Footballnews24.itFootballnews24.it
  • Calcio
    • Calcio Italiano
      • Serie A
      • Serie B/Serie C
      • Coppa Italia
    • Calcio Estero
      • Inghilterra
      • Spagna
      • Germania
      • Francia
  • Calciomercato
  • Coppe europee
    • Champions League
    • Europa League
    • Conference League
  • Pronostici
  • Dirette Live
Cerca
Attualità
  • Esclusive
  • Primavera
  • Calcio femminile
  • Non solo Calcio
  • Lifestyle
Squadre
  • JuventusJuventus
  • InterInter
  • MilanMilan
  • RomaRoma
  • NapoliNapoli
  • Tutte le altre
FanClub
  • AsRomafan
  • Interfan
  • Juvefan
  • Milanfan
  • Napolifan
  • Fiorentinafan
Altri sport
  • Basket
  • Formula 1
  • MotoGp
  • Tennis
  • Altri sport
  • Corsi
  • Contatti
  • Press
  • Privacy Policy
  • Collabora con noi
© 2021 Smart Media Web Srl | All Rights Reserved P.Iva 02326340565 - Footballnews24.it Testata Giornalistica Aut. Trib. di Roma n° 198/18 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 37108 - Direttore Responsabile: Marco Torretta
Lettura: Sinisa Mihajlovic, dalla guerra in patria alla Serie A: vita e carriera del tecnico serbo
Condividi
Notifica Mostra di più
Ultime notizie
Salvatore Esposito, calciatore della SPAL
Calciomercato Sampdoria, assalto a Esposito della Spal: Faggiano prepara l’offerta
12 secondi fa
Warren Bondo (Nancy)
Calciomercato Atalanta, radar a centrocampo: piace Warren Bondo
3 minuti fa
Roma, il CEO Berardi: “Stadio nel 2026 a Pietralta fattibile”
4 minuti fa
Esultanza Junior Messias
Calciomercato LIVE: trattative e ufficialità del 7 luglio
5 minuti fa
Origi in conferenza stampa, Milan
Milan, Origi: “Parlare con Maldini e Massara è stato decisivo”
9 minuti fa
Aa
Footballnews24.itFootballnews24.it
Aa
  • Serie A
  • Squadre
  • Calciomercato
  • Calcio Estero
  • Esclusive
  • Pronostici
  • Dirette Live
Cerca
  • Calcio italiano
    • Serie A
    • Serie B/Serie C
    • Coppa Italia
    • Calciomercato
  • Squadre
    • InterInter
    • JuventusJuventus
    • MilanMilan
    • RomaRoma
    • NapoliNapoli
    • Tutte le altre
  • Estero
    • Inghilterra
    • Germania
    • Francia
    • Spagna
  • Europa
    • Champions League
    • Europa League
    • Conference League
  • Altre Sezioni
    • Esclusive
    • Fantacalcio
    • Pronostici
    • Dirette Live
    • Risultati Calcio
    • Lifestyle
    • Criptovalute
  • Altri sport
    • MotoGp
    • Formula 1
    • Basket
    • Tennis
  • Fan Club
    • AsRomafan
    • Fiorentinafan
    • Interfan
    • Juvefan
    • Milanfan
    • Napolifan
  • La tua Dashboard
    • Preferiti
Hai un account esistente? Sign in
Seguici
  • Corsi
  • Contatti
  • Press
  • Privacy Policy
  • Collabora con noi
© 2021 Smart Media Web Srl | All Rights Reserved P.Iva 02326340565 - Footballnews24.it Testata Giornalistica Aut. Trib. di Roma n° 198/18 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 37108 - Direttore Responsabile: Marco Torretta
Footballnews24.it > Calcio > Squadre > Bologna > Sinisa Mihajlovic, dalla guerra in patria alla Serie A: vita e carriera del tecnico serbo
BolognaFiorentinaMilanSampdoriaSerie ATorino

Sinisa Mihajlovic, dalla guerra in patria alla Serie A: vita e carriera del tecnico serbo

Marco Scalas
Marco Scalas  - Autore 3 mesi fa
Aggiornato 2022/04/01 at 2:42 PM
Condividi
35 Min di lettura
Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna
Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna
Condividi
- Continua a leggere sotto -
Indice
L’infanzia e i successi con la VojvodinaIl passaggio alla Stella Rossa e la conquista dell’EuropaLa guerra e lo sbarco in Serie A: Mihajlovic approda alla RomaLa Sampdoria di Eriksson e la svolta tatticaL’era dei trionfi con la LazioGli ultimi successi con la maglia dell’Inter e il ritiroCapitolo Nazionale: tre maglie diverse, un solo cuoreMihajlovic allenatore, dove tutto ebbe inizio: BolognaIl Catania degli argentini e le storiche vittorie contro Juventus e InterLa deludente parentesi alla guida di Fiorentina e SerbiaUna nuova era: l’arrivo alla SampdoriaIl grande salto: la chiamata del MilanL’ennesima rinascita: il TorinoIl ritorno al Bologna e la chiusa di un ciclo

Ci sono alcune persone la cui vita appare segnata da un beffardo destino che puntualmente, nel corso degli anni, torna a bussare per metterle alla prova. Una di esse è senza dubbio Sinisa Mihajlovic, che alle spallate della vita non si è mai piegato e ha risposto sempre con vigore. Dal tetto d’Europa alla guerra in Jugoslavia, passando per l’approdo in Serie A alle panchine di Bologna, Catania, Fiorentina, Serbia, Sampdoria, Milan, Torino e di nuovo Bologna.

