ESCLUSIVA Sampdoria, da Pagliuca a Flachi: buon compleanno Doria

Oggi, 12 agosto, è il compleanno della Sampdoria, uno dei club storici della Serie A; riviviamo insieme la storia e l'ambiente blucerchiato con le dichiarazioni in ESCLUSIVA di alcuni suoi ex giocatori

A cura di Carlotta Desirello 35 Minuti di lettura
35 Minuti di lettura

12 agosto 1946, Sampierdarenese e Andrea Doria sono due delle principali società calcistiche di Genova, ma arrivano da periodi molto differenti: se la prima può godere dell’iscrizione al massimo campionato italiano, ma si trova in una situazione economica preoccupante, la seconda, d’altro canto, è esclusa dalla Serie A per una decisione d’ufficio, ma presenta una condizione finanziaria molto favorevole e ha già proceduto ad acquisti importanti. Data la situazione paradossale, i due club decidono di unirsi, in modo da poter usufruire del titolo sportivo della Sampierdarenese e dei fondi economici dell’Andrea Doria. Nasce così la Sampierdarenese-Doria, o meglio detta Sampdoria, una delle squadre storiche del calcio italiano. Un’unione di due realtà molto diverse tra di loro, non solo per la situazione societaria, ma anche per quella geografica. Se l’Andrea Doria, infatti, è figlia di una società polisportiva ubicata nel cuore di Genova, la Sampierdarenese, d’altra parte, è collocata a Sampierdarena, in quello che nasce come un comune autonomo, divenuto un quartiere periferico del capoluogo ligure solo nel 1926.

Sampdoria 1946
Sampdoria 1946

La Sampdoria, dunque, non è altro che la fusione di due diverse dimensioni, capaci di unire le proprie forze senza andare a perdere le particolarità che le caratterizzano. Non a caso, infatti, viene scelta una bandiera peculiare, che mantiene tutti i colori delle due società fondatrici: quelli biancorossoneri della Sampierdarenese e quelli biancoblù dell’Andrea Doria. Anche la maglia da gioco a sfondo blu conserva la tradizione ed è infatti cerchiata sul petto da una fascia bianca, rossa e nera (da qui deriva il soprannome blucerchiati), con al centro lo scudo con la croce di San Giorgio, il vessillo originario della Repubblica di Genova. Il 12 agosto 1946 nasce quindi un club che diventa, poi, ben presto uno dei protagonisti della storia della Serie A e che negli anni ha avuto modo di regalare al calcio italiano favole e imprese uniche. In occasione dell’anniversario di fondazione della Sampdoria abbiamo cercato di ricostruire la storia e l’ambiente blucerchiato insieme a chi li ha vissuti in prima persona, grazie ai racconti di alcuni suoi ex giocatori, come Gianluca Pagliuca, Ivano Bonetti, Antonio e Massimo Paganin, Alessando Melli, Francesco Flachi, Luciano Zauri, Corrado Colombo e Fabian Valtolina.

Sampdoria
Sampdoria

Sampdoria: un ambiente speciale, un’atmosfera unica

Una delle peculiarità della Sampdoria è sicuramente l’atmosfera che si crea intorno alla squadra, al di là del periodo storico che vive il club. Non a caso, infatti, tra le fila blucerchiate sono passati protagonisti del calcio italiano, che a Genova hanno trovato l’ambiente giusto per crescere, per affermarsi o spesso per rilanciarsi, in una dimensione che è rimasta nel cuore anche degli ex giocatori con cui abbiamo avuto modo di parlare.

