🔍 Mantova in Serie B? Nuovi dubbi sul Martelli: Palazzi e FIGC, cadono i veli

Il Mantova prepara la festa per la promozione in Serie B sabato 30 marzo contro l'Atalanta U23. Fuori dal campo i dubbi sullo Stadio Martelli sussistono e aumentano: dal Velodromo alla Curva Te, passando per la politica comunicativa del sindaco Palazzi. Il futuro stride con i parametri imposti dalla FIGC

Nicola Liberti
11 Minuti di lettura

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Sabato 30 marzo 2024 come data cerchiata in rosso sul calendario: Mantova chiamato a scrivere una nuova importante pagina nel libro della propria storia. A 5 giornate dal termine del campionato di Serie C, Girone A, i biancorossi necessitano di soli 3 punti per archiviare il discorso promozione e tornare ad abbracciare il sogno Serie B, 14 anni dopo l’ultima volta.

Una storia oscillante tra il romantico ed il complesso quella che investe la piazza lombarda. Sul campo, nella passata stagione, è giunta la retrocessione, salvo poi cogliere la riammissione in Serie C a causa della mancata iscrizione del Pordenone. Istanti a separare l’inferno ed il paradiso, acuito poi nella cavalcata, pronta a divenire trionfale, lungo l’arco della stagione.

La rinascita, a dire il vero, coglie la propria genesi in quel 30 giugno 2010 che, alla retrocessione nell’allora Lega Pro, annesse il fallimento di ciò che restava del Mantova. Un lungo percorso che, sotto la gestione Piccoli, punta ora a ricucire ferite ancora aperte nella città. Due snodi cruciali per saldare i conti col passato, garantirsi il futuro e far germogliare quanto di ottimo seminato nel presente di quest’annata: tre punti per far propria la Serie B sul campo, da una parte; un Martelli da riammodernare secondo canoni che, ad oggi, appaiono ben distanti dalla realtà, dall’altra.

Mantova, Mattia Palazzi
Mantova, Mattia Palazzi @VocediMantova

Mantova, così la Serie B non basta

Un destino da prendersi con forza in un gioco su più tavoli, scindendo in due l’anima del Mantova verso il giorno più atteso: difficoltà di campo e intricate questioni di Lega. L’eventuale, quanto ormai certa, promozione è infatti avvolta in un velo d’inquietudine date le nubi che stentano a diradarsi attorno alla vicenda stadio. Quest’ultima dalla portata non indifferente, basti pensare al noto caso Lecco in estate, lo stesso che potrebbe presto investire la piazza biancorossa.

Da mesi il sindaco della città, Mattia Palazzi, si spende in prima persona sulle prime pagine dei quotidiani locali rassicurando un ambiente che, di contro, si nutre di comprovati dubbi rievocati a più riprese dal presidente del club Filippo Piccoli, nonché dalla minoranza politica comunale. Lo stato dell’arte vuole 2,860 milioni di euro, mutuati, destinati alla riqualifica dell’impianto Danilo Martelli, necessitante di cospicue opere di restauro per adeguarsi ai parametri imposti dalla Lega Serie B.

Dal Velodromo alla Curva Te: c’è di più sul Martelli

Un lungo processo di decadimento dello stabile accompagnato dallo scorrere degli anni che, oggi, vogliono una struttura dalla capienza potenziale di circa 15mila posti ridotta a soli 7.367 disponibili. Emblematico in questo senso è il caso dei Distinti, dichiarati inagibili nell’ormai lontano 2016. Caso analogo è poi quello della Curva Te, destinata al tifo organizzato della società mantovana, riportante l’installazione in tubolari metallici di quella che è, a tutti gli effetti, una tribuna removibile apposta al di sopra dell’ex parabolica Ovest del Velodromo antistante il rettangolo di gioco.

Palazzi e Piccoli: tempi e costi non coincidono

A seguito di diversi incontri, nonché sopralluoghi presso la struttura stessa, tra il sindaco Palazzi, il presidente Piccoli ed il presidente della Lega di B Mauro Balata, è definito il piano dei lavori necessari. Un milione destinato alla ristrutturazione dei Distinti, 500mila euro per interventi sul blocco fari, adeguandoli così alle necessità di trasmissione televisiva degli eventi sportivi, nuovi seggiolini da apporre in tutti i settori, ristrutturazione dell’ex casa del custode ed ampliamento della sala stampa.

Una rotta dunque ben definita sulla quale, tuttavia, sussistono diverse zone d’ombra, oltre ad un elevato numero di interventi richiesti all’impianto. A questo proposito, lo stesso Piccoli, lo scorso dicembre aveva sollevato dubbi riguardanti il buon esito dei lavori, affidando le proprie parole a La Gazzetta di Mantova: “La Lega di B ci ha detto che allo stato attuale lo stadio non può fare quella categoria. Tanti lavori, e costosi, forse anche se iniziassimo domani non finiremmo in tempo utile“.

Sugli stessi canali, sebbene a diversi mesi di distanza, giunge la risposta del primo cittadino, altra parte in causa: “A metà maggio partiremo con i lavori sui distinti. La prima partita del prossimo campionato sarà al Martelli, senza ricorrere a deroghe ulteriori a quelle già previste“. Rassicurazioni flebili, se a queste seguono parole che sembrano scalfire le precedenti certezze: “Pagheremo un premio per ogni giorno di anticipo sulla fine dei lavori“. Con il termine previsto per il 19 agosto, sorgono dubbi sulla necessità di reperire velocità ed anticipo se, come dichiarato, “ci siamo mossi con anticipo“.