Dapprima atleta straordinario, capace col suo sinistro di fare il bello e il cattivo tempo. Implacabile sulle punizioni, gesto tecnico che l’ha reso celebre in tutto il mondo. La sua meccanica di tiro fu talmente particolare che venne studiata dall’università di Belgrado. Calciatore mai banale e spesso sopra le righe: non semplice averlo come compagno, un incubo affrontarlo da avversario. Da allenatore conserva i suoi tratti distintivi. Sempre combattivo, senza peli sulla lingua e leale coi suoi ragazzi, è tra gli allenatori attualmente più longevi della Serie A. L’attuale allenatore del Bologna si è imposto nel panorama italiano con un gioco improntato maggiormente all’attacco, grazie a un 4-2-3-1 alternato ad un 4-3-3, in cui l’apporto degli esterni offensivi è considerato fondamentale nella sua idea di gioco.

Mihajlovic
Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna

L’infanzia e i successi con la Vojvodina

Sinisa Mihajlovic nasce a Vukovar, una cittadina croata posta al confine con la Serbia, il 20 febbraio 1969. Siamo nell’allora Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. La mamma Viktorija è un’operaia croata, mentre il padre Bogdan è un camionista serbo. La vita in Jugoslavia non è delle più semplici e Sinisa impara fin da piccolo che essere forte è l’unica opzione per sopravvivere in quella terra. Lo ricorda lui stesso nella sua autobiografia La partita della vita: “Il fatto che uscivano di casa per lavorare alle 6 del mattino, ha fatto sì che a sei anni fossi già grande. Uscivo a comprare il pane, badavo a mio fratello di quatto anni più giovane. Oggi sarebbe impensabile, ma so che al tempo non si poteva fare altrimenti“.

È quello il periodo in cui il piccolo Sinisa inizia ad approcciarsi al calcio. Il padre gli regala un pallone e lui lo costudisce come una reliquia, allenandosi continuamente, spesso da solo, e affinando la tecnica di quel sinistro micidiale che in futuro lo avrebbe reso celebre. La prima esperienza calcistica vera e propria la ha con il Nk Borovo. Qua si mette subito in mostra, e all’età di 16 anni è già in prima squadra. Il suo esordio è di quelli da predestinato: è il 1986 e si gioca a Belisce; Mihajlovic viene schierato come esterno sinistro di centrocampo ed è proprio il suo mancino fatato, su punizione, a decidere l’incontro.

- Continua a leggere sotto -

Da qui ha inizio l’ascesa del Mihajlovic calciatore. Prima, conquista nel 1987 il titolo Mondiale Under 20 con la sua nazionale, poi incanta tutti in un torneo in Germania con cui partecipa assieme alla Dinamo Zagabria. Nel 1988 arriva, così, la chiamata del Vojvodina. Qui Mihajlovic, insieme ai suoi compagni, riesce in una storica impresa. La squadra, infatti, si aggiudica clamorosamente il titolo chiudendo in testa la Prva Liga, primeggiando su rivali ben più attrezzate come Stella Rossa, Hajduk Spalato e Dinamo Zagabria. Sinisa rimane un’altra stagione col Vojvodina e assapora per la prima volta la Coppa dei Campioni, oggi Champions League. Il suo talento, tuttavia, inizia ad essere accecante e passa poco prima che finisca nel mirino di club di ben altro spessore.

Sinisa Mihajlovic alla Stella Rossa
Sinisa Mihajlovic alla Stella Rossa

Il passaggio alla Stella Rossa e la conquista dell’Europa

Nell’estate del 1990 si fa avanti la Stella Rossa, che decide di acquistare Mihajlovic sborsando una cifra importante e strappandolo alla concorrenza. Il primo periodo nella nuova squadra non è dei migliori. Il tecnico Petrovic lo schiera costantemente nel ruolo di terzino sinistro, ma qui Sinisa non riesce ad esprimersi al meglio. La svolta arriva nel corso della stagione, precisamente nella partita d’andata dei quarti di finale di Coppa dei Campioni contro la Dinamo Dresda, dove il ragazzo è autore di una gran partita a centrocampo. L’incontro termina 3-0 in favore della Stella Rossa, che inizia lì la sua cavalcata europea di cui il serbo sarà grande protagonista.

