Nella splendida cornice del Principato di Monaco, tra i campi fioriti e la bellissima Promenade, il 21 dicembre va in scena la ventesima edizione del Golden Foot 2022. Si tratta di una manifestazione sportiva, una delle più ambite proprio perché unica nel suo genere. Il premio viene assegnato ad un giocatore che, superato il ventottesimo anno di età, si è distinto per le prestazioni sia individuali che di squadra durante il corso della stagione. Dal 2003 in poi, sul lungomare monegasco sono apparse le impronte di alcuni dei grandi maghi del calcio che da allora hanno dato vita ad una sorta di museo a cielo aperto, una Walk of Fame in pieno stile hollywoodiano. Una delle novità più interessanti del Gala di Montecarlo 2022, oltre all’assegnazione del solito premio per la categoria maschile, è il debutto di quella dedicata al calcio femminile, mentre a rimanere invariato è il Golden Foot Legends.
Il prestigioso premio del Golden Foot Legends, che viene consegnato nel corso del Gala di Montecarlo, è diretto a tutte le glorie che hanno dato un contributo fondamentale nella scrittura della storia del calcio mondiale. Dalla prima edizione nel 2003, che ha visto il trionfo di Diego Armando Maradona, sono tanti gli italiani che hanno lasciato un segno indelebile sulla Champions Promenade. Tra questi, ovviamente, gli immancabili sono Gigi Riva, Dino Zoff e Gianni Rivera. Nel 2006, però, la cerimonia di premiazione non ha seguito il solito iter. Nell’anno della sua compianta scomparsa, il riconoscimento del Golden Foot viene conferito a Giacinto Facchetti: un calciatore e tifoso prima di essere un dirigente; un uomo che ha rivoluzionato il giuoco del calcio.
Golden Foot 2022, Giacinto Facchetti: una vita dedicata all’Inter
Il calcio è uno sport fatto di passione, cuore e grinta. Ogni giocatore deve essere dotato di queste tre caratteristiche per riuscire ad entrare nelle grazie di tutti i tifosi. Se poi a tutto ciò si aggiunge anche la totale devozione ad una sola squadra e soprattutto alla propria Nazionale di appartenenza, allora sicuramente si entra di diritto a far parte dei miti di quello che è il meraviglioso mondo del pallone. Se Giacinto Facchetti è stato insignito del premio del Golden Foot Legends del 2006, è proprio perché durante la sua straordinaria carriera è diventato un punto di riferimento per tutto l’ambiente Inter e non solo.
Con Giacinto Facchetti il ruolo del difensore è cambiato totalmente. La sua continua propensione all’attacco lo ha fatto diventare il fulcro del gioco del mago Helenio Herrera, che lo ha reso capitano e protagonista indiscusso della Grande Inter durante tutto il corso degli anni ’60. Cavalcate devastanti sull’ala sinistra, fisico possente ed un fiuto del gol pari a quello dei migliori attaccanti in circolazione, il Golden Foot 2006 ha portato i nerazzurri sul tetto del mondo conquistando ben quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali.
Golden Foot 2022, Giacinto Facchetti: da capitano a dirigente nerazzurro
Dopo aver messo a segno ben 75 reti, record assoluto per un difensore, il Cipe ha appeso gli scarpini al chiodo. Un dolore per tutti gli interisti, che però sono riusciti a godere della sua presenza anche nei panni di dirigente sportivo prima e addirittura in quelli di presidente qualche anno dopo. Facchetti è diventato così l’unico ex calciatore dell’Inter ad assumere una carica dirigenziale di tale importanza. Durante il periodo della sua gestione ai vertici della società nerazzurra, durato dal 2004 al 2006, la Beneamata ha conquistato uno scudetto, due Coppe Italia e altre due Supercoppe italiane, arricchendo così, ancora di più, il palmares del Golden Foot 2006.
“Calciatore, dirigente, presidente, una vita dedicata ai nostri colori. Esempio di integrità morale, di onore e lealtà sportiva. Leggenda del calcio nazionale ed internazionale, simbolo dello stile nerazzurro, dentro e fuori dal campo”. Così quella che è stata la sua seconda casa per tutta la vita lo ha ricordato dopo la sua morte avvenuta il 4 settembre 2006, in seguito ad un lungo periodo di malattia. Parole d’amore e d’affetto, un elogio alla sua dedizione per la maglia interista. Parole che spiegano alla perfezione il motivo per cui tra le leggende della Promenade di Montecarlo compare il nome del per sempre numero 3 dell’Inter: Giacinto Facchetti.
Leggi anche: Golden Foot 2022, da Baggio a Salah: tutti i vincitori che hanno lasciato l’impronta sulla Promenade di Montecarlo
Golden Foot 2006, l’amore per la nazionale: Giacinto Facchetti in maglia azzurra
Il racconto della carriera leggendaria di Giacinto Facchetti non è da limitare soltanto alle battaglie e alle vittorie ottenute con la maglia dell’Inter nel corso del tempo. Per il Cipe, come per i suoi colleghi, la Nazionale italiana è da includere tra gli step fondamentali per l’affermazione del suo talento cristallino. Convocato per la prima volta alla giovanissima età di vent’anni da Edmondo Fabbri, ha visto la sua vita intrecciarsi con quella del compagno Gigi Riva, vincitore anche lui del premio dei Golden Foot Legends nel 2005. Più di cento partite giocate insieme per la conquista di uno dei trofei più importanti per un calciatore nato e cresciuto in Italia: il Campionato Europeo nel 1968. Facchetti ha condotto gli azzurri alla vittoria con la fascia da capitano al braccio, con la numero 10 sulle spalle e con la soddisfazione, tra le altre, di essere nominato come il miglior giocatore della competizione.
La Nazionale capitanata dal Cipe è diventata così una delle più temute, una formazione che è riuscita a vincere dappertutto e che si è fermata soltanto nel 1970 davanti al Brasile delle meraviglie di Pelé, anche lui presente sulla Promenade di Montecarlo grazie al premio ricevuto nel 2012. L’avventura di Giacinto Facchetti con la maglia azzurra si è conclusa dopo aver stabilito l’ennesimo record di presenze per un giocatore in nazionale, prima però di essere superato dalla leggenda del Golden Foot 2004 Dino Zoff. Per ben 94 partite, infatti, Giacinto Magno, soprannominato così dal giornalista Gianni Brera, è stato il trascinatore della Nazionale italiana di calcio che deve a lui e ai suoi compagni l’affermazione degli italiani in Europa e nel mondo.