La partenza del capitano Belotti ha lasciato un vuoto sia nei tifosi che nello scacchiere dell’allenatore del Torino. Ivan Juric predilige giocare con una sola punta davanti, affiancato da due trequartisti, sfruttando possibilmente gli inserimenti dei centrocampisti. Un gioco dispendioso, con un pressing alto, asfissiante senza possesso palla, alla ricerca del recupero palla.
Una volta conquistata avviene lo scarico al centravanti che si trova con le spalle rivolte alla porta. Il cosiddetto centravanti di manovra. Non un bomber di razza, ma più tecnico e tattico. Un punto di riferimento, che in questa stagione è Antonio Sanabria.

Torino, le origini di Sanabria: dal Paraguay, alla Spagna
L’attaccante del Torino, Antonio Sanabria, detto Tonny, è nato in Paraguay il 4 marzo del 1996. Dopo i primi calci nel Cerro Porteno a 11 anni si è trasferisce insieme alla famiglia in Spagna, precisamente a Sitges. Qui in Catalogna viene iscritto alla scuola calcio della Blanca Subur CF. Come spesso succede viene notato dagli scouting del Barcellona, che anticipano il Real Madrid. All’età di 13 anni entra a far parte della cantera blaugrana, uno dei settori giovanili più importanti d’Europa.
La Cantera è il vivaio del Barcellona dove nascono i campioni del futuro. Basta citare Lionel Messi per capire l’importanza di questo progetto. Le capacità, il talento dell’ adolescente Tonny Sanabria sono evidenti. All’età di 16 anni viene inserito nella squadre delle riserve. In Secunda Division debutta nel mondo dei professionisti, neanche maggiorenne nel settembre 2013.Una prima parte di stagione impreziosita da 3 reti in 10 partite. Senza avere la possibilità di giocare nella LaLiga, in prima squadra, a gennaio si trasferisce.

Sanabria, troppe aspettative: viaggi continui italo-spagnoli
Considerato un baby prodigio, Sanabria sbarca in Italia. La Roma lo piazza a Sassuolo. Una stagione deludente con solo 2 presenze. La squadra giallorossa a fine stagione decide così di inserirlo in rosa. L’allenatore Rudi Garcia lo prende in considerazione solo per 2 spezzoni. Giovane età, inesperienza, troppe aspettative determinano il ritorno in Spagna. Finisce in prestito al Sporting Gijon.
In terra spagnola Tonny Sanabria ritrova fiducia, ma soprattutto la via della rete. A suon di doppiette e triplette raggiunge la doppia cifra. A fine stagione con 11 reti risulta il 20enne più prolifico nei principali campionati europei. Uno score che in passato nella LaLiga era riuscito a soli 9 giocatori. Una rosa ristretta di giovani talenti, fra cui spiccano i nomi di Messi, Raul, Augero, Morientes, Santillana.

Questa prolificità, anche in considerazione della giovane età lo porta dalle parti di Siviglia. La Roma sempre proprietaria del cartellino lo cede al Real Betis a titolo definitivo, ma si riserva il diritto di riacquisto. Una scelta per capire il vero potenziale. Sanabria si dimostra all’altezza tanto da guadagnare la fiducia totale del club andaluso. La doppia cifra risultato un lontano ricordo. Le 11 rete realizzate allo Sporting Gijon, ancora oggi rappresentano il top score del paraguaiano.
La consacrazione non arriva, ma le speranze rimangono immutate. A metà stagione del terzo anno andaluso viene di nuovo ceduto in prestito ad club italiano. È la volta del Genoa alla disperata ricerca del sostituto del bomber Krzysztof Piatek passato al Milan. Il nuovo impatto alla Serie A di Sanabria è sorprendente. Le negative esperienze, giustificate dalla giovane età, sembrano superate.

Sanabria, ritorno in Serie A con il botto: gol al debutto
Paraguaiano di nascita, Sanabria ha giocato sono in 2 campionati. In Spagna come promessa, in Italia come consacrazione. L’ennesimo ritorno in Serie A è devastante. Al primo pallone toccato va in rete. Subentrato a partita in corso, sigla di testa la rete del 3-1 del Genoa contro l’Empoli. Si ripete nel turno successivo contro il Sassuolo. Per poi concludere la serie nella partita vinta per 2-1 contro la Lazio.
Tre fiammate illudono il Grifone. Dopo questa ritrovata confidenza con la porta Sanabria si ferma, una conferma delle sue caratteristiche. Buon attaccante, poco prolifico, ma utile in fase di manovra. La stagione successiva sempre con maglia del Genoa il rendimento cala vistosamente come il resto della squadra. Finito a margini, lo rigenera l’arrivo di Davide Nicola. Salvezza a fine anno e prima doppietta in Serie A.
Il Genoa ringrazia per la permanenza nel massimo campionato, ma saluta sia il tecnico Nicola che Sanabria. Una esperienza comunque positiva nel percorso di crescita. La giovane età gioca sempre a suo favore. Margini di miglioramento ci sono. Talento e tecnica non mancano. Il ritorno alla casa madre del Real Betis dura solo mezza stagione. A gennaio del 2021 arriva la chiamata del Torino, che lo acquista a titolo definitivo.

