- Continua a leggere sotto -
Si infiamma il mercato della Serie A, e della Juventus in particolare. Il nome di Nicolò Zaniolo prende sempre più quota. Massimiliano Allegri studia la nuova soluzione per il 2022/23. Se la trattativa si concretizzasse, sarà chiamato a cercare di sublimare tutto il potenziale di un giocatore particolare, ma di certo fuori dall’ordinario. Sembra essere dotato di tutto, eppure lascia quella sensazione di avere talmente tanto dentro di sé che rischia di implodere.

Potenza fuori controllo
La potenza non consiste nel colpire forte o spesso, ma nel colpire giusto”
Honoré de Balzac
Zaniolo è tornato dopo i lunghi calvari che lo hanno tenuto fuori dai campi, e ci ha lasciati le stesse impressioni di lui che avevamo prima. È stato come aver ripreso in mano un libro riposto sullo scaffale per un pò e ripartire dalla stessa pagina. Questo ha dei risvolti sia positivi che negativi. Sicuramente i suoi infortuni al ginocchio ne hanno diminuito il raggio d’azione, ma non lo hanno privato del suo atletismo. Quando parte è ancora molto difficile riuscire ad arginarlo. La sensazione che restituisce a volte è quella di far sembrare i difensori degli uomini che cercano di fermare uno tsunami con le mani. D’altro canto, questo stop non ci ha restituito un calciatore cerebralmente e tatticamente cresciuto nella comprensione del gioco. Zaniolo era e rimane uno straordinario solista.
Grazie a Stats Bomb possiamo metterlo a confronto con le altre ali dei top5 campionati europei, e scopriamo che è tra quelli che tentano meno passaggi. È invece tra i migliori 10 per passaggi filtranti, ma anche tra quelli che si fanno intercettare di più. Se aggiungiamo questi dati a quelli sui tiri, dove è tra quelli che ne tentano di più tra i pari ruolo, capiamo bene che per lui esiste solo la porta. È la sua stella polare. Peccato però che la veda poco. Infatti, per potersi permettere un calciatore così gol-centrico, c’è bisogno di lavorare sulla sua concretezza. Ha un rapporto tra gol e tiri di -0.13 x 90 minuti, uno dei peggiori in Europa. Sembra questo il focus più importante su cui migliorare, perché quello della rete è un istinto che lui ha, ma che va affinato. Riuscire a mettere controllo a questa nevrile, e quasi fanciullesca, voglia di gol, significa proiettarsi verso l’élite, e staccarsi dalla mediocrità.
- Continua a leggere sotto -
Palla al piede contro tutti
Se non gli piace passare molto passare il pallone, sicuramente ha gioia nel portarlo. Un animale da non dover ingabbiare e lasciar correre. Quando Zaniolo parte palla al piede il campo si inclina. Chi lo contrasta finisce sempre in due modi: o gli sbatte inutilmente addosso, o riesce a fermarlo con un fallo. Ne subisce ben 3.15 a partita, ponendosi tra le 5 ali che ne racimola di più. Anche perché quando non è possibile arrestarlo finisce per creare molti pericoli agli avversari. Con i suoi 4.93 dribbling tentati, completati con una percentuale migliorabile (47.2%), riesce a generare ben 0.5 tiri ogni 90 minuti.
Questo lo pone tra i migliori 10 giocatori in Europa per produzione attraverso l’1vs1. L’altra faccia della medaglia è sempre quella della concretezza. Perché questa mole di occasioni non viene trasformata spesso in gol. Le sue corse sono sempre più concentrate nella trequarti offensiva e in area, dove è tra gli esterni offensivi che fa più tocchi. Per le sue falcate il possibile nuovo giocatore della Juventus ha bisogno di spazio, e per questo trova la sua comfort zone più sull’esterno, e soprattutto in campo largo. Manca qualità nello stretto nella realizzazione della giocata, in particolare nel vederla. Troppo spesso la sua testa è bassa. Alzarla di più significa allo stesso tempo alzare il suo livello.

Un purosangue per Allegri
Da grande appassionato di cavalli, tocca ad Allegri, che sembra stimarlo da tempo, riuscire a gestire questo purosangue. La sua Juventus sembra delinearsi sempre più verso un 4-3-3. In questo senso, è sicuramente largo a destra che può sfogare la sua esuberanza atletica. Avendo perso Morata, che nella seconda parte di stagione è stato la spalla di Vlahovic partendo da sinistra, non è escluso che la volontà dei bianconeri nel puntare sul romanista sia figlia nel voler cercare un profilo che possa sposarsi con il serbo per farlo sentire meno solo. Nella stagione appena conclusa, abbiamo visto una Juve spesso bassa e devastante in transizione. Non può essere un caso che quando anche Mourinho ha deciso di fare lo stesso per la sua Roma nel finale di stagione, sia cresciuto anche il rendimento di Zaniolo.
Ha potuto dividersi con Abraham i grandi spazi lasciati, e ha saputo fare male. Se la Juventus puntasse a costruire un contesto simile, l’azzurro si troverebbe nelle sue condizioni ideali per le sue inarrestabili galoppate. Il problema potrebbe giungere se si trovasse a dividere il tridente offensivo con Chiesa sul lato opposto, essendo due calciatori molto simili. Di certo quest’ultimo è molto più predisposto alla fase di non possesso, ma potrebbe trovarsi in difficoltà con due profili così simili, specie con difese chiuse. Sicuramente due frecce così non le avrebbe nessuno. La sensazione però è quella che con Di Maria sulla sinistra l’attacco sia meglio amalgamato. Si potrebbe poi sfruttare anche molto di più la capacità del 22 giallorosso di stuprare i terzini avversari sulle palle alte. In questo, un piede mancino come quello del Fideo farebbe le fortune sia sue che di Vlahovic stesso. Se la trattativa andasse in porto, Allegri dovrà essere bravo a dosare tra il voler completare il ragazzo nei suoi difetti, e il sublimare ancora di più i suoi istinti e le sue qualità cercando di renderlo più concreto. Sta tutta qui la differenza. Il bivio di Zaniolo tra l’essere uno dei migliori al mondo, o uno (stra)ordinario giocatore incompiuto. Sul filo costante tra l’esplosione e l’implosione. Sta a lui prendere la strada giusta.