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2 aprile 1998: una data tutt’altro che banale per gli inguaribili nostalgici, soprattutto considerando il pessimo momento storico che sta contraddistinguendo il sistema calcio del Belpaese. Stadio Romeo Menti, pubblico delle grandi occasioni per la notte delle stelle europee firmate UEFA. Semifinale di andata della mitica Coppa delle Coppe, competizione che in particolar modo negli anni ’90 ha catturato l’attenzione degli appassionati grazie a risultati sicuramente sorprendenti. Da una parte il Vicenza di Francesco Guidolin, dall’altra il Chelsea degli italiani Di Matteo, Zola e Vialli.
Clima incandescente, supporters letteralmente in estasi per quella che probabilmente rientra tra le partite più importanti della storia del club biancorosso. Lancio lungo del centrocampista Viviani, incredibili aggancio del bomber Zauli e splendido sinistro che non lasciò scampo a de Goy, estremo difensore dei Blues. Vittoria memorabile, ancora impressa nella mente della tifoseria. In occasione dell’anniversario di tale straordinaria impresa, Arturo Di Napoli, attaccante che in quel periodo vestiva proprio la maglia del Vicenza, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni.
La carriera di Re Artù: il bomber da 187 goal
Cresciuto nelle giovanili dell’Inter, Arturo Di Napoli ha debuttato tra i professionisti nella stagione 1993-94 con l’Acireale, realizzando anche il suo primo goal in carriera nel campionato d’esordio. Dopo un solo anno al Gualdo, il biennio partenopeo in Serie A, ottimo approccio con la massima categoria. Salutata la città del Vesuvio, il ritorno all’Inter ed il quasi imminente passaggio al Vicenza, realtà con la quale il classe 1974 si è reso protagonista di un’impresa formidabile in Coppa delle Coppe. Sei reti in venticinque presenze prima della firma sul contratto proposto dall’Empoli, esperienza che ha preceduto l’approdo di Re Artù a Piacenza e Venezia.
Trenta presenze a Palermo nel 2002, poi ben quarantatré reti con la maglia del Messina. La doppia parentesi giallorossa è stata parzialmente interrotta da un’altrettanto notevole avventura a Salerno. Prima di intraprendere la carriera da allenatore, inoltre, Di Napoli ha collezionato cinquantacinque apparizioni complessive tra Unione Venezia e Caronnese. Centottantasette reti in carriera, un vero e proprio bomber che ha incantato diverse piazze in giro per lo Stivale.
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Di Napoli: “Con il Chelsea grande atmosfera, oggi c’è un problema nei vivai”
Vicenza-Chelsea rientra sicuramente tra le partite più importanti della storia del club biancorosso. Ci racconta il clima che ha contraddistinto quella serata e cosa è mancato per completare l’impresa nella doppia sfida?
“Aver affrontato il Chelsea è un motivo d’orgoglio sia per la città di Vicenza che per noi calciatori, giocare le competizioni europee provoca stimoli particolari. C’era un’atmosfera fantastica, resta l’amaro in bocca per il risultato della gara di ritorno. Tuttavia, la loro rosa era composta da calciatori di altissimo livello, come ad esempio Luca Vialli e Gianfranco Zola“.
Anche il calcio inglese era differente, ma l’organico del Chelsea vantava sicuramente nomi di qualità. Squadre come il Vicenza, però, riuscivano comunque a dare filo da torcere in Europa. Oggi, invece, quanto è aumentato il gap con gli altri campionati?
“Più che aumentato penso che noi siamo rimasti indietro a quegli anni. In quel Vicenza, fatta eccezione per alcuni compagni, eravamo tutti prettamente italiani. C’era molta più scelta anche in ottica Nazionale, senza offesa per coloro che oggi vestono la maglia dell’Italia. Non penso sia una pazzia dire che i vari Totti, Del Piero ed Inzaghi avevano più qualità. Il 70% dei giovani dei vivai sono stranieri, alla lunga andremo a pagare tale fattore. Apprezzo tantissimo Joao Pedro, ma se esordisce alla sua età vuol dire che di fondo abbiamo qualche problema. Il nostro calcio sta andando in declino, spero che i vertici alti riescano ad agire. Non abbiamo coraggio nei nostri giovani, io giro tanto e posso certificare che ce ne sono tanti in particolar modo nelle serie minori“.
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Di Napoli: “Bisogna puntare sui giovani”
La domanda sorge spontanea: come dovrebbe ripartire la Nazionale?
“Abbiamo molto tempo a disposizione, dopo le tempeste c’è sempre il sereno. Mi immedesimo nei ragazzi e nel commissario tecnico, c’è tanta delusione. I primi a soffrire per questo verdetto sono loro, ora dobbiamo avere coraggio nel puntare sui giovani. Servirebbero delle regole, bisogna trovare delle risorse nei vivai. Giocatori come Verratti sono esplosi in campionati esteri, si tratta di un errore che continueremo a fare. Agli Europei avevamo acquistato un certo senso d’appartenenza, c’è necessità di ritrovarlo. In Serie A le rose sono composte per la maggioranza da stranieri, i risultati della Nazionale sono una logica conseguenza“.
In una vecchia intervista, Maurizio Sarri confessò che alcuni calciatori del Napoli avevano scelto il progetto soltanto per il campionato. Oggi, infatti, molte squadre preferiscono abbandonare le competizioni europee per concentrarsi sul percorso in Serie A. Come giudica questo tipo di comportamento?
“Dipende molto dalla squadra, non è un discorso da fare per tutti. Confrontarsi con altri paesi è un fattore che determina una certa crescita. All’estero la mentalità è differente, in Spagna giocano i diciannovenni. Le coppe europee confrontano le nostre idee con quelle diverse, motivo per il quale non sono d’accordo con questo tipo di ragionamento“.
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Di Napoli: “La Roma è in crescita, il Sassuolo ricorda il mio Vicenza”
La Coppa delle Coppe è tornata in nuove vesti, vale a dire quelle della Conference League. La Roma è ancora in corsa per la vittoria del titolo, cosa si aspetta dalla squadra di Mourinho in questa competizione?
“Roma è una piazza molto complicata, credo che Mourinho abbia avuto delle difficoltà iniziali. Ha saputo gestire bene le polemiche nei momenti difficili, lui ha avuto il coraggio di cambiare sistema di gioco. Stanno trovando consapevolezza col passare delle settimane, adesso hanno una determinata identità“.
In conclusione, considerando lavori di tecnici come Italiano o Dionisi, possiamo aspettarci una nuova favola in stile Vicenza?
“Assolutamente, credo che il Sassuolo sia già una realtà consolidata ed in futuro potrebbe rivivere le sorti che abbiamo vissuto noi a Vicenza. I neroverdi somigliano alla squadra dei miei tempi, hanno una programmazione molto rigida. La società punta sui giovani per poi valorizzarli, si tratta di una filosofia che mi piace. Inoltre, trovano tutti allenatori che cercano di ottenere risultati attraverso il gioco ed è un buon segnale per il futuro“.