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Il PalaAlpitour per una sera si è trasformato in un teatro d’opera e il pubblico presente, divenuto a sua insaputa platea, ha assistito alla sesta sinfonia di Novak Djokovic alle ATP Finals; sì, perché il fenomeno serbo ha intrattenuto i presenti con la melodiosa armonia proveniente dalla sua racchetta, le cui corde vibravano come quelle di una cetra ogni qual volta colpivano la pallina. Il tutto, ovviamente, grazie alla tecnica sopraffina di Nole, primo violino del tennis mondiale. Ma l’ultimo atto del torneo che mette a confronto i migliori otto della stagione non è stato un assolo, perché dall’altra parte della rete si è presentato il norvegese Casper Ruud, colui che tra gli umani si è meritato più degli altri di arrivare lì; lo scandinavo ha lottato, si è difeso come ha potuto, ma non è riuscito nell’impresa di portarsi a casa il titolo.
Il problema, se così si può definire, sta nel fatto che non è la prima finale importante in cui il nativo di Oslo si deve inchinare all’avversario; le ATP Finals sono solamente la punta dell’iceberg di una statistica che per Casper Ruud rischia di diventare un vizio. Il norvegese sembra essere incapace di sbloccarsi in un torneo di un certo livello, sembra non riuscire a sfatare la maledizione dei grandi eventi, e questo potrebbe portarlo alla frustrazione; a preoccupare, però, non è solo la serie negativa in sé, ma soprattutto lo score contro tennisti che campeggiano in top 5. Accompagnati dalla speranza che lo scandinavo riesca prima o poi a far cadere il taboo che ancora grava sulle sue spalle, riviviamo le quattro sconfitte che lo hanno reso detentore di questo particolare primato, precisando che il suo talento non si discute.
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Tennis, Ruud si inchina ad Alcaraz a Miami

Il primo atto della tragedia di cui Casper Ruud è il principale protagonista va in scena ad inizio aprile negli USA, per la precisione in Florida; il teatro che lo ospita è il cemento dell’Hard Rock Stadium, incluso nel complesso del Miami Gardens. Il norvegese accede al torneo come sesta forza del seeding, il che gli permette di usufruire di un bye nel corso del primo turno; gli ostacoli che si parano sul suo cammino non sembrano infastidirlo più di tanto e in men che non si dica supera lo svizzero Henri Laaksonen, il kazako Aleksandr Bublik e la testa di serie numero 10 del tabellone Cameron Norrie, il tutto senza perdere alcun set. La prima vera montagna da scalare arriva ai quarti di finale contro uno dei favoriti per il successo finale, Alexander Zverev, ma si impone grazie alla solidità che lo contraddistingue, nonostante un breve passaggio a vuoto.
L’uscita di scena anticipata di Daniil Medvedev rende lo stesso Ruud la miglior testa di serie rimasta nel torneo, ma il norvegese ancora non sa che un giovane terribile in rampa di lancio non ha la minima intenzione di darsi per vinto. Battuta in semifinale la vera sorpresa del tabellone, l’argentino Francisco Cerundolo, lo scandinavo raggiunge per la prima volta in carriera l’ultimo atto di un Master 1000 e lo fa contro uno dei talenti più promettenti del tennis spagnolo dai tempi di Rafael Nadal, il classe 2003 Carlos Alcaraz; il murciano è in grande ascesa e non intende lasciare nulla al suo avversario, che combatte quanto può prima di inchinarsi 7-5 6-4.
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Tennis, Spagna indigesta per Casper Ruud

L’ottima stagione di Casper Ruud, al di là della statistica negativa, prosegue con la finale al Roland Garros, raggiunta con fatica e regalando qualche emozione; il sorteggio del tabellone, infatti, gli offre la sfida con il padrone di casa Jo-Wilfried Tsonga, all’ultimo torneo della carriera. Il norvegese, dopo avergli concesso un set, lo supera in rimonta e al termine del match gli rende omaggio, unendosi al pubblico in festa. Dopo aver annichilito nel derby scandinavo Emil Ruusuvuori, risorge come araba fenice da una situazione di svantaggio contro Lorenzo Sonego e si libera anche di Hubert Hurkacz; continua a lasciare per strada parziali importanti anche nei quarti di finale contro Holger Rune e in semifinale con Marin Cilic, prima di arrivare al cospetto del fenomeno Rafael Nadal. La Spagna si rivela indigesta per il classe 1998, che giunto all’ultimo atto con grandi aspettative, cede il passo in tre parziali senza storia.
Tennis, atto II della rivalità Ruud-Alcaraz

Probabilmente la migliore finale giocata, o meglio la sconfitta meno meritata, è il secondo atto della rivalità con il talentino Carlos Alcaraz, andato in scena agli US Open; dopo aver superato il britannico Kyle Edmund, presente grazie al ranking protetto, per Casper Ruud comincia il complicato percorso ad ostacoli nelle sabbie mobili del tabellone di Flushing Meadows. Concede un set a Tim van Rijthoven, due allo statunitense Tommy Paul e uno al lucky loser Corentin Moutet; paradossalmente convince di più contro l’azzurro Matteo Berrettini ai quarti di finale, prima di battere in rimonta il russo Karen Khachanov. L’ultimo atto sul cemento americano ha un valore particolare, perchè mette in palio la prima posizione della classifica mondiale, l’ambizione più elevata di qualsiasi tennista; nonostante il classe 2003 spagnolo fosse reduce da 10 set disputati negli ultime due impegni, mette in campo un’invidiabile solidità e costringe Ruud all’ennesimo insuccesso.
Tennis, sogno ATP Finals per Casper Ruud

Giunto alle ATP Finals come terzo miglior tennista della stagione, il norvegese Casper Ruud viene inserito in quello che dovrebbe essere il girone morbido tra i due; vince all’esordio contro il canadese Felix Auger-Aliassime, che probabilmente era il più in forma delle ultime settimane, si libera dello statunitense Taylor Fritz e, già certo del primo posto nel Gruppo Verde, cede il passo ad un Rafael Nadal in grande difficoltà. In semifinale, grazie alla sua solidità da fondo campo, riesce ad avere la meglio su Andrey Rublev, mai così irascibile, e si qualifica alla finale, dove lo attende un affamato Novak Djokovic. Il serbo non lascia scampo al classe 1998, che per la quarta volta deve inchinarsi all’avversario in un ultimo atto di una certa importanza, proseguendo nella statistica negativa alla quale non ha ancora trovato rimedio.