e nel gioco aereo, nonché dotato di un ottimo mancino per l’impostazione, l’ascesa di Buongiorno è stata tanto rapida quanto costante e inesorabile. Con lui, Juric ha trovato il degno successore di Bremer.

Anche i tifosi granata hanno imparato ad apprezzare il numero 4. La sua faccia pulita, unita alla fede granata, si è manifestata nel migliore dei modi l’ultimo giorno del mercato estivo, proprio nella trattativa per Zapata. Torino e Atalanta si erano accordate per trasferire il difensore a Bergamo. Ma Buongiorno stesso ha scelto di dire no, preferendo rimanere in mezzo alla sua gente, per inseguire quella agognata Europa.

E come giusto premio della stagione condotta, Buongiorno ha trovato anche la convocazione in Nazionale, pronto a giocarsi un posto da titolare per EURO 2024. Ma, considerando la volontà del CT Spalletti di passare alla retroguardia a tre, il posto del numero 4 granata non dovrebbe essere in pericoloso. Juric non può che essere soddisfatto per aver plasmato uno dei migliori difensori italiani.

Raoul Bellanova, Torino
Raoul Bellanova, Torino @Twitter

Il pendolino Bellanova

Altra gemma allevata da Juric risponde al nome di Raoul Bellanova, esterno destro titolare del 3-4-1-2 dei granata, anch’egli approdato nel giro della Nazionale. Classe 2000, la gavetta a Pescara e a Cagliari, ha portato il terzino lombardo all’Inter, in cui ha avuto la possibilità di scendere in campo durante la finale di Istanbul contro il Manchester City.

In estate, i nerazzurri optano per la cessione e il Torino si fionda sul giocatore per sopperire alla cessione di Singo. E nonostante l’ambiente nuovo e il periodo di rodaggio, anche Bellanova è capace di prendersi la scena, ergendosi a pedina inamovibile sulla fascia destra. Se all’Inter, il suo lavoro era prevalentemente quello di correre, Juric riesce a educarlo tatticamente.

Passaggio cruciale nel sistema di gioco del croato è quello di conservare la lucidità, così da trasformare un’azione difensiva in offensiva. Missione complicatissima per gli esterni, sottoposti costantemente a grande sforzo, data la vastità di campo da coprire. E Bellanova non ha tradito le aspettative. Le sue continue galoppate sono un’arma in più per il Toro, dato che costituiscono degli autentici ribaltamenti di fronte.

Instancabile e mai fuori dal gioco, Bellanova è entrato in forma a partire da dicembre, incastrandosi perfettamente nei meccanismi tattici del Torino. Un gol e cinque assist messi a segno finora, l’ex Inter è una delle principali sorprese di questa stagione, anch’egli con lo sguardo speranzoso verso EURO 2024.

Torino, Zapata
Torino, Zapata @LPS

Zapata-Sanabria: coppia da Europa

Una grande squadra ambiziosa deve possedere un comparto attaccanti di tutto rispetto, in grado di portare gol e, soprattutto, punti. E Juric sembra aver trovato questa soluzione nella coppia offensiva composta da Sanabria e Zapata. Il primo già titolare e reduce dalla miglior stagione della carriera. Il colombiano scaricato dall’Atalanta e desideroso di riscatto dopo l’ultima deludente annata.

Il Torino è l’ambiente giusto per la rinascita targata Ivan Juric. Nonostante i granata non brillino per produzione offensiva, i due attaccanti schierati dal croato sembrano essere la soluzione corretta, specialmente con un regista avanzato come Vlasic alle spalle. Se il paraguiano attacca prevalentemente gli spazi, Zapata si occupa del lavoro sporco.

Con la sua grande fisicità infatti, il colombiano risulta di enorme utilità per la difesa del pallone, così da permettere ai suoi di risalire il campo con maggiore facilità. Anche l’inizio di Zapata non è stato fra i più felici, vista una condizione fisica scadente. Col tempo però, l’ex Atalanta ha recuperato ritmo e vigore, risultando imprescindibile per questo Torino.

La ritrovata forma fisica di Zapata ha permesso al colombiano di tornare a essere letale e decisivo nell’area avversaria, oltre che utile per le dinamiche di gioco granata. I nove gol messi a segno finora, uniti ai 4 di Sanabria sono un buon biglietto da visita per questo rush finale, in cui il Torino inseguirà il sogno Europa.

Esultanza Torino
Esultanza Torino @livephotosport

Sognare non costa nulla

Torino che ha tutte le carte in regola per raggiungere un obiettivo tanto bramato da Juric, quanto dai tifosi granata. Il croato è stato chiaro, almeno a verbalmente: in caso di mancato accesso in Europa lascerà la Mole. A nove giornate dal termine, due soli punti di distacco dall’ottavo posto e il ranking UEFA che dovrebbe sorridere all’Italia, il Toro è tutt’altro che spacciato.

Crocevia importante sarà la prossima sfida, sabato 30 marzo, dove i granata affronteranno il Monza, sopra di un punto in graduatoria. Calendario durissimo quello che aspetta un Torino sognatore, poiché i piemontesi avranno cinque big da affrontare per un’impresa che, a questo punto, assumerebbe dei contorni storici.

Juric potrà anche essere di parola, ma ormai la sua grande forza d’animo è ben nota nell’intero panorama italiano. Il suo Torino è plasmato a sua immagine e somiglianza e non getterà la spugna finché l’aritmetica non condannerà ufficialmente i granata. La salita è ripida ma sognare non costa nulla.