Sarà semplicemente il destino o magari una spaventosa commistione di coincidenze concatenate dal caos, ma sta di fatto che il campo ha parlato e lo ha fatto nella maniera più brutale possibile. Roma in finale di Europa League, Juventus eliminata: ad attendere in finale di Europa League i giallorossi allenati da mister José Mourinho ci sarà, come sempre, il Siviglia.
Gli spagnoli si confermano con una regolarità impressionante i veri padroni di questa competizione, come se ci fosse una sorta di senso di appartenenza, un legame invisibile e una tradizione da portare avanti ad ogni costo. Ne ha fatto le spese la Juventus di Massimiliano Allegri, ancora una volta perseguitata da una sorta di maledizione europea ed eliminata senza attenuanti.

La Vecchia Signora è stanca e si arrende
Dopo che il gol di Gatti aveva dato una falsa speranza a Torino, la Juventus si è presentata in terra spagnola con l’obiettivo preciso di riscrivere la propria storia in una delle stagioni più deludenti, a forti tinte più nere che bianche. Dalla speranza all’illusione grazie alla rete di Vlahovic, per poi toccare con mano la disperazione e infine la rassegnazione dopo l’uno-due stroncante firmato da Suso e Lamela.
È una Vecchia Signora stanca e colpevole di essere sempre al posto sbagliato nel momento sbagliato. Seconda eliminazione stagionale in Europa, dopo quella ai gironi di Champions, e tifosi bianconeri affranti, ma ormai quasi abituati a questo epilogo che era già nell’aria. Il Siviglia, dal canto suo, prosegue il suo incredibile percorso in Europa League, competizione già vinta in ben sei edizioni differenti. L’ultimo atto, la finale del 31 maggio, sarà tra gli inarrestabili spagnoli e la nuova Roma in formato europeo, plasmata e ricreata dallo stregone Mourinho.

A Leverkusen basta un pullman, Roma in finale
Qualcuno parlerebbe addirittura di poteri sciamanici, altri proverebbero a dare una spiegazione più razionale per descrivere il lavoro fatto dallo Special One Josè Mourinho, che in due anni in Capitale ha centrato due finali europee con la sua Roma e che continua a distribuire emozioni come se fossero concretamente impacchettabili e consegnabili a proprio piacimento.
Il Bayer Leverkusen ci ha provato, ma ha fallito. Basterebbero queste parole per spiegare quanto avvenuto in Germania, ma non renderebbero giustizia all’impresa giallorossa confezionata dallo Special One. Con la più classica delle tattiche “Park the Bus“, i capitolini resistono stoicamente e portano a casa il pass per la finale.
Falcidiata da infortuni e defezioni varie, la Roma è ferita ma non si arrende mai. Il fischio finale dell’arbitro sancisce la fine della sofferenza e il principio della festa: Mourinho adesso insegue il suo sesto trionfo in campo europeo. Questa volta si giocherà alla Puskas Arena a Budapest e, come se fosse avvolto da un mistico incantesimo, l’avversario in finale avrà il fato, le statistiche e i pronostici dalla sua parte. L’ultima missione è infatti la più ardua di tutte: spezzare questa maledizione che vuole il Siviglia ineluttabilmente vincitore della Coppa. Allo Special One, ancora una volta, spetta il compito di ingannare il destino.