45° 27′ 55.519″ N 9° 11′ 9.327″ E, a queste coordinate non si respirava un’aria primaverile così frizzante da ormai da 13 anni. L’ultima semifinale di Champions League raggiunta dall’Inter era datata aprile 2010: in quelle due gare i nerazzurri ebbero la meglio sul Barcellona, campione uscente, allenato da Pep Guardiola e nelle quali fila militavano Messi, Ibrahimovic, Villa, Pedro, Xavi, Busquets, Iniesta, Dani Alves, Puyol e tanti altri, considerati il meglio che il calcio poteva offrire in quel momento storico.
Inter, la sfida col Barcellona di 13 anni fa
Il 20 aprile del 2010 l’Inter allenata da José Mourinho riuscì nell’impresa di battere i blaugrana nelle mura casalinghe del Giuseppe Meazza per 3-1, grazie alle reti di Sneijder, Maicon e Milito che risposero alla rete dell’iniziale vantaggio di Pedro, bravo ad insaccare in rete un assist dell’ex interista Maxwell.
In pochi, probabilmente nessuno poteva immaginare che in realtà quell’andata delle semifinali di Champions League non iniziò alle 20:45 del 20 aprile 2010, ma esattamente un mese prima. Nella notte del 20 marzo di quell’anno il vulcano islandese Eyjafjöll, coperto dal ghiacciaio Eyjafjallajökull, eruttò, iniziando a generare una nube incredibile, che dopo quasi un mese bloccò una serie di voli in Europa: troppo pericoloso volare in quelle condizioni.
Il Barcellona che doveva partire alla volta di Milano, fu costretto a salire su un pullman per raggiungere il capoluogo lombardo: 15 ore tra autostrade e strade extraurbane, per percorrere i circa 1009 chilometri che separano le due città. Nessuno potrà stabilire se la stanchezza accumulata nel viaggio abbia influito, ma è indubbio che gli uomini di Guardiola avrebbero preferito raggiungere Milano con un classico volo.
Per il match di ritorno non ci furono problemi: l’Inter di Mourinho arrivò a Barcellona con il permesso del vulcano che non fece capricci. Piqué e compagni non riuscirono nell’impresa di ribaltare il risultato dell’andata, nonostante i nerazzurri dal 27’ rimasero in 10 uomini a causa dell’espulsione di Thiago Motta per un colpo, visto solo dall’arbitro De Bleeckere, su Busquets che in quell’occasione avrebbe potuto ricevere il Premio Oscar come miglior attore protagonista.
Oscar che in realtà andrà a tutta l’Inter, capace di resistere con i denti agli attacchi continui di Messi che ancora oggi ricorderà la parata clamorosa di Julio Cesar su un suo tiro di interno sinistro indirizzata nell’angolo basso alla destra del portiere brasiliano, intervento irreale che aiuterà i nerazzurri a raggiungere la finale di Madrid.
Inter, vent’anni dopo è ancora Milan
Dopo 13 anni esatti l’Inter torna nelle semifinali di Champions League e lo fa nel corso di una stagione che la vede al 5° posto in campionato dopo 11 sconfitte, molte delle quali con poco mordente, come se i nerazzurri stessero mettendo al primo posto il percorso europeo, tralasciando quello in Serie A. Gli avversari che si troveranno di fronte sono i cugini del Milan, capaci di eliminare nel doppio confronto il Napoli di Luciano Spalletti capolista in Italia.
La sfida tra nerazzurri e rossoneri fa tornare alla mente un altro euroderby, quello del maggio del 2003, anche quello in semifinale. Hector Cuper e Carlo Ancelotti non si riuscirono a superare: la qualificazione in finale fu decisa dal gol di Shevchenko siglato in trasferta nell’1-1 del ritorno e dalla parata di Abbiati su un tiro a botta sicura di Kallon negli ultimi istanti di gara.
Dopo vent’anni toccherà a Simone Inzaghi e Stefano Pioli cercare di portare una milanese in finale di Champions League.
Inter e Milan: un traguardo inaspettato
Ad inizio anno in pochissimi potevano immaginare che Inter o Milan potessero raggiungere tale risultato, ma la realtà come spesso accade, supera la fantasia. L’aria di Milano è già frizzante nonostante manchino ancora 20 giorni al match di andata e nel mezzo ci saranno partite di campionato importantissime anche perché nel caso fossero restituiti i 15 punti alla Juventus, né Inter né Milan sarebbero in Champions League, ma il prossimo anno dovrebbero disputare l’Europa League, a meno che una delle due non riesca ad alzare sotto al cielo di Istanbul la Coppa dalle grandi orecchie.
Il cuore dei tifosi della Beneamata e del Diavolo ha già iniziato a palpitare all’impazzata, poco importa se manca ancora del tempo alla sfida di andata, l’emozione è davvero tanta. Il Giuseppe Meazza è pronto ad accogliere almeno 150 mila tifosi in 6 giorni, 150 mila cuori che batteranno all’unisono, avversari o meno che faranno tremare di emozione anche i milioni collegati da casa. Il tempo scorre, l’ansia cresce e l’impazienza aumenta.
David Grossman ha scritto: “Era uno di quei momenti che non si possono misurare con l’orologio, ma solo con i battiti del cuore”. 41° 0′ 18.972″ N 28° 58′ 37.056″ E, è qui che l’Inter di Inzaghi ed il Milan guidato da Pioli vogliono arrivare il 10 giugno. È solo calcio, è solo un gioco dove in 20 corrono dietro ad un pallone, dove per più di 90 minuti ti manca il fiato, ma è dannatamente emozionante. Diamo inizio al countdown: – 480 ore. Tic tac, tic tac, tic tac… le lancette corrono.