Nell’ultima partita disputata, la 30ª giornata del campionato di Serie B e 11ª del girone di ritorno, la squadra del Sudtirol ha conquistato gli ennesimi tre punti battendo la Spal per 2-0, con una doppietta del difensore Giovanni Zaro. Si tratta dell’undicesimo risultato utile di fila per i biancorossi di mister Pierpaolo Bisoli che ora si ritrovano al terzo posto a quota 51 punti della classifica. Il segreto del successo è la parola lavoro che il tecnico dei bolzanini ripete per ben tre volte come un karma nell’intervista rilasciata all’ANSA.
Consapevoli che stanno facendo qualcosa di straordinario, con una partenza in salita da matricola della Serie B, i biancorossi devono mantenere quello spirito di concretezza finora dimostrato, senza rinunciare al grande sogno della Serie A come ha raccontato il tecnico Bisoli che ha saputo avvicinare la gente alla squadra: “Quando sono arrivato, con grande umiltà ho detto: abbiamo perso tre partite, ora facciamo vedere chi siamo. Piano, piano abbiamo costruito questa bella favola. Ora resta da scrivere il finale”.

Sudtirol, Bisoli e capitan Tait: “Stiamo facendo una cosa incredibile”
Anche il capitano del Sudtirol, Fabian Tait, che salterà per squalifica la prossima sfida di sabato, 1 aprile, contro il Cagliari, è intervenuto nel corso dell’intervista a Bisoli, confermando le parole del proprio tecnico: “Stiamo facendo una cosa incredibile, che nessuno si aspettava. Questa è la cosa bella della vita e del calcio: sorprendere tutti anche chi non credeva in te. Finalmente si respira vero calcio anche a Bolzano, ce lo meritiamo noi, se lo merita la squadra e soprattutto se lo meritano i tifosi”.
Nonostante il budget in assoluto più basso del campionato, il terzo posto in classifica è motivo di grande orgoglio e i play-off sono una realtà che si avvicina sempre più per il Sudtirol, il mister infatti ne è convinto, continuando la sua intervista: “Giocheremo le prossime partite, arrivandoci nelle migliori condizioni possibili. Quest’anno si tratta di uno dei campionati più difficili degli ultimi sette, otto anni e alcune squadre sono convinte che senza blasone non si va da nessuna parte. Ma se fosse così, la favola del Sudtirol non esisterebbe”.