Dopo un rocambolesco 3-3 della gara d’andata degli ottavi di finale di Europa League, è arrivata la clamorosa disfatta in terra belga dell’Union Berlino, battuto 3-0 dalla Royale Union Saint-Gilloise in occasione del match del Lotto Park di Anderlecht che ha regalato una storica qualificazione ai quarti di finale agli uomini di Karel Geraerts.

Se da una parte, la squadra belga della Royale Union Saint-Gilloise può sorridere per quello che è, difatti, il miglior traguardo a livello europeo mai raggiunto nella propria storia, dall’altra l’Union Berlino ha il rammarico di aver dilapidato una chance ghiotta di centrale la qualificazione ai quarti di finale e procedere verso il sogno europeo di un titolo, mai conquistato nella storia dei club appartenenti alla capitale della Germania: Berlino.
Union Berlino, Royale Union Saint-Gilloise è la tua femme fatale
Il match di andata contro la squadra rivelazione belga è terminato 3-3 nella splendida cornice dello Stadion An der Alten Forsterei, con il gol in extremis di Sven Michel siglato all’89’ che ha impedito la sconfitta alla squadra di casa. Con il match di ritorno al Lotto Park di Anderlecht, la gara tra Royale Union Saint-Gilloise e Union Berlino era aperta ad ogni tipo di risultato, ma il gol segnato in apertura al 18′ da T. Teuma ha sin da subito spezzato il ritmo dell’Eisern Union.

La squadra tedesca, infatti, non è mai riuscita ad entrare effettivamente in partita come dimostrato dalla pioggia di cartellini sventolati dal signor J. M. Sanchez a partire dalla marcatura della Royale Union Saint-Gilloise. Con l’inizio della ripresa le cose non sono migliorate affatto, anzi, sono crollate verso il baratro tanto che J. Lazare Amani ha raddoppiato per i padroni di casa. Il nervosismo dell’Union Berlino ha poi portato all’espulsione di J. Harberer, che ha lasciato spazio al 3-0 finale segnato da L. Lapoussin al 94′.
Union Berlino, infranto il sogno di 3,7 milioni di tedeschi
La storia dell’Union Berlino si può considerare, difatti, una delle ultime favole del calcio moderno. Partiti dalla quinta serie nel lontano 1906, la storia dell’Eisern Union è stata molto travagliata nel corso degli ultimi decenni, ritrovandosi più volte sull’orlo del baratro del fallimento. Arrivati per la prima volta in Bundesliga in occasione della stagione 2019-2020, ci sono voluti appena tre anni, per vedere l’exploit di una squadra arrivata a giocarsi la qualificazione in Uefa Europa League.

Dopo aver centrato la qualificazione ai sedicesimi di finale di Europa League ai danni dello Sporting Braga in occasione dei gironi, l’Union Berlino ha battuto nel doppio confronto con un risultato on aggregate di 3-1 l’Ajax, squadra retrocessa dai gironi di Champions League, estromettendola dalla competizione e guadagnando il passaggio del turno agli ottavi di finale contro la Royale Union Saint-Gilloise, squadra già affrontata proprio in occasione dei gironi contro cui aveva perso il match casalingo.
Sebbene alla vigilia del doppio confronto con la squadra belga della Royale Union Saint-Gilloise pendesse in favore dell’Union Berlino, gli uomini di Karel Geraerts hanno dimostrato di saper essere una squadra molto organizzata, in grado di giocare a calcio e con alcuni giocatori davvero interessanti, che fanno, l’Union 60 (soprannome tributato alla squadra gialloblu in virtù della striscia di vittorie [60] più lunga della storia) l’ennesima sorpresa del calcio belga.

Analizzando, dunque, il doppio confronto tra l’Union Berlino e la Royale Union Saint-Gilloise, sebbene quest’ultima abbia dimostrato di meritare la qualificazione tra le migliori 8 squadre di tutta Europa, è pur vero che i tedeschi debbano fare mea culpa per la ghiotta chance sprecata di procedere all’interno della manifestazione e di continuare il sogno verso il primo titolo europeo.
Non sembrerebbe essere giusto affermare che il 6-3 on aggregate con cui la Royale Union Saint-Gilloise ha battuto l’Union Berlino fosse un risultato pronosticabile visto il mediocre momento di forma della squadra della capitale tedesca. Tuttavia, è pur vero che gli uomini di Urs Fischer dopo aver condiviso il primato in Bundesliga con Bayern Monaco e Borussia Dortmund per una settimana si siano ridimensionati rimediando un pareggio contro lo Schalke 04, fanalino di coda del campionato, la sconfitta contro i bavaresi, e ulteriori due pareggi contro Colonia e Wolfsburg.