Poco più avanti Sinisa, dopo aver affondato i tedeschi del Dresda si ripete in semifinale, contro quelli del Bayern Monaco. Entrambi i gol dei Delije portano la firma del classe 1969, che prima sblocca l’incontro con una magistrale punizione, poi propizia la seconda rete che spedisce gli jugoslavi in finale. Nella finale del San Nicola di Bari c’è il Marsiglia di Abedi Pelé, Papin e Cantona. La partita è molto combattuta e poco spettacolare e si trascina ai calci di rigore sul risultato di 0-0. Mihajlovic non è tipo da sottrarsi alle proprie responsabilità, e con freddezza segna il quarto tiro dal dischetto. Anche i suoi compagni di squadra sono impeccabili e la Stella Rossa sale sul tetto d’Europa per la prima volta nella propria storia. Con la squadra biancorossa vince anche due campionati consecutivi e una Coppa intercontinentale, prima che i venti di guerra modifichino irreparabilmente gli assetti storici e geografici della Jugoslavia.

Sinisa Mihajlovic alla Roma
Sinisa Mihajlovic ai tempi della Roma

La guerra e lo sbarco in Serie A: Mihajlovic approda alla Roma

Nel 1991 la situazione sociale e politica della Jugoslavia è instabile e la frattura balcanica con la relativa guerra fratricida è dietro l’angolo. Un episodio lampante della forte tensione che attraversa il paese si ha nella finale di Coppa di Jugoslavia, in cui proprio Mihajlovic è uno dei protagonisti. La partita contro l’Hadjuk Spalato si trasforma in una resa dei conti tra Sinisa e Igor Stimac, suo compagno di squadra nelle giovanili della Nazionale. Successivamente lo stesso Sinisa riferì che la contesa nacque dalle pesanti parole dell’avversario: “Prego Dio che i nostri uccidano tutta la tua famiglia a Borovo“, riportando inoltre che se solo avesse potuto, l’avrebbe ucciso a morsi per quelle parole.

- Continua a leggere sotto -

Il 18 novembre 1991 Vukovar, città di Sinisa, viene presa dai paramilitari serbi. Le tigri serbe del comandante Arkan commettono atti indicibili nei confronti dei superstiti, ma l’ex capo degli ultras della Stella Rossa riconosce Mihajlovic e decide di risparmiare la vita a lui e alla sua famiglia. In quel periodo il giocatore attraversa una forte crisi che lo porta a pensare di abbandonare il calcio. In suo aiuto interviene Vujadin Boskov, che lo vuole fortemente nella sua Roma e lo prende sotto la sua ala protettrice, alla stregua di un figlio. Sinisa sbarca nella Capitale nell’estate del 1992 per una cifra pari a 8 miliardi di lire.

il suo apprendistato in Serie A non è dei più semplici. Le doti tecniche sono innegabili, ma dal punto di vista tattico il giovane ha ancora da imparare. Nei suoi due anni in giallorosso riesce comunque a collezionare 69 presenze totali e 7 gol, di cui uno in una partita storica. In un Brescia-Roma 0-2, il 28 marzo 1993, proprio Sinisa, autore del gol che chiude i conti, suggerisce al tecnico di far entrare un ragazzino della Primavera: Francesco Totti. A suo modo, quindi, entra nella storia della Roma, ma gli equivoci tattici sulla sua effettiva posizione in campo non gli consentono di esplodere. Nel 1994 i Capitolini cambiano proprietà e lo spazio per Mihajlovic viene meno. È lo stesso Boskov a consigliare il talentuoso ragazzo a quella che sarà la sua squadra futura: la Sampdoria.

Sinisa Mihajlovic in azione alla Sampdoria
Sinisa Mihajlovic in azione alla Sampdoria

La Sampdoria di Eriksson e la svolta tattica

Nel 1994 Mihajlovic passa, quindi, in prestito alla Sampdoria. Alla guida dei blucerchiati c’è Sven Goran Eriksson. L’incontro con il tecnico svedese rivoluziona la carriera di Sinisa, che riesce finalmente ad esprimersi al meglio sul campo di gioco. La mossa vincente è la decisione del mister di arretrarne il raggio di azione, catapultandolo direttamente al centro della difesa. Qui il giocatore può sfruttare tutte le sue qualità tecniche e diventa il regista della squadra. Spetta a lui, infatti, il compito di costruire il gioco dal basso e impostare la manovra, dispensando passaggi millimetrici ai suoi compagni.

Una posizione di campo in cui non rinuncia, comunque, a fare male all’avversario. Nel suo periodo doriano, infatti, Mihajlovic affina ulteriormente la tecnica di tiro sui calci piazzati. Non solo potenza, ma anche una precisione fuori dal comunque da ogni distanza. Una mira chirurgica che gli consente di chiudere la sua esperienza a Genova con un bottino di 15 reti in 128 presenze. L’esperienza all’ombra della Lanterna permette a Sinisa di maturare e di imporsi come uno dei migliori nel suo ruolo, ma i titoli stentano ad arrivare. Con la Samp, in quattro stagioni, ottiene tre ottavi posti e un sesto posto nella stagione 96/97, oltre che una semifinale di Coppa delle Coppe contro l’Arsenal.