Torino, chi ricorda non dimentica: Nicola sceglie Sanabria
Nel corso della propria carriera molti allenatori si affidano ai propri fedelissimi, o comunque funzionali al proprio gioco. Ed è quello che avviene nel Torino nella stagione 2020-21. Dopo la breve esperienza al Genoa, conclusasi con la salvezza, Davide Nicola sceglie l’attaccante paraguaiano per il medesimo obiettivo. La squadra granata dopo un inizio stentato è in piena lotta retrocessione. Il presidente Cairo decide di acquistare Sanabria su indicazione del tecnico, nell’intento di mantenere la categoria.
Con Nicola il Torino ritrova la fiducia e di conseguenza la salvezza. Il gruppo si compatta intorno al proprio tecnico. L’uomo delle salvezze impossibili si ripete sotto la Mole. Grande motivatore influenza anche la vena realizzativa dell’attaccante paraguayano. In occasione di un 2-2 contro la Juventus, Sanabria segna una doppietta storica. Dai tempi di Rizzitelli, 1995, che il Toro aspettava tale evento in un derby.

Torino, arriva Juric: Sanabria rimane tra alti e bassi
Le strade di Nicola e la squadra granata si dividono. Ottenuta la salvezza, il presidente del Torino, Urbano Cairo sceglie per il rilancio Ivan Juric. Il titolare, il punto di riferimento in attacco è il capitano Belotti. L’ortodosso metodo del tecnico croato prevede una sola punta. Gli spazi, il minutaggio di Sanabria cala drasticamente. Giusto l’infortunio del Gallo, lo riportano in campo. Il suo contribuito a fine stagione rispecchia gli standard atipici di un centravanti. Tra alti e bassi raggiunge 6 reti in 29 presenze.
La stagione in corso può rappresentare la svolta per la carriera di Sanabria. L’addio definitivo del capitano, dell’idolo dei tifosi, ha portato scenari sorprendenti. Juric in più occasioni ha ribadito che in attacco il punto di riferimento è proprio Tonny. Un centravanti di manovra, che stimolato dalla stima e dalle parole del tecnico lo sta ripagando. Attualmente sta disputando la migliore stagione in fase realizzativa.

Torino, Juric è convinto: Sanabria è un top
Sanabria e compagni stanno facendo un campionato in linea con gli obiettivi societari. In questo momento il Torino si trova al 11° posto con 37 punti insieme alla Fiorentina e il Bologna. L’Europa dista solo 4 punti ed è occupata dalla Juventus. Non è detto che il settimo posto possa garantire l’accesso alla Conference League. Tutto dipende dall’esito della Coppa Italia. Alla squadra di Juric va riconosciuto il merito di mostrare un bel calcio offensivo, fatto di corsa e inserimenti. L’unica nota stonata sono le reti realizzate.
Il Torino in questo momento occupa il 15° posto a reti fatte. Troppo poco per migliorare l’attuale classifica. Il capocannoniere della squadra è Sanabria, che con 7 reti ha già migliorato il precedente record personale. Juric più di una volta ha dichiarato che rappresenta il suo punto di riferimento. Oltre a finalizzare le azioni, riesce a far giocare bene la squadra. Classico centravanti di manovra, che vuole la palla nei piedi perché non possiede quella velocità tipica degli attaccanti che sfruttano la profondità.

Uno degli aspetti più interessanti di Juric è il carattere. Senza tanti giri di parole arriva subito al punto. Tutta la carta stampata apprezza questa inaspettata sincerità. Lo stesso metodo viene usato con i giocatori. Per spronare, motivare i propri ragazzi spesso usa metodi punitivi. Lo stesso ha fatto con Sanabria nel corso della stagione. Anche se, insieme a Pellegri sono gli unici attaccanti a disposizione, ha preferito schierare il falso nueve.
Le scelte drastiche di Juric, come quella subita da Radonjic in occasione del derby sembrano che abbiano avuto l’effetto sperato. Per un giocatore uscire dopo 15 minuti dopo che sei entrato non è mai piacevole. Ma il fatto di toccare le corde giuste a volte stimola il professionista. Per il tecnico del Torino, Sanabria è un top player, ma non è intoccabile. Di conseguenza per giocare titolari bisogna conquistarsi il posto.