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Marco Cecchinato, nato a Palermo il 30 settembre 1992, è un tennista italiano specialista sulla terra battuta. Già all’età di sei anni ha cominciato a nutrire una grandissima passione per il mondo del tennis, grazie anche al sostegno del cugino Francesco Palpacelli, che è diventato il suo primo allenatore (in passato aveva allenato anche la tennista Roberta Vinci). Nel 2018 il tennista siciliano è stato semifinalista al Roland Garros, diventando il terzo italiano in era Open ad aver raggiunto la semifinale in un torneo del Grande Slam. Ha conquistato, inoltre, tre titoli ATP su cinque finali disputate ed il suo miglior piazzamento nella classifica mondiale è stato il 16º posto, raggiunto il 25 febbraio 2019.
2018: l’anno migliore
Il 2018 è stato, senza alcun dubbio, il miglior anno per Cecchinato. Il tennista palermitano, il 29 aprile, si aggiudicò il suo primo torneo in un circuito maggiore, ossia l’ ATP 250 di Budapest. Ripescato come lucky loser nel tabellone principale, eliminò nell’ordine Mirza Basic, Damir Dzumhur e Jan-Lennard Struff. Alla sua prima semifinale ATP in carriera, il tennista azzurro vinse in rimonta per 5-7, 7-6, 6-3 contro il connazionale Andreas Seppi e in finale batté in due set per 7-5 6-4 l’australiano John Millman.
Roland Garros 2018: il percorso vincente fino alla semifinale
Il 28 Maggio successivo, Cecchinato esordì al Roland Garros da numero 72 del ranking mondiale. Il tennista italiano vinse il suo primo incontro in uno Slam, recuperando due set di svantaggio e battendo 10-8 al quinto set il rumeno Maurius Copil. Al secondo turno superò in tre set 6-1, 7-6, 6-1 l’argentino Marco Trungelliti, ripescato come lucky loser a seguito del forfait di Nick Kyrgios, e al terzo eliminò lo spagnolo Pablo Carreño Busta, numero 11 del ranking mondiale, con il punteggio finale di 2-6, 7-6, 6-3, 6-1. Negli ottavi di finale, l’azzurro batté per la prima volta in carriera un top 10, riuscendo ad imporsi per 7-5, 4-6, 6-0, 6-3 sul numero 9 del mondo David Goffin. Cecchinato approdò ai quarti dove affrontò per la prima volta Novak Djokovic, campione a Parigi nel 2016.
Nei quarti Cecchinato compì un’ impresa epica, sicuramente la più bella di tutta la sua carriera, grazie ad una prestazione a dir poco straordinaria. Dopo tre ore e mezza di gioco, l’azzurro si impose in quattro set (6-3, 7-6, 1-6, 7-6) su Novak Djokovic, conquistando un posto nelle semifinali dell’edizione 2018 del Roland Garros. Si trattò, quindi, di una giornata storica per lo sport italiano, nella quale Cecchinato conquistò la vittoria con pieno merito, giocando un tennis di altissimo livello contro un avversario come Djokovic che, pur non essendo magari quello dei giorni migliori, spese in campo tutto quello che aveva fino all’ultimo punto.
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La storia del match contro Djokovic
Nel primo set l’azzurro partì subito all’attacco e, dopo aver conquistato il break del momentaneo 3-1, gestì i successivi turni di battuta con personalità, portandoli a casa con disinvoltura fino al servizio vincente che gli valse il 6-3. A fine set, Djokovic si ritrovò in difficoltà, anche dal punto di vista fisico, a tal punto da chiamare un medical-timeout a causa di un problema al collo. All’inizio del secondo parziale, Cecchinato sfruttò la situazione per salire subito sul 2-0, ma il serbo ci mise poco per rimettersi in sesto e con 12 punti consecutivi, conquistò il contro-break fino a portarsi sul 3-2. La reazione di Cecchinato fu, però, perentoria: prima tenne il servizio e, poi, sul 3-3 l’italiano si portò sul 15-40 grazie a due rovesci lungo linea da applausi, senza riuscire però a concretizzare le chance di strappare nuovamente il servizio al suo avversario.
Si andò avanti fino al 6-5 in favore di Djokovic, che ebbe a disposizione ben tre set point, che vennero annullati in maniera magistrale da Cecchinato, che alla fine riuscì a tenere il servizio, portando il set sul 6 pari. Al tie-break, il palermitano giocò in maniera a dir poco eccezionale, riuscendo ad imporsi 7-4. All’inizio del terzo set, il serbo cercò subito di reagire e riuscì nel suo intento, strappando subito il servizio a Cecchinato che, però, dopo il cambio di campo, ottenne l’immediato contro-break del momentaneo 1-1. Il serbo, però, riprese in mano le redini del gioco in maniera molto decisa e, complice anche di un leggero calo del tennista italiano, infilò un parziale di cinque game consecutivi che gli permisero di vincere il parziale nettamente per 6-1, allungando così la sfida al quarto.
Il tie-break da leggenda
Cecchinato a quel punto cercò di mantenere i nervi saldi per evitare di far prendere ulteriore fiducia al suo avversario, ma Djokovic ottenne subito il break arrivando subito sul 3-0, lasciando intendere di poter portare a casa agevolmente anche questo parziale. L’azzurro, però, non mollò e riuscì a strappare l’immediato contro-break proprio mentre il serbo serviva per il set sul 5-3 in suo favore. Il tennista siciliano riuscì a portare la frazione fino al tie-break, vinto in maniera spettacolare 13 punti a 11, a suon di colpi incredibili, emozioni e ribaltamenti di fronte, tra gli applausi del Suzanne Lenglen. Cecchinato dopo aver salvato tre set point ad un Djokovic che, quasi incredulo, ha visto finire all’incrocio delle linee il passante lungo linea di rovescio che ha mandato in estasi l’italiano e tutto il tennis italiano.
Le lacrime di Cecchinato, subito dopo il punto decisivo, rimarranno nella storia e negli occhi di tutti. L’azzurro diventò il giocatore con la classifica più “bassa” ad entrare tra i primi quattro a Parigi dai tempi del russo Daniil Medvedev nel 1999, allora numero 100 al mondo. Dopo tre giorni, il tennista palermitano giocò la semifinale, dovendosi, però, arrendere in tre set (7-5, 7-6, 6-1) all’austriaco Dominic Thiem, numero 8 della classifica mondiale, che perdette la successiva finale contro il re delle terra rossa, Rafael Nadal, per 6-4, 6-3, 6-2. Le imprese di Parigi valsero a Cecchinato la 27ª posizione nella classifica mondiale che, al termine del 2018, la sua migliore stagione in carriera, chiuse al 20º posto.