- Continua a leggere sotto -
Sinisa Mihajlovic alla Lazio
Sinisa Mihajlovic alla Lazio

L’era dei trionfi con la Lazio

Il livello eccelso a cui si è spinto, oramai, Mihajlovic rende stretta l’esperienza alla Sampdoria. All’alba dei trent’anni il giocatore decide che è ora si fare il salto in una big. Big che in quegli anni è rappresentata dalla Lazio di Cragnotti, che in rosa può contare su elementi come Nesta, Mancini, Stankovic, Nedevd, Salas e Vieri. Nel 1998, così, Sinisa fa il suo secondo approdo nella Capitale, stavolta sulla sponda biancoceleste. Con la maglia numero 11 si impone subito come leader difensivo e ben presto diventa il beniamino dei tifosi laziali, i quali apprezzano il suo forte temperamento e la sua leadership, oltre alle sue incredibili doti tecniche.

Alla Lazio ritrova il suo mentore Eriksson e insieme si prendono le soddisfazioni che non erano riusciti a togliersi a Genova. In biancoceleste conquista immediatamente una Supercoppa italiana e la Coppa delle Coppe, prima dell’incredibile tris della stagione 1999-2000 in cui riesce ad aggiudicarsi lo Scudetto (il suo primo), Coppa Italia e Supercoppa europea. Il rendimento eccelso di Mihajlovic vale al giocatore ambiti riconoscimenti, come quello di Calciatore serbo dell’anno e l’inserimento della squadra europea dell’anno.

Anche alla Lazio non fa mancare il suo pesante apporto in zona gol, siglando anche reti europee decisive. La sua tecnica su calcio piazzato raggiunge praticamente la perfezione, e nel match di campionato del 98\99 contro la Sampdoria dà la prova definitiva di essere il miglior specialista dell’epoca. Nel pirotecnico 5-2 in favore delle Aquile, infatti, Sinisa infila uno sbalordito portiere avversario per ben tre volte, trafiggendolo tutte le volte da calcio piazzato. Una tripletta su punizione che lo consegna agli annali: un record eguagliato solo da Giuseppe Signori.

Lo stesso Eriksson, qualche anno dopo, in un’intervista al The Guardian, darà una panoramica più ampia del giocatore che è stato Mihajlovic e del carisma che l’ha sempre contraddistinto: “Pensava di essere il migliore in tutto: il miglior piede sinistro, il piede destro, il miglior tiro, era il più veloce. Anche quando non era alcune di quelle cose, ci credeva, e questa è una buona cosa. Con lui, avere un calcio di punizione era come un rigore. Probabilmente è il miglior specialista di calci di punizione di tutti i tempi“.

Con la maglia della Lazio vive anche alcuni degli episodi più controversi della sua carriera da calciatore. Nel dicembre del 2000, durante la sfida di Champions contro l’Arsenal, è protagonista di uno scambio di insulti razzisti con il centrocampista avversario Patrick Vieira. Episodio che gli costa due turni di squalifica dalla UEFA. Nel 2003 sputa e calpesta Adrian Mutu del Chelsea, e colpisce un delegato con una bottiglietta dopo l’espulsione. Questa volta l’associazione ci va giù pesante e lo squalifica per ben 8 giornate.

Gli ultimi successi con la maglia dell’Inter e il ritiro

Mihajlovic decide di chiudere la sua carriera nell’Inter dell’amico Roberto Mancini. Nel 2004 passa così ai nerazzurri, chiudendo al sua esperienza alla Lazio dopo sei stagioni e 193 presenze condite da 33 reti. Nei due anni nel club meneghino sono evidenti le sue difficoltà dal punto di vista fisico, ma la sua grande esperienza e la sue immancabili doti tecniche contribuiscono ai risultati del club. Il difensore serbo riesce a collezionare 43 presenze e mettere a segno 6 gol, arricchendo ulteriormente il proprio palmares con 2 Coppe Italia e uno Scudetto (arrivato in seguito al caso Calciopoli).

L’8 aprile 2006 sigla il suo ultimo gol in Serie A: una rete che gli vale due record. Il gol messo a segno contro l’Ascoli gli consente di diventare il marcatore più anziano della storia dell’Inter (37 anni e 47 giorni) e al contempo lo porta a 28 reti su punizione. Uno score che lo issa al comando solitario di questa speciale classifica, prima di essere raggiunto da Andrea Pirlo parecchi anni più tardi. Un duello a distanza che ha aperto il dibattito su chi sia il miglior specialista su punizione tra il serbo e l’italiano. Una questione a cui Mihajlovic ha risposto a modo suo in conferenza stampa prima di un Juventus-Bologna nel 2021: “Se chiede a me chi sia il migliore dico io, visti i numeri. Io ho giocato meno partite di Pirlo e abbiamo fatto lo stesso numero di gol in A, anche se uno dei suoi era autorete, ma siccome lui è italiano gli hanno dato il gol. Quindi penso di essere stato io il migliore“.