Francesco Flachi: “La Sampdoria è un paradiso”

Francesco Flachi ha legato gran parte della sua carriera calcistica alla Sampdoria. Giunto a Genova nel 1999, quando la squadra era appena retrocessa in Serie B, ha vestito i colori blucerchiati fino al 2007, vivendo in prima persona il ritorno in Serie A e, soprattutto, quello in Europa, più precisamente in Coppa UEFA. L’attaccante conta 280 presenze e 110 gol con la Sampdoria ed è il terzo marcatore all-time del club, dietro solo a Mancini e Vialli. Insomma, un giocatore storico che ha voluto descrivere con queste parole l’ambiente doriano: Io ho sempre detto che è un paradiso. Un paradiso prima va visto e poi giudicato e io ho avuto il piacere e l’onore di vederlo. Quando le cose a livello personale vanno bene è normale che sia più facile giudicare gli ambienti, però, bene o male, si dice sempre questo della Sampdoria e io lo posso confermare perché ci sono stato otto anni ed è realmente così come l’ho descritto io: un paradiso. Vivi il calcio, lo vivi a 360 gradi, la gente vive e lascia vivere e quindi un giocatore mentalmente riesce ad esprimersi come preferisce”.

Flachi alla Sampdoria
Flachi alla Sampdoria

Antonio Paganin: “Alla Sampdoria devo dire grazie”

Come sottolineato in precedenza, la Sampdoria è stata spesso rampa di lancio per giovani giocatori e questo è successo anche ad Antonio Paganin, che ha vissuto a Genova quattro stagioni, dal 1984 fino al 1988, a cavallo dei suoi vent’anni di età. L’ex difensore ha voluto sottolineare l’importanza di incrociare un ambiente come quello blucerchiato quando ci si approccia al calcio che conta: Gli anni alla Sampdoria hanno caratterizzato non solo i miei primi successi, ma anche la mia formazione dal punto di vista calcistico e devo dire che, molto probabilmente, grazie ad essa dopo ho avuto la possibilità di giocare cinque anni all’Inter. Senza questa esperienza penso che non sarebbe successo, per il semplice motivo che ho avuto modo di vedere dall’interno, avendo di fronte dei giocatori di spessore, come uno si doveva comportare per raggiungere determinati traguardi. Ricordiamoci che la Sampdoria ai tempi già vinceva le Coppe Italia e conquistava dei piazzamenti UEFA, quindi era già abituata a vincere. Questo mi ha aiutato quando sono andato a Milano dal punto di vista dell’approccio che dovevo mantenere. Alla Sampdoria devo dire veramente grazie”.

Antonio Paganin
Antonio Paganin

Alessandro Melli: “Nella Sampdoria si respirava un’atmosfera meravigliosa”

L’atmosfera che si percepisce in casa Sampdoria l’ha ricordata anche l’ex attaccante Alessandro Melli, che ha avuto modo di viverla per un breve periodo nel 1994: Ai miei tempi si respirava un’atmosfera meravigliosa, c’era un gruppo stupendo di grandi giocatori, uomini veri, molti dei quali nel panorama attuale sono in Nazionale al seguito di Mancini. Erano anni stupendi. Scelsi proprio la Sampdoria perché assomigliava molto al mio Parma e dunque mi ricordo con immenso piacere quel periodo, anche se, purtroppo, non per colpe mie, non durò tantissimo, ma solo qualche mese. Quello fu uno dei più grossi dispiaceri che ho avuto nella mia carriera”.

Melli ha anche raccontato un aneddoto particolare a proposito della sua esperienza alla Sampdoria, che mostra l’attaccamento dei giocatori al club: “Mi ricordo Vierchowod che spesso si arrabbiava con Eriksson. Capitava che magari a fine primo tempo quando le cose non andavano nel modo giusto, Vierchowod aveva degli atteggiamenti molto particolari, sclerava in maniera molto forte eccedendo, ma era un suo modo per dare una strigliata ai propri compagni. È che non sempre si riusciva a capire questo suo pensiero”.

Alessandro Melli
Alessandro Melli

Corrado Colombo: “Un’emozione giocare a Marassi con la maglia blucerchiata”

La Sampdoria, nonostante sia nata relativamente tardi rispetto a quasi tutti gli altri club storici della Serie A, ha lasciato ricordi importanti tra gli appassionati del calcio e tra chi si approccia a questo mondo in maniera professionistica, come ha voluto sottolineare Corrado Colombo, che ha vestito la maglia blucerchiata dal 2002 al 2004, vivendo anche il ritorno del club nella massima serie, e poi nuovamente nel 2006: “È una delle società più giovani che ha ottenuto grandi risultati. Penso agli anni d’oro di Mancini e Vialli, che quando ero piccolo erano gli idoli di tutti. Giocare a Marassi con quella maglia è una grande emozione e una bella soddisfazione”.

