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“Genio e sregolatezza” è un’espressione che viene accostata spesso al mondo artistico. Qui facciamo un’eccezione, di sicuro non banale. Questa espressione può essere accostata alla figura di Zinedine Zidane, un calciatore fantastico che si è fatto spazio tra i più grandi di sempre. Una carriera ricca di successi, sia a livello individuale che con la nazionale ed i vari club, spesso però macchiata da episodi brutti che con il mondo del calcio c’entrano ben poco. Ne sappiamo qualcosa noi tifosi azzurri, che parlando di Zizou ricordiamo subito di quella famosa testata nel Mondiale del 2006. Sarebbe riduttivo. Ciò che il talento francese ha lasciato, a tutte le generazioni, sul campo da calcio, sia da giocatore che da allenatore, merita di essere raccontato.
Dal club di quartiere fino all’esordio con il Cannes
Zinedine Zidane nasce il 23 giugno 1972 a Marsiglia da una famiglia berbera. Il padre, Smaïl Zidane, decise per esigenze lavorative di trasferirsi in Francia. Qui conobbe la futura moglie, Malika, con la quale decise di mettere su famiglia proprio a Marsiglia. Il piccolo Zizou qui vi cresce ed inizia ad avvicinarsi al mondo del pallone. Sin da subito tutte le squadre di quartiere si interessano a lui il quale dimostra, pur essendo bambino, di essere un vero e proprio talento.
A soli 9 anni entra a far parte dell’AS Foresta 11, per poi negli anni successivi spostarsi al Saint-Henri prima e al Septèmes-les-Vallons poi. Successivamente entra nelle giovanili del Marsiglia nel quale si mette in mostra, attirando così l’attenzione di Jean Varraud. Ai tempi egli era l’osservatore del Cannes, vedendo giocare Zinedine non perse tempo e colse la palla al balzo mettendolo sotto contratto.
L’esordio in prima squadra arriva a soli 16 anni, nel match contro il Nantes terminato per 1-1. Proprio contro i canarini arriva il primo goal tra i professionisti, nella vittoria per 2-1, nel febbraio del 1991. Zidane cresce e si fa sempre più spazio in prima squadra, trascinando il Cannes fino alla qualificazione in Coppa Uefa. Il suo estro fa impazzire tutti i dirigenti dei migliori club francesi e nell’annata 1992/1993, complice la retrocessione dei biancorossi, Zinedine cambia squadra. Con il Cannes in quattro stagioni colleziona 72 presenze condite da 6 goal, ma soprattutto minuti ed esperienza importanti per esprimersi al meglio.
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L’arrivo al Bordeaux ed il soprannome “Zizou”
Il Bordeaux compra il talento francese per 460 mila euro, il suo arrivo è facilitato dall’allenatore Rolland Courbis. Quest’ultimo, nativo di Marsiglia, diede il soprannome “Zizou” al classe ’72. Dopo la prima stagione sono 10 i goal realizzati in 25 presenze, dimostrando essere il miglior giocatore della squadra. Negli anni trascorsi con i biancoblu si rende protagonista di ottime prestazioni in campo. Ma non solo, molti tifosi si ricordano infatti del primo dei tanti casi di nervosismo che vide coinvolto Zizou. Nel settembre del ’93 venne espulso dopo aver rifilato un pugno a Marcel Desailly, in un match contro il Marsiglia. Nonostante ciò si dimostra essere uno dei capisaldi della squadra.
La sua consacrazione arriva nel match di ritorno dei quarti di finale di Coppa Uefa, nella stagione 1995/1996, contro il Milan. Forti del 2-0 dell’andata i rossoneri si fecero rimontare per via della prestazione sontuosa di Zidane. Due gli assist serviti per il 3-0 finale. Il Bordeaux raggiungerà poi la finale, persa a causa del Bayern Monaco. La sconfitta è pesante, ma Zizou si è dimostrato essere durante la stagione uno dei migliori talenti in giro per l’Europa. Dopo 139 gare disputate con ben 29 goal realizzati, ora Zinedine è pronto per il definitivo salto di qualità.
La Juventus ed i primi trofei
Nella stagione 1996/1997 Zidane approda in Italia, firma con la Juventus di Marcello Lippi. Si mette subito in mostra e risulta essere decisivo per il club, il primo goal arriva contro l’Inter nella vittoria per 2-0. La prima stagione è ricca di successi: Coppa Intercontinentale, Supercoppa Europea e 24esimo Scudetto per Zizou e la vecchia signora. L’unica nota amara per la Juve di quella stagione è la finale di Champions League persa contro il Borussia Dortmund. La stagione successiva i bianconeri conquistano la Supercoppa Italiana ed il 25esimo Scudetto. Ancora una volta però il club perde l’ennesima finale di Champions, questa volta a causa del Real Madrid. Seconda finale persa per Zidane, il quale si “consolerà” con la vittoria della Coppa del Mondo e con il Pallone d’Oro.