Quella nerazzurra è l’ultima tappa della carriera di Sinisa Mihajlovic, che decide di appendere gli scarpini al chiodo all’età di 37 anni. Una carriera lunga vent’anni giocata sempre a modo suo, senza guardare in faccia nessuno. Da Milano parte anche la sua carriera da allenatore, dove per due stagioni ricopre la carica di vice allenatore di Roberto Mancini.

Sinisa Mihajlovic con la Nazionale serba
Sinisa Mihajlovic con la Nazionale serba

Capitolo Nazionale: tre maglie diverse, un solo cuore

Sinisa Mihajlovic ha un altro record: in carriera, infatti, ha vestito la maglia di ben tre nazionali differenti. Con la maglia della Jugoslavia unita riesce a collezionare a malapena 4 presenze, prima che la squalifica della squadra per Euro ’92 lo privi della sua prima partecipazione ad un grande torneo continentale. Dopo la guerra decide di rappresentare la Serbia e con la maglia della Repubblica Federale di Jugoslavia (che comprende Serbia, Montenegro e le regioni autonome di Vojvodina e Kosovo) colleziona 58 presenze condite da 10 gol. Con questa casacca addosso partecipa ai Mondiali del 1998 e agi Europei del 2000. Nel 2003 riesce ad indossare la maglia della Serbia Montenegro, nella gara contro la Finlandia del 7 giugno. Mihajlovic viene espulso e termina anzitempo l’incontro, concludendo in maniera poco fortunata la sua esperienza con la nazionale.

Le-formazioni-ufficiali-di-Torino-Bologna-Sinisa Mihajlovic
Le-formazioni-ufficiali-di-Torino-Bologna-Sinisa Mihajlovic / Guerin Sportivo

Mihajlovic allenatore, dove tutto ebbe inizio: Bologna

La sua prima esperienza da allenatore Sinisa Mihajlovic la ha alla guida del Bologna. Nella stagione 2008-2009 la squadra felsinea è guidata da Daniele Arrigoni, che dopo una buona partenza si infila in una spirale di risultati negativi che gli costano il posto. Al suo posto subentra proprio l’allenatore serbo. Nelle undici partite che mancano alla fine del girone d’andata il neo tecnico colleziona sette pareggi e due vittorie, che spingono la squadra in quintultima posizione al giro di boa.

Nella sua prima esperienza in rossoblù il tecnico serbo si affida quasi sempre ad un robusto centrocampo a 5, con Valiani e Adaliton chiamati a rifornire il bomber implacabile, Marco Di Vaio. La prima versione di Mihajlovic in panchina è quella di un allenatore pragmatico e più conservativo, fatto, questo, dovuto soprattutto alla poca qualità della rosa emiliana. La prima vittoria arriva, dopo cinque pareggi consecutivi, grazie al roboante 5-2 sul Torino. Da lì, però, qualcosa si incrina e il 14 aprile 2009, dopo una serie di risultati negativi, viene esonerato. La squadra si salva tranquillamente a fine anno, anche grazie ai 20 punti raccolti dal tecnico serbo.

Il Catania degli argentini e le storiche vittorie contro Juventus e Inter

Nella stagione successiva Mihajlovic rimane inizialmente senza panchina. L’inizio di stagione disastroso del Catania, tuttavia, mette ben presto il tecnico Atzori sulla graticola. A dicembre il presidente Pulvirenti decide di sollevare l’allenatore dall’incarico e al momento di individuare il sostituto non ci pensa due volte. Il serbo torna così in panchina, stavolta alla guida di una rosa decisamente più qualitativa rispetto a quella del Bologna e con una spiccata componente offensiva al suo interno. Tra le fila degli etnei, infatti, milita una colonia argentina votata al bel gioco. Tra questi spiccano Silvestre, Ledesma, Barrientos, Izco e soprattutto Ricchiuti e Maxi Lopez, oltre all’uruguayano Martinez, detto El Malaka.

Con questi elementi Mihajlovic può schierare una formazione più offensiva, affidandosi a un 4-2-3-1 con  la fantasia di Mascara e Martinez alle spalle di Morimoto. L’esordio contro il Livorno è da dimenticare, ma la settimana successiva i siciliani si rifanno con gli interessi. Gli uomini di Mihajlovic, infatti, colgono una grande vittoria contro la Juventus, espugnando l’Olimpico di Torino per 2-1. Decisive le reti del Malaka e di Izco al termine di un contropiede magistrale. Il Catania, grazie al gioco veloce e votato al contropiede, diventa un avversario ostico per chiunque. i rossazzurri battono per 4-0 il Bari rivelazione del campionato, sconfiggono la Lazio a domicilio e piegano per 3-1 l’Inter di Mourinho. Ad Aprile Sinisa si porta a casa il sentitissimo derby col Palermo e a fine anno la squadra si salva con 45 punti, record in Serie A per i siciliani fino a quel momento.