Analizzando il rendimento dell’Union Berlino negli ultimi cinque match, infatti, è possibile notare come, considerando tutte le competizioni ufficiali, l’Eisern Union non abbia vinto alcuna gara, rimediando tre pareggi e due sconfitte, con l’ultimo trionfo risalente alla gara di ritorno contro l’Ajax nei sedicesimi di finale di Uefa Europa League.
Union Berlino, continua il record negativo per la capitale tedesca
Oltre ai meriti sportivi del club, l’Union Berlino aveva su di sé le aspettative di tutti i 3,7 milioni di tifosi della capitale tedesca, con gli stessi tifosi dell’Hertha Berlino pronti a stringere l’occhio ai propri rivali di sempre. La storia calcistica legata alla città di Berlino è, infatti, piuttosto assurda. Pensare, infatti, che la capitale tedesca, che conta 3,7 milioni di abitanti, non abbia mai vinto un titolo europeo lascia spiazzati i più. È come se Madrid, con 3,2 milioni di persone, non avesse mai vinto un titolo europeo, con Real Madrid e Atletico Madrid depredate dei loro trofei.

Berlino è, infatti, al primo posto di questa particolare classifica e ha riposto le proprie speranze nell’Union Berlino per ribaltare la storia della propria città e conquistare un titolo europeo, ma anche questa volta non è stato possibile con la Royale Union Saint-Gilloise a frapporsi nell’obiettivo. La squadra di Urs Fischer è adesso attesa dalla gara interna di Bundesliga contro l’Eintracht Francoforte, eliminata agli ottavi di Champions League dal Napoli, per mantenere saldo il 4° posto, considerando Lipsia e Friburgo a pari punti, e sperare in maggiore fortuna europea in vista della prossima stagione .
Da Berlino a Budapest, dall’Union Berlino al Ferencvaros: le città europee più popolose senza titoli europei
Al 6° posto di questa speciale classifica che posizione le maggiori, nonché più popolose, città europee sulla base dei titoli europei vinti c’è la capitale ungherese Budapest (1,7 milioni di persone). Le due maggiori forze della città sono l’Honved e il Ferencvaros, eliminato agli ottavi di finale contro il Bayer Leverkusen, che non hanno mai vinto un titolo europeo UEFA, ma, almeno, si sono aggiudicati alcuni trofei che ne sono stati predecessori come la Mitropa Cup e la Coppa delle Fiere.

Al 5° posto c’è Varsavia (1,9 milioni di persone), capitale della Polonia, con il Legia Varsavia che raggiunse la semifinale di Uefa Champions League in occasione della stagione 1969-1970 prima di essere eliminato nel doppio confronto contro il Feyenoord, qualificato ai quarti di finale contro lo Shakhtar Donetsk in questa edizione di Europa League.
Al 4° posto c’è la capitale austriaca Vienna (2 milioni di persone) che ha visto sia il Rapid Vienna sia l’Austria Vienna raggiungere la finale della Coppa delle Coppe, persa rispettivamente contro PSG e Anderlecht, squadra belga qualificata ai danni del Villarreal ai quarti di finale della corrente edizione di Conference League.
Al 3° posto e al gradino più basso del podio c’è la capitale della Bielorussia Minsk (2 milioni di persone), con la Dinamo Minsk che negli anni ’80 raggiunse i quarti di finale delle tre competizioni UEFA salvo poi arrestare il proprio cammino.
Al 2° posto e, quindi, a un passo dal gradino più alto del podio, c’è la capitale dell’Azerbaijan Baku (2,3 milioni di persone) con il Qarabag, eliminato dal Gent nel doppio confronto dei sedicesimi di Conference League, che ne è il club più rappresentativo e che nonostante le sue continue apparizioni in Europa League non è mai riuscito a spingersi oltre nella competizione potendo ambire al titolo.

Al 1° posto di questa speciale classifica c’è, per l’appunto, Berlino (3,7 milioni di persone) con le due squadre, Hertha Berlino e Union Berlino, che non hanno mai conquistato alcun trofeo europeo di spessore. Sembra assurdo come città europee popolose come queste non abbiano vinto alcun titolo UEFA in 70 anni dall’esistenza delle varie competizioni.