Corrado Colombo
Corrado Colombo

Massimo Paganin: “È stato un privilegio giocare in un club storico”

Con parole simili a quelle Colombo, anche Massimo Paganin, che ha vestito la casacca della Sampdoria nella stagione 2002/2003, ha espresso la sua gioia nell’aver potuto giocare per un club di questo calibro: “È difficile a volte da pensare ma il club c’era prima, c’è adesso e ci sarà dopo noi calciatori, dove la parte più importante è quella del tifoso che rimane per tanto tempo. È stato un privilegio giocare in un club storico”.

Proprio a proposito dei tifosi, l’ex difensore ha voluto sottolineare la vicinanza che quelli blucerchiati hanno sempre dimostrato alla squadra, aspetto che contribuisce in maniera importante all’atmosfera speciale che si vive in casa Sampdoria: “È stata un’annata bella, intensa e piacevole e nella quale i tifosi sono stati sempre vicini alla squadra. Questo direi che fa una grandissima differenza perché, indipendentemente da tutto, credo sia molto importante avere i tifosi vicini che credono in quello che è il progetto, che sentono l’amore per la squadra e per i colori. Da questo punto di vista direi che i tifosi blucerchiati lo hanno dimostrato per tutto l’anno, nonostante la squadra fosse in Serie B, ma, grazie a loro, la differenza di categoria non si è mai sentita”. Insomma, come si evince da questi ricordi, l’ambiente Sampdoria, il club, i tifosi e l’emozione di scendere in campo al Ferraris restano facilmente impressi nel cuore di chi li ha vissuti e trasmettono tutta l’unicità di un club peculiare del panorama calcistico italiano.

Massimo Paganin

L’era Mantovani: i più grandi successi della Sampdoria

Ripercorrendo la storia della Sampdoria, il club nei primi decenni di vita milita quasi sempre in Serie A, alternando buoni risultati ad altri più deludenti. La svolta arriva, però, nel 1979 quando Paolo Mantovani acquista la società, che al momento stanzia in Serie B, iniziando a porre le basi per un progetto solido e ambizioso che nel giro di pochi anni porta i suoi frutti. La Sampdoria, infatti, non solo torna nella massima serie, ma raggiunge in breve tempo i più grandi risultati della sua storia. Nella stagione 1984/1985 arriva la prima storica vittoria della Coppa Italia, che garantisce anche la prima partecipazione del club ad una coppa europea: la Coppa delle Coppe. Nell’annata 1987/1988 la squadra bissa il successo nella coppa nazionale, per poi confermarsi anche nella stagione successiva. Il 9 maggio 1990 a Goteborg, poi, la Sampdoria sconfigge l’Anderlecht nella finale di Coppa delle Coppe e mette in bacheca, così, il suo primo trofeo europeo. Un’escalation incredibile, frutto proprio del lavoro di una società che inserisce ogni stagione tasselli sempre più importanti, costruendo una squadra competitiva a livello italiano ed europeo e portando ai vertici del calcio un club relativamente piccolo, rispetto a quelli che siamo abituati veder vincere.

Sampdoria, scudetto
Sampdoria, scudetto

Questa favola culmina con i due più importanti traguardi della storia di questa società: nella stagione 1990/1991, la Sampdoria, guidata dallo storico tecnico Vujadin Boskov, si laurea Campione d’Italia; l’anno successivo, invece, a Wembley, i blucerchiati sfiorano il tetto d’Europa, disputando la finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona e uscendo sconfitti solo ai supplementari, a causa della punizione decisiva di Koeman. Un ricordo, quindi, agrodolce per i tifosi e per i protagonisti di quell’impresa. Una ferita parzialmente risanata dalla vittoria proprio a Wembley di EURO 2020 da parte dell’Italia di Roberto Mancini, uno dei simboli di quella squadra, e degli ex compagni blucerchiati che sono al suo fianco nell’avventura con la Nazionale. In ogni caso, la Sampdoria di Mantovani ha segnato un’epoca storica non solo per il club, ma per il calcio italiano in generale e abbiamo avuto modo di commentare questa impresa con alcuni protagonisti di quella squadra.