 

La deludente parentesi alla guida di Fiorentina e Serbia

 

Nel 2010 Mihajlovic, nonostante la buona stagione appena conclusa, decide di lasciare il Catania per assaporare la panchina di un club più blasonato. A Firenze si è appena conclusa l’era Prandelli, passato alla guida della Nazionale dopo cinque stagioni trascorsi ad infiammare la Fiesole. I viola vogliono ripartire con un nuovo corso e sono alla ricerca di un giovane allenatore emergente in grado di far divertire il pubblico. La scelta di Della Valle ricade così sul tecnico serbo che si ritrova a disposizione una rosa ricca di talento, capace di impressionare nelle stagioni precedenti. La prolungata indisponibilità di Jovetic e Mutu complica i piani, e l’avventura parte come peggio non si può: solo due vittorie nelle prime otto giornate.

Sinisa Mihajlovic
Sinisa Mihajlovic

Il modulo di riferimento è ancora il 4-2-3-1 e stavolta Sinisa può contare su un centravanti del calibro di Alberto Gilardino in avanti. Tuttavia, l’allenatore non riesce a imprimere la sua filosofia di gioco alla squadra, che nel corso della stagione è autrice di prestazioni altalenanti. Al termine della stagione la viola chiude a metà classifica, ma Mihajlovic viene comunque riconfermato per un’altra stagione. Il suo feeling con la tifoseria viola, tuttavia, non sboccia e anche i risultati sono al di sotto delle aspettative. Viene così esonerato a novembre 2011 dopo aver raccolto solo 12 punti in 10 partite. Chiude, così, la sua esperienza alla Fiorentina senza lasciare il segno, come invece aveva fatto nelle precedenti piazze in cui aveva allenato. Nel maggio 2012 Mihajlovic decide di provare una nuova esperienza e si accorda con la federazione del suo paese per guidare la Serbia fino al 2016. La squadra non riesce a centrare la qualificazione ai Mondiali del 2014 e nel 2013 il tecnico decide di lasciare l’incarico, dimettendosi da ct dopo 7 vittorie, 4 pareggi e 8 sconfitte.

Sinisa Mihajlovic
Calciomercato Roma, Sinisa Mihajlovic ad un passo dalla Roma

Una nuova era: l’arrivo alla Sampdoria

Dopo due anni difficili e in cui è stato al centro di numerose critiche, Mihajlovic decide di fermarsi in attesa di un progetto convincente. Risponde, quindi, alla chiamata della Sampdoria, alla ricerca di un leader che possa condurre la squadra ad una salvezza tranquilla. Subentra, così, a Delio Rossi sulla panchina doriana, tornando in quella Genova che da calciatore era stata fondamentale per la sua crescita. Eredita una situazione di classifica deficitaria e una rosa molto giovane da valorizzare. Con 36 punti in 26 partite traghetta la squadra al dodicesimo posto in classifica arrivando a raccogliere 1.38 punti a partita rispetto ai 0.78 del predecessore.

La stagione successiva vede Mihajlovic compiere un piccolo capolavoro. La partenza a razzo dei blucerchiati impressiona tutti e al giro di boa la squadra è terza con 33 punti. In questa prima parte di stagione la Samp raccoglie 1.73 punti di media e gran parte del merito è da attribuire ad una difesa solidissima, la terza del campionato. Retroguardia che si regge sulle ottime prestazioni di Silvestre e di un giovanissimo Romagnoli, che nel 4-3-2-1 del tecnico serbo costituiscono un muro invalicabile. Una difesa abile anche nel cercare immediatamente, una volta recuperata la palla, il lancio lungo su Okaka, chiamato a servire gli accorrenti Eder e Gabbiadini in profondità. Uno stile di gioco immediato ed efficace che permette ai blucerchiati di chiudere la stagione 2014-2015 al settimo posto con 56 punti, guadagnandosi i preliminari di Europa League.

Sinisa Mihajlovic da allenatore del Milan
Sinisa Mihajlovic da allenatore del Milan

Il grande salto: la chiamata del Milan

L’ottimo lavoro svolto alla Sampdoria accende l’interesse dei grandi club italiani. Il Milan attraversa un periodo di transizione societaria e dopo l’esonero di Pippo Inzaghi è alla ricerca di un nuovo allenatore che possa riportare in alto il Diavolo. Mihajlovic, col suo temperamento e la sua grinta, appare l’uomo perfetto per rivitalizzare i colori rossoneri e così il 16 giugno 2015 firma il suo contratto da allenatore dei meneghini. L’esperienza del serbo in rossonero dura meno di una stagione, ma non per questo è da considerarsi fallimentare. Il Diavolo migliora di tre posizioni rispetto all’annata precedente e grazie a Mihajlovic scopre il talento di Gianluigi Donnarumma, lanciato titolare a soli 16 anni al posto di Diego Lopez.

