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Come ci dimostra anche il caso tra Acerbi e Juan Jesus, nonostante il difensore nerazzurro sia stato assolto, troppe volte il razzismo si fa largo in luoghi dove dovrebbe regnare solo la serenità e una sana competizione.
Lo notiamo anche in Spagna dove Vinicius, giornata di campionato dopo giornata, sta vivendo un vero e proprio incubo. Ogni gara le tifoserie avversarie del Real Madrid trovano sempre il pretesto per attaccare il calciatore brasiliano, passando da insulti ‘leggeri‘ fino ad arrivare al colore della pelle. Insomma, una situazione non accettabile soprattutto in un mondo che si professa come sviluppato, ma che evidentemente non lo è affatto.
Padelli: “I bambini non nascono nel razzismo”
Di iniziative ce ne sono molte e tra queste quella di Keep Racism Out, alla quale il Napoli non parteciperà. A parlare del razzismo è stato il portiere Daniele Padelli. Queste le sue parole allo Junior Tim Cup: “Il concetto di squadra per me è come diventare fratello di chi ho al mio fianco e camminare insieme, passo dopo passo, per aiutarci a vicenda a crescere come calciatore, ma anche e soprattutto come persona”.
Ha poi continuato: “Tutti i bambini che oggi vedo non nascono con il razzismo, sono delle pagine bianche che noi dobbiamo essere bravi a riempire perché loro veramente giocano e si divertono con tutti. Certo è che dobbiamo stare attenti a loro che sono il nostro futuro altrimenti la società farà molta fatica”.
Padelli ha infine concluso: “La cosa che non va bene è che c’è troppa ignoranza e paura di parlare di temi delicati, ma allo stesso tempo attuali, come questo. Ad aiutare in questo però ci sono tutte quelle iniziative come Keep racism out nel quale l’Udinese si impegna molto per coinvolgere tutti, giocatori da ogni parte del mondo”.