Sampdoria: l'irripetibile scudetto dell'era Mantovani
Paolo Mantovani, storico presidente della Sampdoria

Gianluca Pagliuca: “Ricordi indelebili, Mantovani era un padre per me”

Uno dei simboli dell’era più vincente della storia della Sampdoria è sicuramente Gianluca Pagliuca, che ha vestito la maglia blucerchiata per ben otto stagioni, dal 1986 al 1994. L’ex portiere ha descritto così quegli anni e il progetto che c’era alla base: Ho dei ricordi indelebili. Una grande squadra di ragazzi giovani e spensierati, ma senza pressione, con un’ottima società snella: era tutto qui il segreto”. Pagliuca ha ricordato anche il presidente Paolo Mantovani con parole speciali: “È stato l’artefice del successo. Era una gran persona a livello umano, ma soprattutto era un padre per me”.

Pagliuca, Sampdoria
Pagliuca, Sampdoria

Ivano Bonetti: “Un’esperienza meravigliosa, le vittorie non sono state casuali”

Anche Ivano Bonetti ha vissuto in prima persona la Sampdoria più vincente della storia, avendo militato nel club dal 1990 al 1993, e ha raccontato la sua esperienza e l’atmosfera che si respirava dall’interno: I miei ricordi sono ancora molto vivi, di quella squadra, di quella società e di quella tifoseria, perché abbiamo vissuto un periodo d’oro. Il merito va alla società che era gestita da gentiluomini con dei principi, ai tifosi che rispettavano le regole e a noi stessi che avevamo un grandissimo potenziale tecnico, un grande spessore umano ed eravamo molto amici, per cui sono arrivate molte vittorie. Il ricordo, ripeto, è vivo, sono ancora in contatto con la maggior parte dei miei ex compagni e quindi siamo rimasti molto legati ai tifosi e all’ambiente”.

Sampdoria, 1990/1991
Sampdoria, 1990/1991

Con Bonetti abbiamo anche analizzato i segreti di una vera e propria impresa, visto che la Sampdoria è l’ultimo club non appartenente ad una delle grandi città italiane ad aver vinto lo scudetto: “La vittoria storica dello scudetto e non solo, vista la Coppa delle Coppe, le Coppe Italia, le finali perse di Coppa dei Campioni e di Supercoppa, non è stata casuale. È stato un periodo molto importante, in cui il gruppo ha espresso tutti i valori che aveva, sia dal lato umano che da quello qualitativo. Avevamo un attaccamento e quindi un affiatamento, un’alchimia particolare con tutta la gente. Si poteva respirare un’atmosfera vincente e non si è più ripetuta una situazione del genere in altri ambienti. Hai bisogno di queste situazioni per vincere contro l’asse importante di Milano o Torino, che conta su squadre molto blasonate e ricche, perché nel calcio se c’è denaro e questo viene speso bene ci sono ovviamente più possibilità di vincere. La Sampdoria si era inserita lì con degli investimenti molto importanti su dei giovani, perché più o meno, a parte due o tre, avevamo tutti la stessa età. Da lì in poi è riuscita ad aprire un ciclo, che, se avessimo vinto la finale di Coppa dei Campioni con il Barcellona, probabilmente sarebbe anche continuato per qualche anno in più. È stata un’esperienza meravigliosa per tutti credo, dal primo tifoso a qualsiasi dirigente, a qualsiasi collaboratore, a tutti i giocatori e allo staff”.

