Torino-Juventus, il derby della Mole: 5 match indimenticabili della stracittadina piemontese

Dalla “buca” di Maspero alla magia di Alex del Piero: la storia del derby della Mole raccontata attraverso cinque incontri indimenticabili

Lorenzo Bosca
12 Minuti di lettura

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C’è un weekend in quel di Torino, che ogni anno raccoglie l’attenzione di tutti gli appassionati di calcio della città. C’è un weekend in quel di Torino, che ogni anno sembra dividere il capoluogo in due fazioni distinte e che allontana (per novanta minuti), il rumore di fondo che si innalza dalle vie della metropoli. Quel weekend è il weekend del derby, l’incontro calcistico tra le due squadre più blasonate della città: il Torino e la Juventus. Il derby di Torino, noto anche come “derby della Mole” (in riferimento alla Mole Antonelliana), è una delle più importanti e storiche stracittadine in Italia e nel mondo. É la più antica partita calcistica disputata da due squadre provenienti dallo stesso centro abitato, nonché il primo incontro trasmesso in diretta radiofonica nel nostro Paese.

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Per tutto il corso del novecento, a coloro i quali il destino prescriveva di nascere a Torino (e di amare il gioco del calcio), quale squadra tifare non era una questione di scelta, ma una questione di classe sociale. La Juventus era infatti il club dei borghesi e dei pionieri industriali, così come il Torino rappresentava il proletariato urbano della città. Col tempo, il paesaggio umano e i valori in campo della stracittadina si sono modificati, inverti e mescolati. La stessa dicotomia borghesia-ceto medio è andata scemando, assumendo (specialmente negli ultimi quattro lustri) le sembianze di una sfida tra intenti e filosofie differenti. Il “vincere come unica cosa che conta”, contrapposto al “lottare contro tutto e tutti al di là del risultato”.

Questo sabato Torino e Juventus si affronteranno per il centoottantaduesimo derby della Mole e per l’occasione abbiamo deciso di raccontare la storia delle stracittadine attraverso cinque gare divenute leggenda.

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Torino-Juventus 2-1 (1907): la vendetta al Velodromo

Il primo derby della Mole si è giocato in un Velodromo. Un impianto sportivo atto quindi ad ospitare competizioni ciclistiche e che porta il nome di Umberto I (padre dell’allora Re d’Italia Vittorio Emanuele III). Sull’evento sportivo non si hanno grandi notizie. Quel che è noto è che i granata riescono nell’impresa di superare gli avversari per 2-1, in un clima già rovente a causa di alcuni dissidi tra le due società. Il neonato Torino Calcio (antesignano del Torino Fc) è infatti figlio dell’iniziativa di un imprenditore svizzero, un certo Alfred Dick, guarda caso un ex dirigente della Juventus. La leggenda narra che per vendetta qualcuno chiuse lo stesso Dick negli spogliatoi, costringendo l’elvetico ad intuire l’andamento della gara dai commenti del pubblico presente. Era l’inizio della rivalità, l’inizio della leggenda.

primo derby della Mole
primo derby della Mole

Torino-Juventus 3-2 (1983): 3 gol in 5 minuti

A detta di molti, nel secondo dopoguerra la stracittadina più incredibile della storia di Torino è quella del 27 marzo 1983. Sicuramente, quello andato in scena al Comunale, rimane il più piacevole dei ricordi (in tema derby) per tutta la sponda granata del Po. Anche quell’anno la Juventus è in corsa per lo Scudetto. A sei giornate dal termine del campionato, i punti da recuperare alla Roma in classifica sono solo 3. Vincere contro i “cugini” torinisti è quindi necessario per alimentare le speranze di tricolore. Le cose si mettono bene per la Vecchia Signora, avanti 2-0, con i gol di Michel Platini e Paolo Rossi. Ma si sa, il derby “è una partita a sé” e prima del novantesimo non è mai detta l’ultima parola. Nel giro di 180 secondi infatti cambia tutto. A ricordarlo è Renato Zaccarelli, in campo in quei cinque minuti a tinte granata, reminiscenza del quarto d’ora che rese leggenda il Grande Torino: “Dire 3 gol in 5 minuti non rende l’idea. Bisogna pensare: gol, palla a loro, la riprendiamo, gol, palla a loro, la riprendiamo, gol. Tutto in soli 5 minuti”. Dossena, Bonesso e Torrisi in ordine, ribaltano la partita in favore del Toro, estinguendo ogni auspicio bianconero di trionfo finale.

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Michel Platini: da calciatore a Re
Michel Platini

Juventus-Torino 3-3 (2001): la “buca” di Maspero

Di tutte le partite della ultracentenaria storia della stracittadina piemontese, quella del 14 ottobre 2001 è forse la più “pazza” ed inverosimile che sia mai andata in scena. Una gara funambolica, che prende il nome dall’episodio che ne sancì le sorti: la “buca” di Maspero. In poco più di venti minuti dal calcio d’inizio, la Vecchia Signora mette a segno ben 3 gol, mandando in estasi lo Stadio delle Alpi. Apre Del Piero, su assist di Pavel Nedved. Raddoppia Tudor dagli undici metri. E sul finire del primo tempo, è nuovamente il tandem Nedved-Del Piero a bucare la difesa granata, con Pinturicchio che capitalizza a porta sguarnita il filtrante confezionato dalla Furia Ceca. Per il Torino si fa davvero dura. Sotto di 3 reti ed inconsistenti sul terreno di gioco, gli undici di mister Camolese rientrano nello spogliatoio annichiliti dalla netta superiorità degli avversari. Con una certa dose di leggerezza potremmo affermare che “il resto è storia”.