La stagione 1998/1999 vede però Zizou coinvolto in brutto infortunio, poche le sue partite disputate e la Juve termina al settimo posto. La stagione successiva con l’arrivo di Carlo Ancelotti in panchina la Juventus si rialza e raggiunge il secondo posto, Zidane si rende protagonista in negativo però. Tanti i cartellini rossi in Champions League, questi non gli permetteranno di vincere il secondo pallone d’oro consecutivo nonostante la vittoria dell’Europeo. Nella stagione 2000/2001 a supportarlo in zona offensiva ci pensa David Trezeguet, la coppia trascina la Juventus ad un passo dalla vittoria dello scudetto perso a causa della Roma guidata da Francesco Totti. Con le zebre gioca complessivamente 212 partite segnando 32 goal, nonostante i vari successi l’addio con il presidente Agnelli non è dei migliori. Celebre la frase del patron, il quale definì Zizou: “Più divertente che utile”.
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L’ultima esperienza ai blancos
Zidane approda al Real Madrid nella stagione 2001/2002. 150 miliardi di lire, trasferimento più costoso della storia del calcio fino a quel momento. Anche per un fuoriclasse come lui trovare spazio non è semplice, vista la concorrenza con Raul e Figo. Presto però sarà determinante per la squadra, mettendo a segno un goal che entra di diritto nella storia del calcio. Con un tiro al volo realizza il goal del 2-1 in finale di Champions League contro il Bayer Leverkusen, la prima vittoria della coppa dalle grandi orecchie per il francese. Con i galacticos vince tutto: Supercoppa Europea, Coppa Inercontinentale e successivamente Liga e Supercoppa di Spagna. Dal 2003 al 2006 i blancos non vinceranno più nulla nonostante la classe in campo, restano alcune partite memorabili e giocate di qualità dei vari fenomeni. Si è davanti alla fine di un ciclo, sia da parte del Real che da parte di Zizou. Quest’ultimo gioca la sua ultima gara a livello di club contro il Real Valladolid il 7 maggio 2006, rocambolesco 3-3 dove anche Zidane timbra il cartellino. La gente di Madrid gli rende omaggio con cori, striscioni e una lunghissima serie d’applausi. 227 i match disputati con la camiseta blanca conditi da 49 goal. Il ritiro arriverà dopo il mondiale del 2006.
Capitolo nazionale
L’esordio con la nazionale maggiore arriva nel 1994, dopo essersi reso protagonista assoluto con il Bordeaux arrivò la chiamata del ct Aimè Jaquet. Subentra contro la Repubblica Ceca al posto di Corentin Martins. Il risultato è di 2-0 per i cechi, ma Zizou in pochi minuti realizza la doppietta decisiva per il pareggio finale. Da quel momento diventa il titolare fisso, con il 10 sulle spalle. Dopo la deludente uscita alle semifinali degli Europei del 1994, Zidane deve rifarsi ai Mondiali per lasciare un segno con la sua nazionale. La Francia si qualifica alla fase ad eliminazione diretta con una gara di anticipo dopo gli ottimi gironi disputati. Zizou si rende protagonista in negativo ancora una volta, sul risultato di 4-0 contro l’Arabia Saudita commette un fallo di frustrazione.
Espulsione e due turni di squalifica. Rientra ai quarti di finale dove con i suoi compagni batte ai rigori l’Italia. Superata poi la Croazia in semifinale, Zidane avrà di fronte il temutissimo Brasile campione in carica nella finalissima. Zizou risponde presente, doppietta decisiva per il 3-0 finale. Francia Campione del Mondo per la prima volta. Sulle orme di questo successo storico i francesi guidati dal numero 10 di Marsiglia si ripetono, dopo un cammino perfetto sconfiggono in finale degli Europei 2000 l’Italia. In quattro anni Zidane si è preso la nazionale sulle spalle portandola sul tetto del Mondo e dell’Europa.