Ivano Bonetti ai tempi della Sampdoria
Ivano Bonetti ai tempi della Sampdoria

Antonio Paganin: “Un gruppo premiato anche dopo la carriera calcistica”

Come analizzato da Ivano Bonetti, la vittoria dello scudetto e tutti gli altri successi ottenuti dalla squadra sono stati frutto di un progetto ben costruito, iniziato quando il presidente Mantovani ha acquistato la società. Chi ha vissuto i primi anni di questa era è stato Antonio Paganin, che con la Sampdoria ha anche vinto le prime due Coppe Italia, e ha raccontato così la sua esperienza: “Sono stati anni importanti non solo per il club ma anche per me, visto che è stato l’inizio di quella che è stata la mia avventura professionistica. Nei primi due anni (1984-1986 ndr), agli ordini di Bersellini, stava nascendo la Sampdoria dell’era Mantovani, per cui c’erano stati gli acquisti di Vialli, l’anno prima quello di Mancini ed erano arrivati giocatori importanti come Mannini che poi hanno segnato la storia della Sampdoria. Gli anni successivi sono quelli che magari la gente ricorda di più, ossia quelli di Boskov. Io ho vissuto i primi due anni con lui, che sono coincisi con la vittoria della Coppa Italia, per cui chiaramente da lì è proseguito il percorso della Sampdoria, che ha portato alla vittoria dello scudetto e alla finale di Coppa dei Campioni”.

Sampdoria: l'irripetibile scudetto dell'era Mantovani
Vujadin Boskov ai tempi della Sampdoria

Antonio Paganin ha anche ricordato l’ambiente creato da Mantovani e dalla società, oltre che alcuni giocatori importanti con cui ha condiviso lo spogliatoio: Era una squadra giovane, guidata da un presidente che amava i ragazzi come fossero suoi figli. Tutto questo, peraltro, è legato proprio al primo impatto che ho avuto col mondo professionistico e ho avuto la fortuna di poter contare su maestri importanti. Nei primi anni, infatti, ho avuto il piacere di condividere lo spogliatoio con Souness, che veniva dall’esperienza al Liverpool, e poi chiaramente negli anni successivi con Cerezo e con Vierchowod. È stato importante proprio per formare la mia carriera calcistica e capire cosa andasse fatto per rimanere in quel mondo e cosa non andasse fatto”.

Sampdoria,1985/1986
Sampdoria, 1985/1986

L’ex difensore ha anche sottolineato i successi che ha avuto quel gruppo non solo sotto l’aspetto della carriera calcistica, ma anche dopo il ritiro: “(Vialli e Mancini ndr) Sono grandissime persone e grandissimi ragazzi che hanno saputo godersi a pieno quello che era in quel momento la Sampdoria, per cui una squadra giovane che aveva una grandissima fame di emergere e che voleva mettersi in competizione. La storia ha dato ulteriore conferma di quanto questa esperienza abbia dato alla maggior parte dei giocatori di quella squadra un percorso che gli ha permesso di fare bene anche nel post carriera calcistica. Pensiamo a Marco Lanna che è diventato presidente di questa società; al gruppo di Mancini, con Lombardo e Salsano, che successivamente è andato in nazionale; a Vialli che è stato una bandiera non solo in Italia, ma anche all’estero, è ambasciatore di innumerevoli situazioni sportive ed è ancora tutt’oggi una figura di spicco all’interno della nazionale; Luca Pellegrini, poi, è stato spalla tecnica nel gruppo Sky e Marco Branca ha fatto il direttore all’Inter. Quel gruppo lì nel post carriera è riuscito, quindi, a ritagliarsi uno spazio importante anche nel calcio che conta”.