I granata infatti rientrano in campo con un piglio diverso. Come nell’83 il Torino di gol ne realizza ben 3: uno di seguito all’altro. Protagonista Marco Ferrante, schierato nella ripresa da Camolese nonostante le antipatie dell’allora presidente Cimminelli. Sulle tribune c’è chi piange (vuoi per tristezza, vuoi per felicità) e chi preferisce abbandonare l’impianto sportivo. Quel che nessuno può credere è che quel derby ha ancora molto da raccontare.

A pochi secondi dal triplice fischio finale, il signor Borriello assegna infatti un calcio di rigore per la Juventus (il possibile 4-3). I granata, in toto, si riuniscono intorno al fischietto di Mantova, contestando la decisione presa. Protestano tutti gli undici del Toro, tutti tranne Riccardo Maspero. Approfittando della confusione in campo (anche Del Piero e compagni preferirono riunirsi intorno all’arbitro), il centrocampista di Lodi inizia a scavare con i tacchetti un avvallamento proprio nei pressi del dischetto del calcio di rigore. Detto fatto: quando il bianconero Salas calcia, l’avvallamento non può che deviare la traiettoria del pallone, lasciandolo scivolare al di là della traversa.

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Il gol di Maspero
Riccardo Maspero

Torino-Juventus 0-4 (2002): la magia di Alex Del Piero

A Torino, il 17 novembre 2002, non è una domenica come le altre: è la domenica nel derby. Una di quelle domeniche alle quali, come ricorda l’ex granata Aldo Agroppi: “Cominciavi a pensare quando eri sotto la doccia, alla fine della partita della domenica precedente”. Anche in quell’occasione sulla carta la Juventus parte come favorita. E (questa volta) la teoria si trasforma presto in realtà. La squadra allenata da Marcello Lippi d’altronde, è tra le meglio attrezzate d’Europa e si organizza con: Buffon in porta, seguito da Thuram, Ferrara, Montero e Birindelli in difesa, proseguendo poi con Camoranesi, Tacchinardi e Davids a centrocampo e infine Nedved, Del Piero e Di Vaio a guidare il reparto offensivo. I bianconeri, che non vogliono ripetere l’esperienza dell’anno precedente, “domano” il Torino dall’inizio fino al termine dell’incontro, realizzando 2 gol per tempo. Un 4-0 netto, che ammutolisce i 40’000 spettatori granata. Delle quattro marcature realizzate dalla Vecchia Signora, è però la prima (in ordine cronologico) ad essere passata alla storia come uno dei gol più belli del derby della Mole. Il protagonista è Alessandro “Alex” Del Piero, l’icona per antonomasia del popolo bianconero.

Pochi minuti dopo il fischio d’inizio, la Juventus conquista una punizione dal limite sinistro dell’area di rigore. Sul pallone si presenta Pavel Nedved, che cerca la conclusione. Il tiro della Furia Ceca non acquisisce potenza e sembra destinato a morire tra i guantoni del portiere Bucci. Sembra appunto, perché sulla traiettoria si inserisce Del Piero. Il numero 10 sbuca indomito tra un reticolato di maglie granata, deviando col tacco la punizione del compagno. Il tocco di Del Piero è minimo (quasi impercettibile), ma è quanto basta per sorprendere Bucci ed insaccare il pallone in porta. Ancora oggi l’acrobazia del Pinturicchio, rimane una delle “opere d’arte” più apprezzabili della carriera del classe ‘74. Un ricordo indelebile nella memoria di tutti i supporters bianconeri e delle pagine della storia della stracittadina piemontese.

Alessandro Del Piero, ex capitano della Juventus
Alessandro Del Piero, ex capitano della Juventus

Juventus-Torino 2-1 (2014): Pirlo all’ultimo respiro

Quello del novembre 2014 è un derby di rara bellezza, il terzo ad essersi disputato all’Allianz Stadium. La Juventus del neo tecnico Massimiliano Allegri, coltiva speranze di Scudetto, oltre che europee (quell’anno i bianconeri perderanno con il Barcellona in finale di Champions). Il Torino invece, arranca e lotta per non retrocedere. Come da pronostico la Vecchia Signora passa in vantaggio. Il gol lo realizza Arturo Vidal, ma il momentaneo vantaggio bianconero non impedisce a Tevez e compagni di continuare ad attaccare. Al ventiduesimo, un contrasto a limite dell’area di rigore dei granata coinvolge Paul Pogba e Bruno Peres, con quest’ultimo che vince lo scontro ed esce palla al piede. Il brasiliano fulmina Evra e Vidal, raggiungendo a grandi falcate la sponda avversaria. Dai sedici metri Peres lascia partire un diagonale verso il secondo palo della porta difesa da Buffon. Il pareggio è servito e lo Stadium è senza parole.

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Se dall’esamina dei derby più blasonati abbiamo imparato qualcosa è che la realtà (a volte) può superare la fantasia. All’ultimo secondo dell’ultimo minuto di recupero, Bonucci recupera il pallone dai piedi di un distratto Marco Benassi. La sfera finisce ad Andrea Pirlo. Il numero 21 non ci pensa due volte e sferra un destro di rara fattura, che si insacca a fil di palo. Anche quell’anno la Mole è ancora bianconera e Allegri può rientrare negli spogliatoi mentre i suoi esultano ancora.

Pirlo, Juventus
Pirlo, Juventus
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