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Natale si avvicina sempre di più e le sorprese sotto l’albero del Mondiale non si sono fatte attendere sin dalle prime gare dei gironi. Da Arabia Saudita e Giappone si è giunti fino al Marocco di Hakimi e Sabiri, che ha battuto a sorpresa il Belgio rimescolando le carte del Gruppo F. Tuttavia, per quanto possa rapire il cuore l’impresa di una formazione sfavorita, gare come Spagna-Germania sono quelle che vengono segnate di rosso sul calendario al momento dei sorteggi. La differenza di pensiero calcistico tra Furie Rosse e Panzer si è sempre più assottigliata nel corso degli anni, fino a collimare in filosofie simili sul palcoscenico più importante di tutti. E ne è venuto fuori un mix esplosivo: una partita a scacchi interrotta da folate di vento fortissimo, il rigore dello schema al servizio delle individualità. Il risultato finale è 1-1 e, per raggiungerlo, è stato compiuto un romantico passo indietro.

Un passo indietro
Il pareggio tra Spagna e Germania mantiene il discorso apertissimo all’interno del girone, visto l’inaspettato successo del Costa Rica sul Giappone. Tra Luis Enrique e Flick non è emerso alcun vincitore, ma ad avere successo è stata la loro capacità di lettura della gara. A testimoniarlo, gli autori dei gol: Morata e Fullkrug, i due numeri 9 inizialmente lasciati in panchina. Un caso piuttosto emblematico di come, delle volte, occorra semplicemente fare un passo indietro per percorrerne due in avanti. Il gol non arriva ? Dentro la punta.
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E seppur appaia una mossa scontata, in un calcio sempre più schiavo di cifre e percentuali vale la pena evidenziare la semplicità. Anche perché l’incisività dei due attaccanti è figlia di difese stanche e incapaci di leggerne i movimenti al momento dei rispettivi gol. Uno stato in cui Spagna e Germania hanno costretto i rispettivi avversari senza aver bisogno di un centravanti di riferimento, che si è trovato dunque con il terreno pronto per colpire. Il gol di Morata è da rapace d’area, quello di Fullkrug da chi di uscire già dal Mondiale proprio non vuole saperne. Il pari è il risultato giusto tra due Nazionali che, in altri termini, hanno già portato a casa una vittoria importantissima.

Due passi in avanti
Spagna e Germania non hanno perso tempo. Non l’hanno perso in campo in Qatar, non l’hanno perso negli anni passati. E così si sono affidati ai settori giovanili, lanciando in un Mondiale i vari Pedri, Gavi e Musiala, rinforzando il classico assunto: “Perché loro si e noi no?”. Un campionato del Mondo vissuto da spettatori fa questo effetto, emergono domande di cui ci auguriamo cambi presto la risposta. La direzione della Nazionale italiana appare giusta, ma come spesso accade in netto ritardo rispetto ai competitor. E così si perde il treno della competizione più bella di tutti, guardando la fantasia al potere di un 2003 del Bayern Monaco che porta a spasso Busquets. Ammirando, con invidia, il duetto continuo e martellante dei due talenti del Barcellona e un’orchestra sinfonica con la media di 25,6 anni di età. Morata e Fullkrug hanno timbrato il cartellino, Luis Enrique e Flick hanno letto tra le pieghe dei minuti che correvano. Ma in Spagna-Germania ha vinto la programmazione, ha esultato il coraggio e sorriso la sana incoscienza. Ne ha giovato il Mondiale, anche quello di chi è costretto a seguirlo dal divano di casa.