Lanna - Sampdoria
Lanna – Sampdoria

Da Mantovani a Garrone: un nuovo progetto per la Sampdoria

Nonostante l’era Mantovani sia decisamente la più vincente, anche un altro presidente è un simbolo della storia della Sampdoria: si tratta di Riccardo Garrone. Egli rileva la società blucerchiata nel 2002 e, come è capitato all’epoca a Mantovani, anche in questo caso la squadra milita in Serie B e ne viene, inoltre, da anni complicati. La promozione arriva subito e, potendo anche contare su una dirigenza importante in cui spicca il nome di Beppe Marotta, la Sampdoria cresce di anno in anno, tornando a a qualificarsi per la Coppa UEFA nel 2004/2005. Il traguardo più importante dell’era Garrone, però, giunge nel 2009/2010, quando la squadra, guidata da Delneri, conquista l’accesso ai preliminari di Champions League, disputando, così, per la seconda volta nella storia del club, la massima competizione europea.

Sampdoria, qualificazione Champions League 2009/2010
Sampdoria, qualificazione Champions League 2009/2010

Di certo, a livello di risultati questo ciclo non è paragonabile a quello dello scudetto, ma questa era è comunque impressa in maniera forte nell’ambiente blucerchiato, soprattutto visto che giunge dopo il periodo fortemente negativo che ha la Sampdoria a cavallo del nuovo millennio e visto che riesce a coinvolgere e ad emozionare in maniera significativa i tifosi. Anche in questo caso, abbiamo avuto modo di parlare con chi questo periodo lo ha vissuto sul campo, per analizzare l’ambiente che si viveva dall’interno.

Massimo Paganin: “Atmosfera ottima, Garrone è sempre stato vicino alla squadra”

L’arrivo di Garrone alla Sampdoria ha innanzitutto sancito il ritorno del club in Serie A e lo ha ricordato Massimo Paganin che lo ha vissuto in prima persona: “È stato un anno molto bello nel quale via via nell’arco della stagione abbiamo continuato a crescere e poi si è costruito un gruppo importante. L’atmosfera era ottima, c’era Garrone come presidente quindi stavamo vivendo un momento particolare, nel quale la Samp veniva ricostruita. Da questo punto di vista i tifosi si sono sempre fatti sentire vicini, sono sempre stati allo stadio. È stato bello perché abbiamo potuto giocare anche i derby e li abbiamo vinti”.

Sampdoria, i tifosi festeggiano la promozione
Sampdoria, i tifosi festeggiano la promozione

L’ex giocatore blucerchiato ha anche raccontato Garrone e il suo rapporto con la squadra: “Ho un ricordo ottimo di Garrone sotto tutti i punti di vista, sia come persona, sia ovviamente come presidente. È sempre stato vicino alla squadra ed è sempre stato presente quando doveva esserci nei passaggi difficili della stagione. Da lì ha fatto un percorso importante, perché ha riportato la squadra in Serie A e negli anni successivi ha fatto molto bene. Quando hai un presidente che è innamorato della squadra, del club, della città e di quella parte di Genova che è legata alla Sampdoria lo senti, lo percepisci e di conseguenza è più facile potersi allenare, perché c’è tranquillità e serenità. In quel periodo tra l’altro c’era anche Marotta, la parte dirigenziale era forte, costruita bene e ha portato dei risultati importanti per la squadra, sia in quell’anno, in cui siamo riusciti a risalire, sia poi negli anni successivi”.

Riccardo Garrone, ex presidente della Sampdoria
Riccardo Garrone, ex presidente della Sampdoria

Valtolina: “Della Sampdoria ho solo bei ricordi, ambiente fantastico”

Un altro ex giocatore della Sampdoria che ha vissuto il ritorno del club in Serie A nel 2002/2003 è Fabian Valtolina, che è rimasto a Genova anche la stagione successiva, il quale ha raccontato le sue sensazioni e l’ambiente che si era creato intorno alla squadra in quegli anni: “Di Genova ho solo bei ricordi. Il primo anno è arrivata subito la promozione in serie A dopo anni difficoltosi, previo il cambio di presidente, visto che era appena iniziata l’era Garrone. Nel secondo anno abbiamo fatto un buon campionato arrivando nelle zone alte di classifica, ma non in Europa. L’ambiente, nonostante venisse da anni di sofferenza, rischiando l’anno prima di retrocedere in serie C, è stato fantastico fin da subito: dalla tifoseria ai dipendenti della Samp, su tutti il dottor Amedeo Baldari e il team manager Giorgio Ajazzone, poi tutti magazzinieri e molti altri che lavorano all’oscuro. Ci hanno tutti fatto sentire subito a casa e il gruppo è stato determinante con il mister Novellino”.