Lo stesso dicasi per la valorizzazione di Romagnoli, che ancora una volta dimostra il feeling del tecnico con i giovanissimi. Il serbo chiude la sua esperienza al Milan con il 40.6% di vittorie, il suo score più alto nella massima serie. Il perché del suo esonero non è mai apparso chiaro, ma a distanza di anni è lampante che il tecnico abbia pagato la poca lungimiranza di una società che dal 2011, anno dell’ultimo scudetto, fino all’era Pioli, non è riuscita a programmare in maniera proficua, arrivando a cambiare addirittura 8 allenatori. Un esonero, in un momento in cui si poteva costruire qualcosa a lungo termine, che lo stesso Mihajlovic tuttora fatica a spiegarsi: “A volte sono stato mandato via, altre me ne sono andato io. Ma ho sempre fatto meglio di chi mi aveva preceduto e anche dell’allenatore che mi ha sostituito. Per esempio al Milan: non ho mai capito fino in fondo perché sono stato esonerato: eravamo quinti o sesti in classifica ed avevamo raggiunto la finale di Coppa Italia. Sinceramente credo che con quella squadra, che del Milan portava solo il nome, non si poteva fare di più“.

Bologna-Juventus, Serie A, Mihajlovic
Mihajlovic sulla panchina del Torino

L’ennesima rinascita: il Torino

Nella sua vita e nella sua carriera Mihajlovic ha sempre dimostrato di essere bravo a ripartire con grande tenacia ed entusiasmo. Nonostante la delusione cocente dell’esonero al Milan, avvenuto nel momento più alto della sua carriera da allenatore, non si perde d’animo e decide di rimettersi in sella, partendo di nuovo dal basso. Ad attenderlo c’è il Torino, che nel 2016 gli consegna le chiavi della panchina dopo l’addio di Ventura. Il tecnico serbo schiera il suo Toro con uno spregiudicato 4-3-3 basato in gran parte sull’imprevedibilità di Ljajic e Iago Falque sugli esterni e alla vena realizzativa di Belotti al centro dell’attacco. Un tridente ben assortito, che guida la manovra offensiva di una squadra capace chiudere la stagione con 71 reti.

Ad orchestrare il gioco è il regista di centrocampo Valdifiori, che si appoggia spesso su due terzini prettamente offensivi come Zappacosta e  Barreca, chiamati a creare superiorità numerica in avanti. Al centro dell’attacco Belotti è fondamentale sia dentro l’area, sia quando si abbassa. Il gioco di sponda del Gallo in fase di costruzione, infatti, favorisce la velocità e la tecnica di Ljajic e Iago Falque. Questi, nell’idea di gioco di Mihajlovic, sono chiamati spesso ad accentrarsi, sia per sfruttare le proprie abilità balistiche, sia per scambiare tra di loro a ridosso dell’area. In fase di non possesso, invece, il tecnico serbo cerca di dirottare il pressing sulle fasce, dove gli esterni si abbassano a formare un 4-5-1 e i centrocampisti centrali raddoppiano il pressing.

La gran mole di gioco offensivo non basta, però, ai granata per centrare la qualificazione in Europa e la squadra deve accontentarsi di una nona posizione dietro alla Fiorentina. Nella stagione 2017-2018 il Toro non riesce a ripetersi, anche a causa della scarsa vena realizzativa di Belotti, che l’anno precedente aveva chiuso il campionato con 26 reti. A gennaio arriva un nuovo esonero per Mihajlovic, che viene rimpiazzato da Mazzarri. Il tecnico toscano, tuttavia, non riuscirà a fare meglio del serbo e chiuderà la stagione nuovamente al nono posto.

Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna @Image Sport
Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna @Image Sport

Il ritorno al Bologna e la chiusa di un ciclo

Dopo un’esperienza allo Sporting Lisbona naufragata ancor prima di iniziare, Mihajlovic sceglie di tornare lì dove tutto era iniziato dieci anni prima: al Bologna. Il nuovo approdo nella squadra felsinea segna la chiusura di un ciclo lungo un decennio, in cui l’allenatore serbo ha sperimentato diverse realtà lasciando quasi sempre il proprio segno, specialmente sui calciatori da lui allenati. Nella squadra rossoblù si trova da subito a valorizzare una rosa molto giovane, un compito che nel corso della sua carriera ha già dimostrato di saper svolgere egregiamente. Al momento del suo insediamento si affida ad un 4-2-3-1 molto compatto e basato sull’esplosività atletica dei suoi ragazzi.

Il terzino destro, Mbaye, ha compiti prettamente difensivi, mentre dal versante opposto Dijks è chiamato ad accompagnare l’azione. A centrocampo Pulgar detta le geometrie e Dzemaili ha il compito di inserirsi in area alla ricerca del gol. La linea dei trequartisti è affidata alle giocate di Sansone e Orsolini sugli esterni e all’equilibratore Soriano nel mezzo. In avanti Destro o Santander. Molta della produzione offensiva della squadra dipende dalla verve delle due ali, chiamate anche ad un massiccio impegno in copertura. La squadra termina la stagione al decimo posto, raggiungendo una salvezza tranquilla.

