Spagna sul tetto d’Europa: Football is not coming Home

La Spagna è campione d'Europa: la formazione di De La Fuente è riuscita a battere l'Inghilterra nella finale di Euro 2024, dando riconferma del talento di Yamal e Nico Williams. I tifosi inglesi beffati dal proprio motto: Football is not coming Home

A cura di Francesca Rofrano InghilterraSpagnaCampionato Europeo

Ed anche questa volta, Football is not coming Home. Nonostante gli scongiuri del caso, l’Inghilterra perde ancora una volta una finale Europea. Una vera e propria maledizione per gli uomini di Southgate che sono dovuti soccombere allo strapotere della Spagna, nell’ultima partita di Euro 2024, finita poi con il risultato di 2-1.

Nella notte più emozionante, tra le mura dell’Olympiastadion di Berlino, a brillare più di tutte sono state le stelle spagnole, giocatori che non solo hanno dimostrato un talento al limite dell’immaginabile, ma che non si sono fatti mancare carattere, grinta e soprattutto quell’entusiasmo necessario a mettere K.O. i Tre Leoni. La generazione d’oro della Roja ha colto al balzo l’occasione per riportare in bacheca un trofeo, mettendo a tacere tutti gli scettici di quel modo di fare calcio spesso considerato precipitoso e pretenzioso.

Ma con la dimostrazione di quel calcio, di quegli sprazzi di Tiki Taka, la Spagna di De La Fuente ha costruito, partita dopo partita, il proprio percorso verso Berlino. Un cammino completamente diverso invece da quello dell’Inghilterra di Southgate che oltre ai “nomi” sembra non essere riuscita a mettere in campo null’altro.

La Spagna trionfa: Yamal e Nico Williams già leggende

Yamal e Nico Williams hanno impresso il loro nome nel tabellone, con un assist e un gol che hanno sbloccato la partita. E poi, a spegnere l’entusiasmo di Cole Palmer, è arrivato il gol di Oyarzabal, uno dei pilastri della nazionale spagnola. I due fili conduttori della Roja, l’esperienza e la freschezza, sono riusciti a confluire nell’unico obiettivo in un unico obiettivo che è quello della vittoria.

Un plauso, ovviamente, va fatto anche a De La Fuente, che coccolandosi le sue stelline, è riuscito a trasmettere fiducia e convinzione a quei giocatori che saranno il futuro della Spagna per diversi anni.

Non c’è però solo da tessere le lodi dei quattro volte campioni d’Europa, ed infatti, il calo di concentrazione di alcuni elementi, Cucurella indiziato numero uno, ha fatto sperare a tutti i tifosi inglesi nel ribaltone sul finale. L’infortunio di Rodri, poi, ha complicato, almeno per un momento, i piani tattici delle Furie Rosse. L’aggressività al rientro dagli spogliatoi ha fatto il resto. Tutti i tasselli sono ritornati al proprio posto con l’ingresso di Zubamendi, con Olmo e Oyarzabal saliti poi in cattedra a chiudere la pratica.

Il declino dell’Inghilterra

Seconda sconfitta nella seconda finale di Europeo raggiunta negli ultimi anni ed un trauma che porterà inevitabilmente l’Inghilterra a trovare soluzioni nel breve termine. Troppe stelle e tutte insieme sotto la guida, a tratti non troppo sicura del CT Southgate, che al contrario di De La Fuente, non è riuscito a trasmettere lo stesso entusiasmo ai propri cavalieri.

Ed in partite come queste, gli errori tattici diventano imperdonabili, come ad esempio quelli di Harry Kane, totale assente in quella che poteva essere l’occasione giusta per mettere in bacheca il trofeo agognato e che avrebbe potuto coronare la sua carriera, importante, ma incredibilmente sfortunata.

Assente anche Foden, altra meteora di questo Euro 2024 e lo stesso Jude Bellingham che ha dimostrato limiti di un giocatore ancora non del tutto pronto e maturo sul piano tattico e soprattutto caratteriale. Differenze importanti dunque tra le due nazionali che nei 90′ hanno premiato la dedizione spagnola.

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