Fabian Valtolina
Fabian Valtolina

Francesco Flachi: “Anni bellissimi e intensi, Garrone un signore”

Chi ha vissuto a lungo l’era del presidente Garrone è sicuramente Francesco Flachi, che ha commentato le sensazioni vissute nella cavalcata della Sampdoria dalla Serie B all’Europa: “È stato bellissimo perché abbiamo avuto un anno in cui stavamo andando quasi in Serie C (2001/2002 ndr) e grazie al cielo siamo stati bravi e fortunati nel salvarci nelle ultime domeniche. Poi c’è stato l’avvento di Garrone ed è cambiato un po’ tutto. È arrivata la presidenza nuova, sono arrivati i dirigenti nuovi, è arrivato l’allenatore nuovo e tanti giocatori importanti. In un anno siamo riusciti a riportare la Sampdoria nelle zone che le competono, ossia il massimo del calcio italiano: la Serie A. Poi da lì è partito il progetto tra Garrone, Marotta e Novellino e ci sono stati cinque anni bellissimi e intensi, dove abbiamo sfiorato per un punto la Champions e siamo arrivati in Europa. Non abbiamo dato grosse soddisfazioni a livello di vittorie, ma penso che, come squadra e come gruppo, abbiamo dato delle soddisfazioni importanti quando scendevamo in campo, perché era la squadra che volevano i tifosi, che dava tutto quello che poteva dare. Siamo rimasti molto legati in quegli anni lì alla gente, che ha apprezzato tutto questo”. Flachi ha anche speso alcune parole per Riccardo Garrone: Un signore come uomo e come presidente”.

Francesco Flachi ai tempi della Sampdoria
Francesco Flachi ai tempi della Sampdoria

Luciano Zauri: “Non avremmo mai pensato alla Champions, la tifoseria è uno spettacolo”

Il traguardo principale che ha ottenuto la Sampdoria durante l’era Garrone è senza alcun dubbio la qualificazione alla Champions League. Protagonista di quella squadra è stato anche Luciano Zauri, che ha giocato a Genova per due stagioni, dal 2009 al 2011, e che ci ha raccontato questo successo storico per il club: “Ho un ricordo bellissimo di una stagione partita senza quell’obiettivo, con un gruppo, vorrei sottolineare, di italiani, con l’aggiunta di qualche ragazzo non italiano per far sì che funzionasse. Il blocco italiano, però, secondo me ha fatto la differenza. È stata una cavalcata e man mano che le partite passavano ci rendevamo conto che potevamo magari raggiungere qualcosa di importante, ma, ripeto, mai lontanamente pensavamo ad un piazzamento Champions”.

Zauri ai tempi della Sampdoria
Zauri ai tempi della Sampdoria

Simbolo di quella squadra è stata anche la coppia d’attacco formata da Cassano e Pazzini: “Hanno fatto la differenza in termini numerici, supportati da un gruppo molto forte. Li abbiamo sostenuti, li abbiamo messi in condizione di potersi esprimere al meglio e poi ovviamente sono giocatori diversi dagli altri che hanno fatto la differenza a livello di prestazioni e a livello di gol”. Zauri, infine, ha elogiato anche i tifosi della Sampdoria, sottolineando la loro importanza: “Ci hanno trascinato, quando si raggiungono quel tipo di obiettivi è chiaro che funziona tutto, dalla società alla squadra e alla tifoseria che è veramente uno spettacolo. Prima, e soprattutto dopo le vittorie ci omaggiavano del loro tifo. Siamo stati veramente un’unica cosa”.