Agli albori della stagione 2019-2020 Mihajlovic comunica di aver contratto una forma di leucemia acuta e di doversi perciò fermare. Il 25 agosto, dopo 44 giorni di ricovero, torna a sedersi sulla sua panchina. Mihajlovic non riesce a migliorare il decimo posto ottenuto nella sua prima stagione e per due anni centra una scialba dodicesima piazza. Le sessioni di calciomercato poco fruttuose e la discontinuità di tanti elementi in rosa non consentono al tecnico di far fare il salto di qualità alla squadra. Il mister serbo, nella stagione corrente, ha sconfessato leggermente i suoi dogmi, affidandosi ad un 3-4-2-1 per provare a risollevare la squadra. Un modulo privo di esterni di ruolo, ma che conserva i principi offensivi del proprio tecnico e che può contare sull’ausilio di un attaccante funzionale come Arnautovic.

Il 2022 vede, però, l’allenatore serbo nuovamente alle prese con quel destino che tante volte ha provato a sgambettarlo. Mihajlovic ha affermato che dovrà nuovamente assentarsi per affrontare la malattia, tornata nonostante il trapianto di midollo avvenuto nel 2019. L’ennesima prova nella vita del Sergente serbo, che ha sempre preso di petto ciò che il destino gli ha riservato, pronto a spazzare via il pericolo come faceva col suo terrificante mancino quando calcava i campi di gioco.
“Questa malattia è molto coraggiosa se ha deciso di tornare ad affrontarmi, ma se non è bastata la prima lezione gliene daremo un’altra“.

 

Facebook Segui
Twitter Segui
Instagram Segui
Youtube Iscriviti
TAG: mihajlovic
Condividi questo articolo
Facebook TwitterEmail Print
Marco Scalas
Pubblicato da Marco Scalas Autore
Seguire:
Amante del calcio e dello sport in tutte le sue forme
Articolo precedente Dybala (Juventus) @Image Sport Juventus-Inter, Dybala invita allo Stadium un gruppo di sostenitori
Articolo successivo Marco Materazzi Inter, parla Materazzi: “Con la Juve non si può sbagliare. Dybala in nerazzurro? Magari!”

Notizie correlate

Salvatore Esposito, calciatore della SPAL
Calciomercato

Calciomercato Sampdoria, assalto a Esposito della Spal: Faggiano prepara l’offerta

13 secondi fa
Roma

Roma, il CEO Berardi: “Stadio nel 2026 a Pietralta fattibile”

4 minuti fa
Origi in conferenza stampa, Milan
Milan

Milan, Origi: “Parlare con Maldini e Massara è stato decisivo”

9 minuti fa
Belotti, Torino
Calciomercato

Calciomercato Monza, Galliani su Belotti: “Non ci abbiamo ancora pensato”

14 minuti fa
De Ketelaere
Calciomercato

Calciomercato Milan, come arrivare a De Ketelaere: pronte due contropartite

48 minuti fa
Keita (Cagliari) @Image Sport
Calciomercato

Calciomercato Sampdoria, Faggiano non molla gli obiettivi: pressing in aumento su Keita Balde

59 minuti fa
Orsolini (Bologna)
Calciomercato

Calciomercato Bologna, Orsolini si allontana: nuova pretendente per il centravanti

1 ora fa
Dodo
Calciomercato

Mercato Fiorentina, in chiusura Dodò: accordo con lo Shakhtar trovato

1 ora fa
Alberto Grassi - Cagliari
Calciomercato

Calciomercato Sampdoria, si avvicina Grassi: occhio alla concorrenza del Cagliari

1 ora fa
Messias approda al Milan
Calciomercato

Milan, UFFICIALE il ritorno di Messias: depositato il contratto

2 ore fa
Sinisa Mihajlovic
Calciomercato

Mercato Bologna, rivoluzione in difesa: Sartori fa un regalo a Mihajlovic

2 ore fa
Dario Saric
Sampdoria

Calciomercato Sampdoria, arriva Saric: contratto triennale per lui

2 ore fa
Maldini-Massara
Calciomercato

Calciomercato Milan, altro intreccio con lo Spezia: bloccati due difensori

3 ore fa
Daniele Faggiano, ds Sampdoria
Calciomercato

Calciomercato Sampdoria: Faggiano al lavoro per un centrocampista

3 ore fa
Novara in Serie C
Calciomercato

Novara, UFFICIALE: Moreno Zebi è il nuovo Direttore Sportivo

3 ore fa
Giovanni Sartori
Calciomercato

Calciomercato Ascoli, contatti con Sartori: occhi in casa Bologna

3 ore fa
Mostra di più
Footballnews24.itFootballnews24.it

© 2021 Smart Media Web Srl | All Rights Reserved
P.Iva 02326340565 - Footballnews24.it Testata Giornalistica Aut. Trib. di Roma n° 198/18 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 37108 - Direttore Responsabile: Marco Torretta

  • Corsi
  • Contatti
  • Press
  • Privacy Policy
  • Collabora con noi

Removed from reading list

Disfare
Bentornato!

Entra adesso

Registrati Hai perso la password?