Mantova, Danilo Martelli
Mantova, Danilo Martelli: visuale sul Velodromo @GazzettadiMantova

Il Velodromo è un caso

Non solo i tempi stringono attorno alla vicenda stadio, con diversi dubbi riguardo la ‘campagna mediatica’ attuata in merito, che pare trascurare diversi aspetti. Non ultimo quello del Velodromo, da tempo inutilizzato ma, come recitano i Criteri Infrastrutturali per l’iscrizione al campionato di Serie Battorno al rettangolo di gioco non devono essere presenti piste per gare ciclistiche“.

L’ultima dichiarazione fatta registrare dall’interessato Palazzi in merito risale all’inizio di marzo: “Questo in realtà non esiste da circa 20 anni. Abbiamo previsto, qualora fosse necessario, di coprire il cemento con erba sintetica“. Da capire se questo potrà bastare a soddisfare i canoni della cadetteria. Ciò che certamente non lo farà è la negazione della presenza dell’ex impianto ciclistico in buona parte dello stadio, con il sindaco che a dicembre affermava: “C’è soltanto una parte rimasta intatta sotto la curva Cisa“, a discapito di una presenza rilevabile anche al di sotto della Tribuna e dei Distinti.

In un precedente intervento poi, il presidente del Mantova 1911 dichiarava alla stessa Gazzetta: “Oggi gli stadi di B non possono avere il Velodromo, per metterlo a norma bisognerebbe togliere la parte rimasta“. Parole fortemente dissonanti, sulle quali la FIGC, interrogata in merito, predilige la via del silenzio quanto al da farsi.

Curva Te ‘provvisoria’: bocciatura dalla FIGC

Dal Velodromo alla Curva Te, cambia la porzione di stadio, non i dilemmi. Una soluzione di ripiego dato lo stato dell’impianto che è finita per protrarsi fino ad oggi. Se negli anni quello che, nei fatti, è un problema è stato più volte derubricato senza particolare attenzione, nelle prossime settimane la casa del tifo organizzato virgiliano corre il serio rischio di salire alla ribalta delle cronache, legate alla questione stadio, come cruciale snodo da sciogliere per adempiere alle necessità d’iscrizione al prossimo campionato di Serie B.

Gli stessi Criteri Infrastrutturali richiesti dalla FIGC per la cadetteria recitano infatti: “Le tribune riservate agli spettatori, realizzate in metallo con idonee strutture tubolari, non possono essere di tipo temporaneo“. Ecco che, in totale antitesi, dalla Regione Lombardia, quanto alla configurazione strutturale del settore giunge di tutta risposta: “La gradinata, inserita nella lunetta antistante la curva Te, è costruita con una struttura metallica di tipo provvisorio“.

Una Curva Te a due facce dunque, quantomeno per quanto trapela dalle parole del sindaco Palazzi che, nella reiterata recita della lista dei lavori necessari, manca con costanza l’appuntamento alla menzione sulla reale natura della gradinata lato Palazzo Te. Anche questo resta un nodo che verrà sciolto, o verosimilmente meno, dalla Lega di B che, in quest’ottica, sarà cassazione per le zone d’ombra che persistono in merito al piano di riammodernamento.

Mantova, Curva Te
Mantova, Curva Te @VocediMantova

Mantova e Martelli: il parere dell’esperto

Per trarre a più ampio spettro le fila della vicenda è poi intervenuto ai nostri microfoni anche Emilio Faroldi, professore presso il Politecnico di Milano ed ex-componente della Commissione Criteri Infrastrutturali della FIGC: “Molte società sono al primo approccio con la categoria e necessitano di deroghe, ma non esiste un modello per operare, ogni situazione va customizzata alla sua realtà. La Serie B – ha poi ammonito – è la categoria più complessa: si passa da una situazione dal clamore contenuto a spese di trasferte e sostentamento della società non sorrette in parallelo da diritti come quelli della Serie A”.

Giungendo poi a dinamiche oggi, prima dell’inizio dei lavori previsti, perfettamente attinenti al caso Mantova, ha poi proseguito: “Se si raggiunge una situazione di mancanza di una casa per l’iscrizione ad un campionato serve collaborazione tra pubblico e privato per ottenere luoghi sicuri, dall’alta visibilità e assolutamente non monofunzionali. In Italia manca la cultura di recupero degli stadi, all’estero le strutture non sono mai state portate a 70 anni dall’origine“.

Sul tema stadio, in conclusione, la trama si infittisce, nel contesto di una comunicazione comunale lacunosa su quelli che sono gli snodi cruciali della vicenda. Mantova tra due fuochi: un destino da prendersi valicando l’Atalanta U23, ultimo ostacolo per la promozione; un futuro incerto sul piano burocratico che, da evidenze, non può crogiolarsi nelle sole promesse del primo cittadino, anzi attendere i verdetti, del tempo e della Lega, per far cadere i veli che avvolgono club e città, facendo luce su versioni e dati che stentano a collimare.