Dopo la salvezza conquistata lo scorso anno nello spareggio di Reggio Emilia contro lo Spezia, il Verona ha compiuto un nuovo miracolo ed ha guadagnato con merito la permanenza in Serie A. Gli scaligeri hanno chiuso il campionato addirittura al 13° posto in classifica, con l’aritmetica salvezza arrivata nella penultima giornata di campionato grazie al successo per 2-1 sulla Salernitana.
Un capolavoro quello compiuto da Marco Baroni, il secondo dopo quello con il Lecce dello scorso anno. Alla fine del girone d’andata i gialloblù sembravano spacciati, ma sono riusciti nuovamente a centrare una salvezza che appariva impossibile a metà del viaggio. Andiamo vedere i protagonisti che hanno reso possibile questa impresa.
I Top del Verona
Innanzitutto, gran parte del merito della salvezza della squadra va data al direttore sportivo Sean Sogliano, che nel mercato del gennaio – storicamente adibito per rinforzarsi – per necessità economiche è stato costretto a smontare l’intera squadra dalla testa ai piedi: via Djuric, Hien, Ngonge, Terracciano, Faraoni, Hongla e Doig.
La società del presidente Setti ha venduto calciatori per un ammontare di quasi 50 milioni di euro sul calciomercato. Di questi 50 milioni, appena 7 sono stati reinvestiti sul mercato in entrata: poco meno di tre milioni di euro per Noslin, 2 milioni per Dani Silva, un milione complessivo per Tavsan e Belahyane, 1,3 milioni per Mitrovic, mentre Vinagre, Swirdewski e Centonze sono arrivati a titolo temporaneo.
Con un evidente depotenziamento della rosa e un budget fortemente limitato, Sogliano è riuscito a pescare delle vere e proprie gemme dal mercato invernale, che si sono rivelate fondamentali per la salvezza.
Noslin: la scoperta del campionato
Il giocatore rivelazione della seconda metà di stagione è sicuramente Tijjani Noslin, l’uomo in più del Verona per la salvezza. Arrivato in punta di piedi dal Fortuna Sittard, club dell’Eredivisie, per raccogliere la pesante eredità di Ngonge, l’impatto dell’attaccante olandese con il nostro campionato è stato devastante.
In 17 presenze in Serie A, Noslin ha realizzato ben 5 gol e 4 assist, nessuno tra i nuovi acquisti di gennaio si avvicina ai suoi numeri. La particolarità è che tutte le reti siglate sono arrivate contro squadre delle prime otto della classifica: una alla Juventus, una al Milan, una all’Atalanta, una alla Fiorentina e una all’Inter. Con Atalanta, Fiorentina e Inter ha servito anche un passaggio vincente per i compagni.
In grado di svariare su tutto il fronte offensivo, Noslin è formidabile nell’uno contro uno e dotato di spiccate capacità realizzative. Abbina una discreta tecnica di base a una buona velocità, caratteristiche che fanno gola a molti club di Serie A, la Lazio su tutte. Il talento dell’olandese è stato fondamentale per centrare l’obiettivo.
Folorunsho: il motore della squadra
Il miglior giocatore della stagione del Verona è sicuramente Michael Folorunsho, una delle scoperte più belle del campionato. Il centrocampista classe 1998 aveva messo in mostra le qualità al Bari in Serie B lo scorso anno, ma in questa annata si è consacrato nella massima serie italiana, tanto da guadagnare la pre-convocazione per il raduno di Coverciano della Nazionale verso Euro 2024.
Il centrocampista di proprietà del Napoli è stato il leader tecnico ed emotivo della squadra, fondamentale sia in zona offensiva – 5 gol realizzati, tra cui un capolavoro al volo alla Juventus – che in fase di non possesso palla, sfruttando la sua potenza fisica (221 duelli vinti, il quarto miglior dato del campionato).
Oltre a schierarlo in diverse zone del centrocampo, Baroni ha sfruttato le doti da incursore di Folorunsho, impiegandolo sulla trequarti e a ridosso della punta. L’ex Bari si è trasformato in un calciatore versatile, in grado di abbinare intensità fisica, spirito di sacrificio e doti di inserimento. Il classe ’98 deve ancora migliorare in fase di costruzione, ma il prossimo può entrare stabilmente nelle rotazioni del Napoli.
Baroni: l’artefice del capolavoro
Alla fine del girone d’andata, il Verona era terzultimo in classifica con 17 punti. A gennaio, con una squadra completamente rivoluzionata e una difficile situazione societaria, in molti avrebbero alzato bandiera bianca e la strada sembrava ormai segnata. Baroni è stato il regista di una salvezza che sembrava un miraggio.
In poco tempo il tecnico è riuscito a creare una nuova alchimia di gioco, abbandonando la difesa a 3 per uno schieramento a 4. La chiave è stata infondere calma e serenità alla squadra, attraverso una chiara idea di gioco: chiudersi e ripartire. Il Verona è seconda per passaggi lunghi e penultima per passaggi riusciti, ma seconda per recuperi e prima per contrasti vinti. La ricetta per la salvezza è stata l’unione di pressione, ferocia nei duelli e dominio sulle seconde palle.
Nel girone di ritorno la squadra – la meno preziosa della Serie A – ha superato i propri limiti, recuperando due reti in trasferta all’Atalanta, passando due volte in vantaggio con la Juventus e vincendo gli scontri diretti con Empoli, Sassuolo, Lecce e Udinese. Baroni ha deciso di chiudere la sua esperienza con i gialloblù, ma quest’impresa rimarrà sempre impressa nelle menti dei tifosi.
Flop: la gestione societaria
Premessa: nessun calciatore del Verona merita un posto nei flop. Ogni membro della rosa – anche in piccola parte – è riuscito a dare un contributo fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo, in un contesto che sicuramente non è stato dei migliori.
Le difficoltà del club
Infatti, a dicembre il presidente Setti veniva indagato per sponsorizzazioni ottenute mediante false fatture, poi il 20 dello stesso mese la Guardia di Finanza di Bologna sequestrava il 100% delle azioni del club, poi restituite ad aprile.
A questo, si deve aggiungere la difficile la situazione economico-finanziaria affrontata: secondo i dati pubblicati da Calcio e Finanza, al 30 giugno 2023 il club scaligero ha chiuso il proprio bilancio con un rosso pari a 11,7 milioni di euro, con i costi legati ai salari passati da 38,8 milioni a ben 54 milioni. A peggiore il quadro era la situazione debitoria, salita a 148,1 milioni di euro, con un indebitamente finanziario netto pari a -65,5 milioni di euro.
La questione ha reso inevitabile la cessione dei migliori calciatori della rosa a gennaio per cercare di sistemare i conti. Con duro lavoro e spirito di sacrificio, Baroni è riuscito a valorizzare i giocatori rimasti in rosa, portando a termine il capolavoro. La prossima stagione il Verona ripartirà con una nuova gestione tecnica, ma le basi per ripartire con il piede giusto ci sono tutte.