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The Blind Side è un film che racconta la storia vera di Michael Oher, famoso giocatore di football americano. È un’opera carica di emozioni e diretta con mestiere, per rappresentare al meglio e cercare di coinvolgere chi guarda. È disponibile su Netflix, ed è la pellicola premio Oscar come Miglior Attrice protagonista.
The Blind Side: la trama
Hancock con questo film vuole dare corpo oltre che alle tematiche sociali, anche ad un esempio di realizzazione esistenziale dovuto alla forza di volontà del suo protagonista. Un ragazzo con grandissime abilità fisiche, affronta diverse difficoltà riguardanti college e studi scolastici. Al suo fianco una co-protagonista d’eccezione: Sandra Bullock in uno dei ruoli più importanti della sua carriera. Il film narra la vera storia di Michael Oher, il famoso giocatore di football americano nel ruolo di offensive tackle: ha la responsabilità di proteggere il quarterback dai placcaggi avversari. Figlio di una madre tossicodipendente, riesce, grazie all’aiuto di un amico, a farsi ammettere in una scuola cattolica a Memphis, Tennessee. In questa scuola il rendimento è molto importante e lui di certo non ha un inizio facile, anzi, i risultati sono pessimi. Ad un certo punto si ritrova anche sbattuto fuori di casa e una sera viene notato camminare da solo al freddo dalla famiglia Tuhoy.
Così, quella che doveva essere una situazione temporanea, si trasforma in un trasferimento permanente nella famiglia, e il ragazzo inizia a migliorare anche a scuola e, dopo un inizio un po’ lento, inizia ad eccellere anche nel football americano. Questo lo porta a ricevere tante offerte da varie università americane che, nella vita reale, lo portano fino alla NFL. Ad aiutarlo in questa ardua impresa di riuscire a superare ogni materia con successo, una personalità decisa ed intraprendente: Leigh Anne Tuhoy, interpretata da una strepitosa Sandra Bullock, che deve crescerlo in qualità di suo tutore legale.
Inutile dire che la storia è molto commovente e ricca di emozioni. L’interpretazione di Sandra Bullock è perfetta, tanto che grazie al suo personaggio in questo film vincerà l’Oscar come Miglior Attrice protagonista nel 2009. E pensare che nel momento in cui gli era stato offerto il ruolo, inizialmente lo aveva rifiutato, salvo ripensarci poco tempo dopo. Il ruolo di Michael, invece, è stato affidato a Quinton Aaron, che non ha tradito le aspettative ed è riuscito a mostrare con evidenza tutte le caratteristiche emotive del personaggio, da un istinto protettivo innato alla fragilità dovuta ad un’infanzia davvero difficile.
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Nel corso del film la trama si focalizza su frangenti toccanti. Il ragazzo, protagonista, riuscirà a farsi strada con i pregiudizi, e riuscirà a superare la barriera delle insicurezze per riscattarsi con quelle persone che lo ritenevano una persona anonima e senza potenziale. È presente, inoltre, nel film, una grande lavorazione a 360 gradi del regista John Lee Hancock, che ci permette di assaporare le dinamiche che intercorrono fra il personaggio di Michael e la famiglia Leigh.
Il finale del dramma sociale
Avvicinato dalle attenzioni dei più grandi tecnici di diversi college americani di rilievo, Michael non sa chi scegliere. Anche questa volta la presenza di Leigh Anne sarà fondamentale, portandolo a risolvere sia il dilemma legato alla carriera sportiva che altri provenienti dalla sua origine. La carismatica Anne, infatti, si confronta prima con la madre tossicodipendente del ragazzo, per capire di più del suo passato, poi lo convince a farsi seguire da un’insegnante privata per correggere la rotta scolastica.
Il miglioramento dei voti permette così a Michael di poter prendere la decisione finale sulla squadra per cui giocare. L’epilogo della storia vede il protagonista affermarsi come professionista della NFL con scene autentiche prese dalla vita reale di Michael Oher. Alla fine di questo percorso emerge l’importanza della famiglia, che va a segnare il cammino del protagonista. Un tragitto dove procedono parallelamente studio e sport, come ulteriore insegnamento di quanto questi due fattori rappresentino due facce della stessa medaglia.
Un’interpretazione da Oscar: una straordinaria Sandra Bullock
Corpo e carisma ad una madre combattiva. Questo quello che regala Sandra Bullock al suo personaggio, in grado di tener testa ad ogni ostacolo e a minacce interne ed esterne della scuola. Ha il compito di custodire con cura le promettenti capacità del giovane ragazzo, destinato a diventare una stella del football americano. In coppia con lo sconosciuto Quinton Aron, nei panni proprio di Michael, splende di luce propria e contribuisce a rinvigorire la storia, difendendo il giovane a spada tratta davanti a insegnanti severi e potenziali bulli.
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Solitamente relegata a ruoli poco incisivi e in commedie spensierate, la Bullock funge da motore centrale attorno alla quale si evolve la narrazione, e offre spunti interpretativi di grande impatto emozionale. Non viene seguito un canovaccio specifico, non c’è uno schema perfettamente impostato, ma conta la performance dell’attrice, che porta chi vede il film a fare il tifo per Michael e per il suo arco evolutivo tutto da definire. Una qualità non indifferente e da tenere in grande considerazione per la riuscita del film.
Il punto cieco e la metafora del film
Nel football americano il punto cieco è un lato da coprire quando ci sono azioni di lancio, all’interno delle quali bisogna effettuare i blocchi necessari per consentire l’avanzamento dei runningbacks e dei quarterbacks. Un concetto interessante da sviluppare, che si può applicare anche come metafora della vita. Si narra del rinascimento di un ragazzo che dopo anni di vita sbandata, dimenticato da tutti, in primis dalla madre, trova l’affetto di una famiglia che lo fa crescere e gli apre le porte della realizzazione di sé attraverso studio e sport. Quindi viene individuato il suo punto cieco e si interviene per cercare di colmare il vuoto che lo assale.
Michael è uno spirito protettivo ma vive nella sua testa la propria condizione di reietto: ha una dignità da difendere, come difende e protegge tutti coloro che gli vogliono bene. Ha un animo buono, che basta risvegliare con decisione per rialzarsi e, in seguito, trovarsi davanti un ragazzo totalmente cambiato, pronto a tutto. E questa è una caratteristica che lo aiuterà a trovare un posto nel mondo del football americano, dove lo spirito di squadra e di protezione dei compagni portatori di palla sono componenti essenziali. La chiave di volta in The Blind Side risiede nell’attraversare le tappe più importanti e decisive della crescita interiore di Michael attraverso gli occhi di Leigh. Un aspetto che va potenziando la regia di Hancock, affamata di espressioni sentite e gesti umani che esprimono solidarietà e sostegno emotivo.