Quel maledetto mondiale 2006
Dopo la delusione del Mondiale 2002, complice un infortunio alla coscia, e la delusione agli Europei del 2004, Zizou arriva all’ultimo appuntamento importante della sua carriera ovvero il Campionato del Mondo 2006. Il percorso dei Les Blues è perfetto, spazzano via tutte le grandi nazionali pretendenti al titolo. Dagli ottavi di finale fino al raggiungimento della finale sconfiggono la Spagna, il Portogallo ed il Brasile. Zidane si rende protagonista di grandi partite supportato da una squadra di fenomeni. La Francia giunta in finale si trova davanti a se l’Italia. Partita sentitissima, visto il precedente dell’Europeo del 2000. Il dieci porta i suoi in vantaggio con un cucchiaio dagli undici metri, il quale batte Buffon.
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Gli azzurri pareggiano con Materazzi, sugli sviluppi da calcio d’angolo. I due saranno protagonisti più avanti, nei supplementari. Infatti il match non si schioda, servono gli extra-time. Anche qui regna l’equilibrio. Verso la fine del secondo tempo supplementare i due autori dei goal si rendono protagonisti di una pagina spiacevole del mondo calcistico. A gioco fermo Zizou rifila una testata a Materazzi, a causa di qualche parola di troppo. Il francese viene espulso. Zidane lascia in dieci i suoi, che perderanno alla lotteria dei rigori. Celebre l’immagine del dieci che abbandona il campo sfiorando la Coppa del Mondo, chiudendo la sua carriera nel modo peggiore possibile.
La carriera da allenatore
Zizou, dopo il ritiro dal calcio subito dopo il Mondiale 2006, sparisce dai radar calcistici per un pò. Quest’ultimo dal 2009 iniziò a svolgere attività dirigenziale per il suo vecchio club, il Real Madrid. La svolta arrivò quando nel luglio del 2013 Carlo Ancelotti fece entrare Zidane nel suo staff tecnico, egli ricoprì il ruolo di secondo allenatore. Un anno dopo i blancos, per fornirgli l’esperienza necessaria, decidono di far ricoprire a Zidane il ruolo di allenatore del Real Madrid Castilla (seconda squadra del Real militante in terza divisione). Nel 2016, in seguito all’esonero di Rafael Benitez, i galacticos decidono di affidare la panchina a Zizou. Con il francese si apre un ciclo, ricchissimo di successi. Lo stesso anno infatti il Real Madrid batte i cugini dell’Atletico in finale di Champions, conquistando il trofeo per l’undicesima volta.
La stagione 2016/2017 è quella della sua consacrazione in quanto allenatore, nella quale conquista tutto. Supercoppa Europea, Coppa del Mondo dei Club, Liga (che mancava da 5 anni) e nuovamente la Champions League. Il mister francese nella finale di Cardiff sconfigge una sua ex squadra, la Juventus. Ma non è finita qui, la stagione seguente il Real guidato da Zizou vincerà ancora ed entrerà nella storia. Zidane guida i suoi ad ulteriori successi. La stagione si apre con vittoria in Supercoppa Europea e poco dopo con la vittoria della Supercoppa di Spagna, con il Barcellona eterno rivale. A dicembre il club madrileno conquista ancora una volta il Mondiale per Club. In Champions League scrive la storia, trionfa in finale contro il Liverpool. Diventa così il primo ed unico allenatore a vincere la coppa dalle grandi orecchie per tre volte consecutive. Dopo 5 giorni dalla finale di Kiev Zizou, a sorpresa, rassegna le dimissioni. Chiude in bellezza questo ciclo vincente.
Un ritorno romantico
I successori di Zidane non ottengono gli stessi risultati del mister francese. Julen Lopetegui, prima, e Santiago Solari, poi, ottengono risultati deludenti con i blancos. Proprio per questo Florentino Perez, presidente del Real, richiama in panchina Zizou, il quale non sa dire di no. Il ritorno avviene nella parte finale della stagione 2018/2019, il primo successo arriva nel gennaio 2020. Sconfiggendo l’Atletico ai calci di rigore, i galacticos si aggiudicano la Supercoppa di Spagna. Al termine di quell’annata il Real Madrid si rialza e conquista l’ennesima Liga. La stagione 2020/2021 vede per la prima volta la gestione di Zinedine Zidane priva di successi, infatti al termine di questa l’allenatore lascia per la seconda volta il club.
Attualmente Zidane è alla ricerca di un nuovo club da allenare e da trascinare alla vittoria, come del resto ha sempre fatto con il suo talento ed il suo carisma. Ci auguriamo che possa tornare ad illuminare i campi di calcio con i suoi lampi di genio, i quali lo hanno portato di diritto a ritagliarsi uno spazio tra i più grandi di sempre.