Corrado Colombo: “Garrone era una persona semplice”

Anche Corrado Colombo ha vissuto Garrone come presidente e ha spiegato come mai, a suo parere, è stato particolarmente amato dai tifosi e dall’ambiente blucerchiato: “Era una persona per bene, semplice”.

Riccardo Garrone, ex presidente della Sampdoria
Riccardo Garrone, ex presidente della Sampdoria

La casa della Sampdoria: come si vive il calcio a Genova

Se si parla di Sampdoria non si può ovviamente non citare la città a cui è legata: Genova. Nel capoluogo ligure il calcio si vive quotidianamente, la maggior parte dei cittadini sono legati alle squadre del luogo, Sampdoria e Genoa, e i tifosi hanno modo di viverle a pieno in tutte le loro sfaccettature. A differenza delle metropoli, infatti, Genova è una città più difficile da penetrare, avvolge dentro sé stessa la propria essenza, per cui bisogna andare in profondità per conoscerla a pieno e viverla. Per certi versi essa riflette molto l’ambiente blucerchiato, ossia una realtà nata dal basso, in condizioni strutturali non ottimali, che ha lavorato sodo per arrivare dove è ora senza mai perdere il proprio spirito originario, nemmeno nei momenti migliori. Genova, esattamente come la Sampdoria, dall’esterno può apparire chiusa, ma quando si riesce a superare l’apparenza e a viverla dall’interno si riscopre un calore e un senso di appartenenza unico e speciale.

Genova
Genova

Antonio Paganin: “Consiglio di trascorrere a Genova più di qualche stagione”

Insieme ad Antonio Paganin abbiamo avuto modo di commentare Genova e l’esperienza che ha avuto negli anni in cui è entrato in contatto con essa: “L’ho vissuta alla grande in quei quattro anni, perché oltretutto ero ancora giovane e legato al discorso scolastico, che ho voluto comunque completare, per cui mi sono integrato benissimo completando le scuole serali al tempo. Questo mi ha dato la possibilità non solo di conoscere Genova dal punto di vista sportivo, ma anche sotto l’aspetto della vita di tutti i giorni, per cui sono entrato a contatto con persone del mondo lavorativo. Questo mi ha aiutato un pochino di più a capire che cos’è e che cos’era Genova in quei tempi, a visitare i quartieri un po’ meno in, legati alla zona portuale, ad andare fuori con ragazzi che di giorno lavoravano. È stato proprio come conoscere il cuore di Genova”.

Se si parla di Genova e della Sampdoria, però, non si può non citare anche il Genoa e la rivalità che c’è tra i due club. Antonio Paganin ha raccontato questo antagonismo e come si percepisce dall’interno: “Ho vissuto le due facciate, la parte doriana e quella genoana, quella che è la sana rivalità sportiva e la parte entusiastica di quello che era affrontare il derby, anche se ne ho giocati pochi perché le due squadre stavano in categorie differenti in quegli anni. Ho potuto vivere e anche sperare, ad essere onesti, che il Genoa avesse la possibilità di salire per poter dare sfogo a quello che era la stracittadina. Genova è una bellissima città e consiglio a chiunque voglia giocare a calcio di poterci trascorrere più di qualche anno dal punto di vista sportivo, sia come città sia come ambiente”.

Sampdoria coreografia
Sampdoria coreografia

76 anni di Sampdoria, una storia speciale destinata a continuare

Quest’oggi, il 12 agosto 2022, è quindi il 76° compleanno della Sampdoria, un club speciale che, come abbiamo visto e come abbiamo potuto constatare dalle tante testimonianze, è unico sia dal punto di vista dell’ambiente, sia sotto l’aspetto della storia. Ci sentiamo, quindi, di concludere facendo i più sentiti auguri al club blucerchiato, con uno sguardo sul presente.

“Il mio augurio è che la Sampdoria possa tornare ai fasti di un tempo”

Antonio Paganin

“Auguro il meglio alla Sampdoria e che possa tornare come in quegli anni. Spero che con il cambio di società possa arrivare gente che investa e che faccia le cose fatte per bene”

Corrado Colombo
Si Parla di: