The Last of Us, HBO continua a stupire: analisi del secondo episodio

Analisi del secondo episodio di The Last of Us, serie pubblicata da HBO sulla propria piattaforma streaming, che narra l'epopea di Joel ed Ellie

Enrico Romano
8 Min di lettura

SEGUICI SUI SOCIAL

The Last of Us è sulla bocca di tutti, al momento una delle serie di punta del panorama mondiale. Lo fa in modo chiaro, tale da far discutere sia gli appassionati di serie tv che di videogiochi, sia per le sue qualità che per le differenze tra l’originale videoludico e la nuova versione televisiva. La seconda puntata offre diversi spunti in proposito. Il secondo episodio, esattamente come il primo, inizia con una lunga intro completamente inedita rispetto al videogioco originale, ambientata a Jakarta un paio di giorni prima dell’apocalisse in cui Joel, Tommy e Sarah si trovano coinvolti.

Si tratta di un’aggiunta importante fatta da HBO, perché dà una visione globale della diffusione dell’infezione, della quale nel videogioco sappiamo molto poco, e un ritaglio di giornale ci informava che, probabilmente, aveva avuto origine in alcune piantagioni del Sud America. Sebbene l’infezione fungina derivi da coltivazioni infette che hanno prodotto cibo altrettanto infetto in entrambe le versioni, il cambio d’origine geografica del problema è scientificamente più accurato. Proprio come l’incipit del primo episodio di The Last of Us, anche questo non dà speranza alcuna allo spettatore, affermando che una volta che lo scenario dell’infezione è innescato, non c’è scampo.

The Last of Us, quello che c’è da sapere sul secondo episodio della serie HBO

Come dice la biologa specializzata l’unico tentativo che si può fare per arginare il tutto è bombardare la città (con lei compresa, beninteso) prima che il problema si diffonda. Chi è nel circondario, in un modo o nell’altro, è condannato. Come lo è, con tutta probabilità, il mondo intero. A differenza di altri scenari da apocalisse zombie, presenti in tanti altri film o serie tv, che lasciano un minimo di speranza nello spettatore, in The Last of Us non c’è spazio per una soluzione. Questo rende Ellie ancora più speciale agli occhi di Marlene e Tess e avrà un significato importantissimo nella psicologia di Joel, più avanti.

The Last of Us, Part 1 Remake
The Last of Us, Part 1 Remake

Nella parte centrale dell’episodio vediamo come i registi e supervisori Druckmann e Mazin hanno effettivamente intenzione di adattare il gameplay del videogioco sullo schermo. Meno combattimenti, ma molto significativi. Iconico l’accenno alle sezioni subacque di questo genere di giochi, con Ellie che afferma di non saper nuotare. Ma anche le assi spostate, il “ponte” di fortuna tra i due palazzi, il combattimento al contempo circospetto e poi frenetico contro i clicker, all’interno di scenografie perfettamente ricostruite rispetto alle originali. Nonostante una quantità minore di elementi, il tutto risulta funzionale all’azione su schermo, mantenendo una tensione che si taglia con il coltello e una costante sensazione di pericolo.

The Last of Us, dal finale della seconda puntata alle differenze dal videogioco

Anche la parte finale dell’episodio subisce qualche cambiamento, che gira intorno a Tess ma anche a come l’infezione si diffonde. Come già accennato, nel momento in cui Tess realizza di essere al capolinea, ma che Ellie potrebbe essere il miracolo che l’umanità non attende neanche più, la risoluzione nei suoi occhi cambia: per lei non è più merce ma è il simbolo stesso della speranza, ed esorta Joel a farsene carico.
Quel che accade dopo è diverso e, per certi versi, ancor più drammatico che nel videogioco, dopo lei rimane asserragliata per dar tempo agli altri due di sfuggire dalla milizia, perendo subito dopo in uno scontro a fuoco a cui Joel ed Ellie più o meno si sottraggono, per finire poi in un tunnel denso di spore infettive.

E qui, Joel si stupisce che la ragazza non abbia bisogno di una maschera antigas per filtrare l’aria, ulteriore prova del suo essere immune all’infezione. Nel serial questo non accade, perché (sebbene non venga negata l’eventuale presenza di spore) c’è un nuovo elemento in gioco, che qui viene esplicitato dalle parole di Mazin e Druckmann. Eccole qui riportate: Uno dei cambiamenti che io e Neil abbiamo sentito di dover realizzare è stato il modo in cui l’infezione si espande. Abbiamo fatto un sacco di ricerche in proposito, a seguire di tutte quelle già fatte all’epoca da Naughty Dog. Abbiamo fatto caso a una cosa detta micelio, filamenti creati dai funghi. Nel videogioco, l’infezione si diffonde tramite morsi e saliva, ma si diffonde anche attraverso l’aria attraverso le spore.

A ciò aggiungono anche che:Una cosa che funziona bene all’interno di un videogioco, ma nella realtà le spore si diffondono massivamente ed è difficile credere che rimangano solo in certi punti. Craig ha avuto questa idea che ho molto apprezzato di come i funghi lavorano, dato che a volte si tratta praticamente degli organismi più grandi che si possono trovare in una foresta. Si tratta di un singolo organismo che può comunicare a differenti parti di se stesso. Una cosa del tipo che se tocchi un viticcio qui, potresti risvegliare un’orda di infetti a un miglio di distanza, che ti verranno a cercare.

The Last of Us, le parole di Mazin e Druckmann sulle modifiche della serie HBO

Le parole dei registi fanno capire il motivo della scelta su ciò che riguarda il finale del secondo episodio di The Last of Us. Un infetto terminato da Joel, tramite i viticci, avvisa gli altri “compagni” della presenza dei nostri, facendoli accorrere in massa. Su questo si sono ancora soffermati Mazin e Druckmann: “I funghi possono comunicare chimicamente lungo distanze assurde. Sono organismi degni di nota e, in questo caso, anche terrificanti. Si tratta di uno di quei cambiamenti che abbiamo portato in atto dal videogioco alla serie, dove erano i militari a scoprire i nostri. Ma abbiamo pensato avrebbe avuto più senso e avrebbe avuto un impatto più drammatico e interessante così che come nel videogioco.

The Last of Us
The Last of Us

Nella serie di HBO in effetti Tess muore lanciando un accendino in una pozza di benzina, facendosi saltare insieme all’orda di infetti, non prima, però, che uno di questi la “baci” allungando i suoi miceli all’interno della bocca della riluttante ospite. Differenze a parte, resta che The Last of Us sta letteralmente facendo innamorare milioni di spettatori in tutto il mondo. HBO, sfruttando il successo del videogioco, si è accaparrata una serie dall’avvenire ancora più luminoso.

Condividi questo articolo